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IL MONDO DEL TANTRA SUTRA Osho Il libro dei segreti


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IL MONDO DEL TANTRA SUTRA
 Devi chiede: “O Shiva, qual è la tua realtà? Che cos’è questo universo colmo di meraviglia? Che cosa costituisce il seme? Chi centra la ruota universale? Che cos’è questa vita oltre la forma che compenetra le forme? Come possiamo penetrarla pienamente, al di sopra dello spazio e del tempo, dei nomi e delle descrizioni? Illumina i miei dubbi!”. Alcuni punti introduttivi. Primo, il mondo del Vigyana Bhairava Tanta non è intellettuale, non è filosofico. Per esso la dottrina non ha senso. Si occupa del metodo, della tecnica, per niente dei principi. La parola “tantra” significa tecnica, il metodo,il sentiero, perciò non è filosofico: ricordalo. Non si occupa di problemi e di indagini intellettuali. Non si occupa del “perché” delle cose: si occupa del “come”, non di che cosa sia la verità ma come possa essere raggiunta. Tantra significa tecnica, perciò questo trattato è scientifico. La scienza non si occupa del perché, si occupa del come; questa è la differenza fondamentale tra filosofia e scienza. La filosofia chiede: “Perché questa esistenza?”. La scienza si chiede: “Come è questa esistenza?”. Nel momento in cui poni la domanda: “Come?”, il metodo, la tecnica diventano importanti, le teorie perdono senso, l’esperienza diventa il centro. Tantra è scienza, non è filosofia. E’ facile capire la filosofia perché richiede solo il tuo intelletto. Se sei in grado di capire il linguaggio, se riesci ad afferrare il concetto, puoi capire la filosofia. Non hai bisogno di cambiare, non hai bisogno di alcuna trasformazione: cosi’ come sei puoi capire la filosofia, ma non il Tantra. Avrai bisogno di un cambiamento… anzi, di una mutazione. A meno che tu non sia diverso, non potrai capire il Tantra, perché non è una proporzione intellettuale, è un’esperienza. A meno che tu non sia pronto, ricettivo, aperto all’esperienza, non ti accadrà. La filosofia si occupa della mente: la tua testa è sufficiente, la tua totalità non è richiesta. Il Tantra ha bisogno di te nella tua totalità. E’ una sfida più profonda: ti ci dovrai immergere totalmente, non è frammentario, e per riceverlo sono necessari un approccio, un atteggiamento e una mente diversi. Per questo Devi apparentemente fa domande filosofiche. Il Tantra comincia con le domande di Devi. Tutte le domande possono essere affrontate da un punto di vista filosofico. In realtà qualsiasi domanda può essere affrontata in due modi: da un punto di vista filosofico o totalmente, da un punto di vista intellettuale o in modo esistenziale. Per esempio, se qualcuno chiede: “Che cos’è l’amore?”, puoi affrontare la domanda da un punto di vista intellettuale, puoi discutere, puoi sostenere un’ipotesi particolare, puoi creare un sistema, una dottrina ed è possibile che tu non conosca l’amore per niente. Per creare una dottrina, l’esperienza non è necessaria. In realtà, al contrario, meno sai meglio è, perché in questo caso puoi proporre un sistema senza esitare. Solo un cieco può definire con facilità cosa sia la luce. Quando non sai, sei sicuro. L’ignorante è sempre sicuro; chi sa esita. Più sai, più ti senti mancare il terreno sotto i piedi. Più sai, più senti quanto sei ignorante, e coloro che sono veramente saggi diventano ignoranti, diventano semplici come i bambini o come gli idioti. Meno sai meglio è. Essere filosofici, essere dogmatici, essere dottrinali: questo è facile. Affrontare un problema dal punto di vista intellettuale è molto facile, ma è difficile affrontarlo in modo esistenziale, non solo riflettendoci su, ma vivendolo, passandoci attraverso, permettendoti di essere trasformato per suo tramite. Ciò significa che, per conoscere l’amore, una persona deve essere innamorata. Questo è pericoloso perché non rimarrai lo stesso, l’esperienza ti cambierà. Nel momento in cui entri nell’amore, entri in una persona diversa e, quando verrai fuori, non sarai più in grado di riconoscere il tuo vecchio volto: non ti apparterrà più, sarà accaduta una discontinuità. Ora c’è una frattura: l’uomo vecchio è morto e l’uomo nuovo è arrivato. Per rinascita s’intende questo: essere nati due volte. Il Tantra è non – filosofico ed esistenziale. Perciò è naturale che Devi faccia domande che sembrano filosofiche, ma Shiva non risponderà in quel modo. Pertanto è meglio capirlo fin dall’inizio, altrimenti ti confonderai, perché Shiva non risponderà a una sola domanda. Shiva non risponderà a nessuna delle domande che Devi pone. E tuttavia risponde! E in realtà solo lui e nessuno altro ha risposto, ma a un livello diverso. Devi chiede: “Qual è la tua realtà, mio Signore?. Lui non risponderà, al contrario offrirà una tecnica, e se Devi la sperimenterà a fondo, saprà. La risposta è quindi indiretta, non è immediata, Shiva non dirà chi è, ma darà una tecnica: sperimentala e saprai. Per il Tantra fare è sapere, e non esiste altra conoscenza. A meno che tu non faccia qualcosa, a meno che tu non cambi, a meno che non abbia una diversa prospettiva da cui guardare, con cui guardare, a meno che non ti muova in una dimensione completamente diversa dall’intelletto, non c’è alcuna risposta. Le risposte possono essere date, ma allora sono tutte menzogne. Tutte le filosofie sono menzogne. Tu fai una domanda e la filosofia ti dà una risposta che ti soddisfa o non ti soddisfa ti converti alla filosofia, ma rimani lo stesso; se non ti soddisfa, continui ad andare in cerca di qualche altra filosofia a cui convertirti, ma rimani uguale, non ne sei toccato per nulla, non sei cambiato. Perciò che tu sia hindu, musulmano, cristiano o giainista non fa alcuna differenza. Dietro la facciata di un hindu, di un musulmano o di un cristiano la persona reale è la stessa, sono diversi solo le parole o i vestiti. L’uomo che va in chiesa, al tempio o alla moschea è lo stesso. Solo le facce sono diverse e sono facce false: sono maschere. Dietro le maschere troverete lo stesso uomo, la stessa rabbia, gli stessi atti d’aggressione la stessa violenza, la stessa avidità, la stessa lussuria, tutto uguale. La sessualità musulmana è diversa da quella hindu? La violenza cristiana è diversa da quella hindu? E’ uguale! La realtà rimane la stessa: solo gli abiti cambiano. Il Tantra non si occupa dei tuoi vestiti, il Tantra si occupa di te. Se fai una domanda, essa mostra dove sei. Mostra anche che ovunque tu sia non puoi vedere: ecco perché c’è la domanda. Un cieco chiede: “Che cos’è la luce?” e la filosofia inizierà a rispondere che cosa è la luce. Il Tantra saprà solo questo: se un uomo chiede: “Che cos’è la luce? , questo mostra solo che è cieco. Il Tantra comincerà a lavorare sull’uomo, a cambiarlo, in modo che possa vedere. Il Tantra non dirà che cosa è la luce, il Tantra dirà come raggiungere l’intuizione, come conseguire la vista, come raggiungere la visione. Quando ci sarà la visione, ci sarà la risposta. Il Tantra non vi darà la risposta, ma una tecnica per ottenere la risposta. E questa risposta non sarà intellettuale. Se dici a un cieco qualcosa sulla luce, questo è intellettuale; se il cieco acquista la capacità si vedere, questo è esistenziale. Ecco cosa intendo quando dico che il Tantra è esistenziale. Perciò Shiva non risponderà alle domande di Devi, e tuttavia risponderà: questa è la prima cosa. La seconda cosa: questo è un tipo diverso di linguaggio e prima di addentrarci devi sapere qualcosa. Tutti i trattati tantrici sono dialoghi tra Shiva e Devi: Devi domanda e Shiva risponde; tutti i trattati tantrici cominciano in questo modo Perché? Perché questo metodo? E’ molto significativo. Non è un dialogo tra Maestro e allievo, è un dialogo tra due amanti. E in questo modo il Tantra indica una cosa molto importante: gli insegnamenti più profondi non possono essere trasmessi se non esiste amore fra i due, tra il discepolo e il Maestro. Il discepolo e il Maestro devono diventare amanti in modo profondo, solo allora può essere espresso ciò che è superiore, il trascendente. E’ quindi un linguaggio d’amore: il discepolo deve essere in amore, ma non solo, perché anche gli amici possono essere amanti. Il Tantra dice che un discepolo deve essere ricettivo, quindi deve trovarsi in uno stato di ricettività femminile, solo allora è possibile qualcosa. Non è necessario essere donna per essere discepolo, ma occorre essere in un atteggiamento ricettivo femminile. Quando Devi domanda, significa che è l’atteggiamento femminile a domandare. Perché questo accetto sull’atteggiamento femminile? L’uomo e la donna non sono diversi solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico. Il sesso non è solo una differenza del corpo, è anche differenza psicologica. Una mente femminile significa ricettività: ricettività totale, abbandono, amore. Il discepolo ha bisogno di una psicologia femminile, altrimenti non potrà imparare. Puoi fare domande, ma se non sei aperto sarà impossibile risponderti. Puoi fare una domanda e tuttavia rimanere chiuso, in questo caso la risposta non può penetrare in te: le tue porte sono chiuse,sei morto. Non sei aperto. Ricettività femminile significa avere nel tuo essere più profondo una ricettività simile all’utero, cosi’ che tu possa ricevere. Non solo, le implicazioni sono anche altre: la donna non riceve semplicemente qualcosa; nel momento in cui lo riceve, questo qualcosa diventa parte del suo corpo. Un bambino viene ricevuto, una donna concepisce; nel momento del concepimento, il bambino è diventato parte del corpo femminile: non è estraneo, non è sconosciuto, è stato assorbito. Ora il bambino non vivrà come un qualcosa di aggiunto alla madre, sarà semplicemente una parte di lei, proprio come lei, e il bambino non è solo ricevuto: il corpo femminile diventa creativo, il bambino comincia a crescere. Il discepolo ha bisogno di una ricettività simile a quella dell’utero. Qualsiasi cosa viene ricevuta non deve essere raccolta come un sapere morto: deve crescere dentro di te, deve diventare parte del tuo sangue e delle tue ossa, adesso deve diventare parte di te; deve crescere! Questa crescita ti cambierà, trasformerà te, colui che riceve. Ecco perché il Tantra usa questo espediente: ogni trattato comincia con Devi che fa una domanda, e Shiva che risponde. Devi è la consorte di Shiva, la sua parte femminile. Ancora una cosa… Oggi la psicologia moderna, in particolare quella del profondo, dice che l’uomo è sia uomo sia donna: nessuno è solo maschio e nessuno è solo femmina, ognuno di noi è bisessuale, perché ci sono entrambi i sessi. In Occidente questa è una scoperta molto recente, ma per il Tantra questo è uno dei concetti fondamentali da migliaia di anni. Avrai visto alcune raffigurazioni di Shiva come ardhanarisvara: metà uomo, metà donna. Non esiste nessun altro concetto del genere in tutta la storia dell’umanità. Shiva è raffigurato come metà uomo e metà donna. Perciò Devi non è solo una consorte: è l’altra metà di Shiva. E, a meno che il discepolo diventi l’altra metà del Maestro, è impossibile comunicare gli insegnamenti superiori, i metodi esoterici. Quando diventi tutt’uno, non c’è più dubbio. Quando sei una cosa solo con il Maestro, in modo cosi’ totale, cosi’ profondo, non c’è argomento, né logica, né ragione. Assorbi semplicemente, diventi un utero, e l’insegnamento comincia a crescere in te e a trasformarti. Ecco perché il Tantra è scritto in un linguaggio d’amore, ma anche sul linguaggio d’amore bisogna capire qualcosa. Esistono due tipi di linguaggio: quello d’amore e quello logico. Tra i due ci sono differenze fondamentali. Il linguaggio logico è aggressivo, dialettico, violento. Se uso un linguaggio logico divento aggressivo nei confronti della tua mente: cerco di convincerti, di convertirti, di farti diventare una marionetta. Io ho “ragione” e tu hai “torto”. Il linguaggio logico è egocentrico: “Io ho ragione e tu hai torto, perciò dovrò provare che io ho ragione e tu hai torto”. Non mi occupo di te, mi occupo del mio ego; il mio ego ha sempre “ragione”. Il linguaggio d’amore è totalmente diverso. Non mi occupo del mio ego, mi occupo di te. Non mi preoccupo di dimostrare qualcosa,di rafforzare il mio ego, ma di aiutarti; è compassione per aiutarti a crescere, a trasformarti, a rinascere. In secondo luogo la logica è sempre intellettuale: se i concetti e i principi avranno significato anche gli argomenti lo avranno. Con il linguaggio d’amore ciò che viene detto non è così significativo, lo è il modo in cui viene detto. Il contenitore, la parola, non è importante. Il contenuto, il messaggio, è più importante: è un parlare da cuore a cuore, non una discussione da mente a mente. Non è un dibattito, è una comunione. Quindi questa è una cosa rara: Devi è seduta in grembo a Shiva e domanda, e Shiva risponde. E’ un dialogo d’amore, senza conflitti, come se Shiva parlasse a se stesso. Perché questa enfasi sull’amore, sul linguaggio d’amore? Perché se ami il tuo Maestro l’intera Gestalt cambia: muta radicalmente. In questo caso non ascolti le sue parole, lo bevi, in questo caso le parole non sono importanti. In realtà, il silenzio tra le parole diventa più significativo. Ciò che dice può avere o non avere senso, ma lo hanno i suoi occhi, i suoi movimenti, la sua compassione, il suo amore. Ecco perché il Tantra ha un disegno fisso, una struttura. Ogni trattato inizia con Devi che domanda e con Shiva che risponde. Non ci sarà nessuna discussione, nessuno spreco di parole; ci sono solo esposizioni molto semplici di fatti, messaggi telegrafici, non volti alla persuasione, ma solo alla comunicazione. Se affronti Shiva con una domanda e hai mente chiusa, non ti risponderà subito: prima si dovrà spezzare la tua chiusura, per cui dovrà essere aggressivo, in questo caso devono essere distrutti i tuoi pregiudizi, i tuoi preconcetti. Se non ti ripulisci completamente del passato, nulla ti potrà essere dato. Ma non è così con la sua consorte Devi: con Devi non c’è alcun passato. Ricorda: quando ami profondamente, la tua mente cessa di esistere. Il passato non esiste, c’è solo il momento presente. Quando ami il presente è l’unico tempo, l’”adesso” è tutto, nessun passato, nessun futuro. Quindi Devi è semplicemente aperta. Non ci sono difese, nulla da chiarire, nulla da distruggere. Il terreno è pronto, si deve solo lasciar cadere un seme. Il terreno non solo è pronto, ma accogliente, ricettivo e chiede di essere fecondato. Perciò tutti questi detti che discuteremo saranno telegrafici. Sono solo dei sutra, ma ogni sutra, ogni messaggio telegrafico dato da Shiva, vale quanto un Veda, quanto una Bibbia, quanto un Corano.Ogni singola frase può diventare il fondamento di una scrittura grandiosa. Le scritture sono logiche: devi proporre, difendere, argomentare. Qui non c’è nessuna disputa: solo semplici affermazioni d’amore. In terzo luogo le stesse parole Vigyana Bhairava Tantra significano la tecnica per andare oltre la consapevolezza. Vigyana significa consapevolezza, bhairava significa lo stato oltre la consapevolezza e Tantra significa il metodo, metodo per andare oltre la consapevolezza. Questa è la dottrina suprema, senza alcuna dottrina. Noi siamo inconsapevoli: perciò tutti gli insegnamenti religiosi si preoccupano di come andare oltre lo stato di inconsapevolezza, di come essere consapevoli. Per esempio, Krishnamurti, lo Zen, si occupano di creare più consapevolezza, perché siamo inconsapevoli. Come essere quindi più consapevoli, più vigili? Come muoversi dall’inconsapevolezza alla consapevolezza? Ma il Tantra dice che questa è una dualità: inconscio e conscio. Se ti muovi dall’inconsapevolezza alla consapevolezza ti stai muovendo da un lato della dualità all’altro. Muoviti oltre entrambe! Se non vai oltre entrambe, non potrai mai raggiungere l’Assoluto, perciò non essere né inconsapevole né consapevole, vai semplicemente oltre, semplicemente sii. Non essere né consapevole né inconsapevole: semplicemente sii! Questo è andare oltre lo yoga, oltre lo Zen, oltre tutti gli insegnamenti. Vigyana significa consapevolezza e bhairava è un termine specifico, un termine tantrico per indicare colui che è andato oltre. Per questo Shiva è conosciuto come bhairava e Devi è conosciuta come bhairavi: coloro che sono andati oltre ogni dualità. Nella nostra esperienza solo l’amore può darcene un bagliore fugace. Ecco perché l’amore diventa l’espediente fondamentale per insegnare la saggezza tantrica. Nella nostra esperienza possiamo dire che solo l’amore è qualcosa che va oltre la dualità. Quando due persone si amano, più vanno in profondità, sempre meno sono due e sempre più sono un’unica entità, arrivano a un punto in cui raggiungono un culmine in cui sono due solo in apparenza: all’interno sono una, la dualità è stata trascesa. Solo in questo senso il detto di Gesù: “Dio è amore” diventa significativo, non altrimenti. Nella nostra esperienza l’amore è lo stato più vicino a Dio, Non che Dio ami, come continuano a interpretare i cristiani, che Dio ti ami in modo paterno. Sciocchezze! “Dio è amore” è un’affermazione tantrica: significa che l’amore è l’unica realtà nella nostra esperienza che arrivi vicinissima a Dio, al divino. Come mai? Perché nell’amore si sente l’unione. I corpi rimangono due, ma qualcosa oltre i corpi si fonde e diventa uno. Ecco perché esiste tanta brama per il sesso. Il desiderio reale è per l’unione, ma tale unione non è sessuale. Nel sesso i due corpi provano una sensazione ingannevole di unione, ma non sono una cosa sola: sono solo congiunti. Per un istante i due corpi si dimenticano di se stessi immersi uno nell’altro e provano una particolare unione fisica. Questa brama non è negativa, ma fermarsi a questo è pericoloso. Questa brama mostra il bisogno più profondo di sentire l’unione. Nell’amore, a un livello superiore, l’interiorità si muove, si fonde nell’altro e c’è un sentimento di unione: la dualità si dissolve. Solo in questo amore non duale possiamo avere un bagliore fugace di ciò che è lo stato di un bhairava. Lo stato di un bhairava è amore assoluto, senza ritorno, dalla vetta dell’amore non c’è ricaduta: si rimane sulla cima. Abbiamo posto la dimora di Shiva sul monte Kailasa. Ciò è semplicemente simbolico: è la vetta più sacra e l’abbiamo resa la dimora di Shiva. Possiamo andare lì, ma poi dovremo tornare giù: non può essere la nostra dimora. Possiamo andarci in pellegrinaggio. E’ una tirthayatra: un pellegrinaggio, un viaggio. Per un istante possiamo toccare la vetta più alta, poi dovremo riscendere. Nell’amore questo pellegrinaggio sacro accade, ma non per tutti perché quasi nessuno va oltre il sesso. Così continuiamo a vivere nella valle, nella valle oscura. A volte qualcuno raggiunge la vetta dell’amore, ma poi ricade, perché è così vertiginosa. E’ così alta e voi siete così bassi, ed è così difficile vivere lassù. Coloro che hanno amato sanno quanto difficile sia essere costantemente innamorati: si deve continuare a tornare indietro. E la dimora di Shiva: lui vive là, quella è la sua casa. Un bhairava vive nell’amore, quella è la sua dimora. Ora, lui non è neppure consapevole dell’amore, perché se vivi sul Kailasa non sarai consapevole che questo è il Kailasa, che è una vetta. La vetta diventa una pianura. Shiva non è consapevole dell’amore; noi ne siamo consapevoli perché viviamo nel non-amore e a causa di questo contrasto sentiamo l’amore. Shiva è amore. Lo stato di un bhairava significa che la persona è diventata amore, non amante: è diventata amore, vive sulla vetta. La vetta è diventata la sua dimora. Come rendere accessibile questa vetta altissima? Oltre la dualità, oltre l’incoscienza, oltre la consapevolezza, oltre il corpo e oltre l’anima, oltre il mondo e oltre il cosiddetto moksha, la liberazione, come raggiungere questa vetta? La tecnica è il Tantra. Ma il Tantra è tecnica pura, per cui sarà difficile capire. Prima capiamo le domande, ciò che Devi chiede: “O Shiva, qual è la tua realtà?” Perché questa domanda? Anche tu puoi fare questa domanda, ma non avrà lo stesso significato. Perciò prova a capire perché Devi chiede: “Qual è la tua realtà?”. Devi ama profondamente. Quando ami profondamente, per la prima volta incontri la realtà interiore. Quindi Shiva non è la forma, Shiva non è il corpo. Quando sei innamorato, il corpo dell’amato svanisce, scompare. La forma non esiste più e si rivela ciò che è senza forma. Sei di fronte a un abisso. Ecco perché abbiamo tanta paura dell’amore. Possiamo affrontare un corpo, possiamo affrontare un volto, possiamo affrontare una forma, ma abbiamo paura di affrontare un abisso. Se ami qualcuno, se ami realmente, il suo corpo dovrà scomparire, è inevitabile. In alcuni momenti culminanti, la forma si dissolverà e attraverso l’amato entrerai in ciò che è senza forma. Ecco perché abbiamo paura: è cadere in un abisso senza fondo. Perciò questa domanda non è una semplice curiosità: “O Shiva, qual è la tua realtà?”. Devi deve essersi innamorata della forma: le cose cominciano così. Deve aver amato quest’uomo in quanto uomo e ora che l’amore è maturato, che è fiorito, quest’uomo è scomparso: è diventato senza forma. Ora non si trova più da nessuna parte. “O Shiva qual è la tua realtà?”. E’ una domanda fatta in un istante di amore intenso. E quando si sollevano domande, queste diventano diverse in relazione allo stato mentale in cui sono state fatte. In questo modo crei la situazione, l’ambiente della domanda nella tua mente. Devi deve sentirsi sconcertata. Devi deve essere perplessa: Shiva è scomparso. Quando l’amore raggiunge il suo culmine, l’amato scompare. Come mai accade? Perché in realtà, ognuno è senza forma. Tu non sei un corpo; ti muovi come un corpo, vivi come un corpo, ma non sei un corpo. Quando vediamo qualcuno dall’esterno, è un corpo. L’amore penetra all’interno, quindi non vediamo più la persona dall’esterno. L’amore può vedere una persona come lei stessa si vede dall’interno. Allora la forma scompare. Rinzai, un monaco Zen, raggiunse l’illuminazione, e la prima cosa che chiese fu: “Dov’è il mio corpo? Dov’è andato il mio corpo?” e cominciò a cercare. Chiamò i suoi discepoli e disse: Andate e scoprite dov’è il mio corpo. Ho perso il mio corpo”. Era entrato in ciò che è senza forma. Anche tu sei un’esistenza senza forma, ma non hai una conoscenza diretta di te stesso, è mediata dagli occhi degli altri: conosci attraverso lo specchio. A volte, mentre ti guardi allo specchio, chiudi gli occhi e poi pensa, medita: se non ci fosse uno specchio come avresti potuto conoscere il tuo volto? Se non ci fosse uno specchio non ci sarebbe stato alcun volto. Tu non hai un volto; gli specchi ti danno dei volti. Pensa a un mondo senza specchi. Sei solo, non c’è alcun specchio, neppure gli occhi degli altri che fungono da specchi. Sei solo su un’isola deserta, nulla può rispecchiarti. Avresti ancora un volto? Oppure avresti un corpo? Non potresti averlo, non lo hai affatto. Conosciamo noi stessi solo attraverso gli altri, e gli altri possono conoscere solo la forma esterna: questa è la ragione per cui ci identifichiamo con essa. Hyakujo, un altro mistico Zen, diceva sempre ai suoi discepoli: “Quando meditando avete perso la testa, venite immediatamente da me. Quando perdete la testa venite immediatamente da me. Quando incominciate a sentire che la testa non c’è più, non abbiate paura: venite immediatamente da me. Questo è il momento giusto. Ora vi può essere insegnato qualcosa”. Con la testa nessun insegnamento è possibile: la testa interferisce sempre. Devi chiede a Shiva: “O Shiva, qual è la tua realtà? Chi sei?”. La forma è scomparsa; di qui la domanda. Nell’amore, entri nell’alto e ti identifichi con lui. Non sei tu a rispondere: diventate una cosa sola e per la prima volta conoscete un abisso, una presenza senza forma. Ecco perché per secoli non abbiamo mai creato alcuna scultura o immagine di Shiva. Abbiamo scolpito solo lo shivalingua, il simbolo. Lo shivalingua è semplicemente una forma senza forma. Quando ami qualcuno, quando entri in qualcuno, lui diventa solo una presenza luminosa . Lo shivalingua è solo una presenza luminosa, solo un’aura di luce. Ecco perché Devi domanda: “Qual è la tua realtà? Che cos’è questo universo pieno di meraviglia?”. Conosciamo l’universo, ma non lo conosciamo mai come colmo di meraviglia. I bambini lo conoscono, gli amanti lo conoscono. A volte lo conoscono anche i poeti e i pazzi. Noi non sappiamo che il mondo è colmo di meraviglia: tutto è solo ripetitivo, nessuna meraviglia, nessuna poesia, solo piatta prosaicità. Non crea un canto in te, non crea una danza in te, non fa nascere all’interno la poesia. L’intero universo sembra meccanico. I bambini lo guardano con occhi colmi di meraviglia: quando gli occhi sono colmi di meraviglia anche l’universo ne è colmo. Quando sei innamorato, ritorni a essere come un bambino. Gesù dice: “Solo coloro che sono come i bambini entreranno nel regno di Dio”. Perché? Perché se l’universo non è una meraviglia, tu non puoi essere religioso. L’universo può essere spiegato: allora il tuo approccio è scientifico. L’universo è noto o ignoto, ma ciò che è ignoto può venire conosciuto in qualsiasi momento. Non è inconoscibile. L’universo diventa inconoscibile, un mistero, solo quando i tuoi occhi sono colmi di meraviglia. Devi dice: “Che cos’è questo universo colmo di meraviglia?. All’improvviso c’è un balzo da una domanda personale a una molto impersonale. Stava chiedendo: “Qual è la tua realtà?”, e poi improvvisamente: “Che cos’è questo universo colmo di meraviglia?”. Quando la forma scompare il tuo amato diventa l’universo, ciò che è senza forma, l’infinito. Improvvisamente Devi si rende conto che non sta facendo una domanda su Shiva: sta facendo una domanda sull’universo intero. Ora Shiva è diventato l’universo intero. Ora tutte le stelle si muovono in lui e l’intero firmamento, l’intero spazio sono circondati da lui. Ora lui è il grande fattore inabissante, il “tutto-abbracciante”. Karl Jaspers ha definito Dio come il “tutto-abbracciante”. Quando penetri nell’amore, in un intimo e profondo mondo d’amore, la persona scompare, la forma scompare e l’amante diventa solo una soglia verso l’universo. La tua curiosità può essere scientifica, in questo caso il tuo approccio deve essere logico, non devi pensare a ciò che è senza forma, guardati da ciò che è senza forma, in questo caso accontentati della forma. La scienza si occupa sempre della forma. Se a una mente scientifica viene proposto qualcosa senza forma, essa lo costringerà ad averne una, perché se non assume una forma è senza significato. Prima dagli una forma, una forma definita, solo allora la ricerca avrà inizio. Nell’amore, se la forma esiste, non avrà più fine: dissolvi la forma! Quando le cose diventano senza forma, vertiginose, senza confini, quando ogni cosa penetra nell’altra, quando l’intero universo diventa un’unità, solo allora l’universo è pieno di meraviglia. “Che cosa costituisce il seme?” Devi poi continua, dall’universo continua a chiedere: “Che cosa costituisce il seme?”. Da dove viene questo universo senza forma, colmo di meraviglia? Dove ha origine? O non ha origine? Che cos’è il seme? “Chi centra la ruota universale?” Chiede Devi. Questa ruota continua a muoversi: questo grande mutamento, questo flusso costante. Ma chi centra questa ruota? Dov’è l’asse, il centro, il centro immobile? Devi non si ferma ad aspettare una risposta. Continua a chiedere come se non chiedesse a nessuno, come se parlasse a se stessa. “Che cos’è questa vita oltre la forma che compenetra le forme? Come possiamo penetrarla pienamente al di sopra dello spazio e del tempo, dei nomi e delle descrizioni? Illumina i miei dubbi!” L’enfasi non è sulle domande, ma sui dubbi: “Illumina i miei dubbi!”. Questo è molto significativo. Se fai una domanda intellettuale cerchi una risposta definita in modo tale da risolvere il tuo problema. Ma Devi chiede: “Illumina i miei dubbi!”. In realtà non sta chiedendo risposte, sta chiedendo una trasformazione della mente, perché una mente che dubita rimarrà sempre una mente che dubita qualunque sia la risposta. Prendine nota: una mente che dubita rimarrà sempre una mente che dubita. Le risposte sono irrivelanti. Se ti do una risposta, e tu hai una mente che dubita, ne dubiterai. E anche se ti dessi un’altra risposta, dubiterai anche di questa. Hai una mente che dubita. Una mente che dubita significa che metterai accanto a ogni cosa un punto interrogativo. Perciò le risposte sono inutili. Mi chiedi: “Chi ha creato il mondo?” E io ti rispondo che “A” ha creato il mondo. Allora sarai obbligato a domandare che abbia creato “A”. Pertanto il problema reale non è come rispondere alle domande, ma come cambiare la mente che dubita, come creare una mente che non dubiti, oppure che abbia fede. Perciò Devi chiede: “Illumina i miei dubbi”. Ancora due o tre cose… Quando fai una domanda è possibile che tu la faccia per diversi motivi, per esempio vuoi semplicemente una conferma; sai già la risposta, l’hai già e vuoi solo avere la conferma che sia giusta. Allora la tua domanda è falsa, finta, non è una domanda. E’ possibile che tu faccia una domanda non perché sei pronto a cambiare te stesso, ma solo per curiosità. La mente continua a chiedere, le domande crescono nella mente come le foglie su un albero: questa è la sua natura, domandare, perciò continua a farlo. Non importa cosa domandi, la mente creerà una domanda con qualsiasi cosa le verrà data: è una macchina per macinare, per creare domande. Perciò qualsiasi cosa le darai, la taglierà a pezzi e genererà molte domande. Data una risposta a una domanda, la mente farà sorgere molte domande dalla risposta: così è nata l’intera storia della filosofia. Bertrand Russel ricorda che da bambino pensava che un giorno, quando sarebbe stato abbastanza maturo da capire tutta la filosofia, avrebbe avuto una risposta a tutte le domande. In seguito, quando aveva ottant’anni, affermò: “Ora posso dire che le mie domande stanno lì davanti, come quando ero bambino, inoltre sono sorte altre domande a causa di queste teorie filosofiche”. Perciò disse: “Quando ero giovane ero solito dire che la filosofia è una ricerca di risposte definitive. Ora non posso più affermarlo: è una ricerca di domande senza fine”. Ogni domanda genera una risposta e molte domande. Il problema è la mente che dubita. Devi dice: “Non preoccuparti delle mie domande, ho chiesto così tante cose:’ Qual è la tua realtà? Che cos’è questo universo colmo di meraviglia? Che cosa costituisce il seme? Chi centra la ruota universale? Che cos’è questa vita oltre la forma? Come possiamo penetrarla pienamente, al di sopra dello spazio e del tempo?’. Ma non preoccuparti delle mie domande: ‘Illumina i miei dubbi’. Faccio queste domande perché sono presenti nella mia mente, le ho fatte solo per mostrarti la mia mente, ma non badare troppo a esse. In realtà le risposte non soddisferanno il mio bisogno, che è… ‘Illumina i miei dubbi!’”. Ma i dubbi come possono essere illuminati? Basterà una risposta qualsiasi? Esiste forse una risposta che illuminerà i tuoi dubbi? La mente è il dubbio! Non è che la mente dubiti, la mente è il dubbio! A meno che la mente non si dissolva, i dubbi non possono essere chiariti. Shiva risponderà. Le sue risposte sono tecniche, le tecniche più vecchie, più antiche. Ma puoi chiamarle anche le ultime, perché nulla vi può essere aggiunto: sono complete-, centododici tecniche. Includono tutte le possibilità, tutti i modi per pulire la mente, per trascenderla. Non un solo metodo potrebbe essere aggiunto ai centododici metodi di Shiva, e questo libro, il Vigyana Bhairava Tantra, ha cinquemila anni: nulla vi può essere aggiunto, non c’è alcuna possibilità di aggiungervi qualcosa. E’ esaustivo, completo. E’ il più antico, e malgrado ciò, il più recente, il più nuovo. Antico come le montagne, i metodi sembrano eterni, eppure sono nuovi come gocce di rugiada sotto il sole, perché sono assolutamente freschi. Questi centododici metodi di meditazione costituiscono l’intera scienza per trasformare la mente: li visiteremo uno per uno. In primo luogo cercheremo di comprenderli da un punto di vista intellettuale: usa però il tuo intelletto solo come uno strumento, non come un padrone. Usalo come uno strumento per capire qualcosa, ma non continuare a creare ostacoli con esso. Quando parleremo di queste tecniche, metti da parte la tua conoscenza passata, il tuo sapere, qualsiasi informazione tu abbia raccolto: non sono che polvere raccolta per strada. Incontra questi metodi con una mente fresca, con attenzione, naturalmente, ma non con argomentazioni, e non illuderti che una mente argomentativa sia una mente vigile. Non lo è, perché non appena cominci ad argomentare hai perso la consapevolezza, hai perso la vigilanza. In quel caso non sei più presente. Questi metodi non appartengono ad alcuna religione. Ricorda: non sono hindu, proprio come la teoria della relatività non è ebraica perché fu Einstein a concepirla, e la radio e la televisione non sono cristiane. Nessuno dice: “Perché usi l’elettricità? E’ cristiana perché una mente cristiana l’ha ideata”. La scienza non appartiene a razze o religioni, e il Tantra è una scienza. Perciò ricorda, tutto questo non è affatto hindu: queste tecniche sono state concepite dagli hindu, ma non sono hindu; ecco perché non accenneranno ad alcun rituale religioso, nessun tempio è necessario. Tu stesso sei un tempio perfetto, sei il laboratorio, l’intero esperimento deve svolgersi in te. Non è necessaria alcuna professione di fede. Questa non è religione, questa è scienza. Non è necessaria alcuna credenza. Non occorre credere nel Corano, nei Veda, nel Buddha o in Mahavira. No, non c’è bisogno di alcun credo, basta soltanto avere coraggio di sperimentare; questo è il bello. Un musulmano può praticare questa scienza e raggiungerà i più profondi significati del Corano, un hindu può praticarla e per la prima volta saprà cosa sono i Veda, anche un gianista può praticarla, così come un buddista: non è necessario che abbandonino la loro religione. Il Tantra li appagherà, ovunque essi siano; il Tantra sarà d’aiuto, qualsiasi sia il cammino scelto da loro. Perciò ricorda: il Tantra è pura scienza. Puoi essere hindu, musulmano, parsi o qualsiasi altra cosa, il Tantra non ha affatto a che fare con la tua religione, ma afferma che la religione è una questione sociale, quindi appartieni pure a qualsiasi religione perché è irrilevante. Ma puoi trasformare te stesso e tale trasformazione richiede una metodologia scientifica. Quando sei ammalato, quando ti ammali, prendi la tubercolosi o qualsiasi altra malattia, non fa alcuna differenza se sei hindu o musulmano: la tubercolosi resta indifferente al tuo induismo, al tuo islamismo, alle tue credenze, siano esse politiche, sociali o religiose. La tubercolosi deve essere curata scientificamente: non esiste una tubercolosi hindu, una tubercolosi musulmana. Sei ignorante, sei in conflitto, sei addormentato: questa è una malattia, una malattia spirituale, e deve essere curata con il Tantra. Tu sei irrivelante, le credenze sono irrivelanti, è solo una coincidenza che tu sia nato in un posto e altri siano nati da qualche altra parte. Questa è solo una coincidenza. La tua religione è una coincidenza, perciò non aggrapparti a essa: usa dei metodi scientifici per trasformare te stesso. Il Tantra non è conosciuto molto bene, e anche se lo è, viene frainteso molto. Ci sono alcune ragioni: più una scienza è pura ed elevata, meno possibilità esistono che le masse ne vengano a conoscenza. Noi abbiamo solo sentito il nome della teoria della relatività e si diceva che solo dodici persone la capirono quando Einstein era vivo. In tutto il mondo solo una dozzina di menti erano in grado di capirla. Era difficile anche per lo stesso Einstein renderla comprensibile, farla capire a qualcuno, perché questa teoria va così in alto, va oltre la tua comprensione, anche se può essere compresa. E’ necessaria una conoscenza tecnica, matematica, è necessaria una preparazione, e poi può essere capita. Ma il Tantra è più difficile, perché nessuna preparazione sarà d’aiuto: solo la trasformazione può esserlo. Ecco perché il Tantra non ha mai potuto essere compreso dalle masse, e capita sempre che quando non riesci a capire qualcosa per lo meno fraintendi, perché in quel caso poi puoi avere la sensazione di avere compreso. Non puoi rimanere semplicemente nel vuoto. In secondo luogo, quando non riesci a capire una cosa, cominci a insultarla perché ti offende. Tu non puoi capirla! Tu? Tu non puoi capirla? E’ impossibile! Deve esserci qualcosa si sbagliato nella cosa stessa! Cominci a parlarne male, a dire cose senza senso, e poi ti senti in pace con te stesso. Perciò il Tantra non è stato capito, è stato frainteso: era così profondo e così elevato che non comprenderlo era naturale. Inoltre, dato che il Tantra va al di là della dualità, il suo stesso punto di vista è amorale. Ti prego di capire queste parole: “molale”, “immorale”, “amorale”. Noi capiamo la moralità, capiamo l’immoralità, ma abbiamo difficoltà quando qualcosa è amorale, cioè oltre entrambe. Il Tantra è amorale. Consideralo in questo modo… Un farmaco è amorale: non è né morale né immorale; che tu lo dia a un santo o a un ladro sarà ugualmente d’aiuto, perché non farà differenze. Il farmaco non può dire: “Questo è un ladro perciò lo ucciderò, e questo è un santo perciò lo aiuterò”. Una medicina è una cosa scientifica e non importa se sei un ladro o un santo. Il Tantra è amorale, e dice che non è necessaria alcuna moralità, non c’è bisogno di una moralità particolare; al contrario, sei immorale perché hai una mente molto disturbata. Perciò il Tantra non può porre prerequisito che prima diventi morale per poi praticarlo. Il Tantra afferma che questo è assurdo. Qualcuno è ammalato, febbricitante, viene il medico e dice: “ Per prima cosa fai scendere la febbre, diventa completamente sano. Solo allora ti potrò dare la medicina”. Questo è ciò che accade. Un ladro va da un santo e dice: “Sono un ladro. Insegnami a meditare”. Il santo afferma: “Prima abbandona la tua professione: come puoi meditare se rimani un ladro?”. Arriva un alcolizzato e chiede: “Sono alcolizzato, come posso meditare?”. Il santo risponde: “Innanzitutto devi abbandonare l’alcol, solo in seguito potrai meditare”. Sono condizioni capestro: l’uomo è alcolizzato, ladro o immorale perché ha una mente disturbata, malata. Questi sono gli effetti, le conseguenze della mente malata, e gli si dice: “Prima guarisci e poi potrai meditare”. Ma in tal caso chi avrà bisogno della meditazione? La meditazione è terapeutica: è una medicina. Il Tantra è amorale. Non ti chiede chi sei, è sufficiente il fatto che tu sia una persona; dovunque tu sia, qualsiasi cosa tu sia, sei accettato. Scegli una tecnica idonea, mettici tutta la tua energia e non sarai più lo stesso. Le tecniche reali, autentiche, saranno sempre così; se fisso dei prerequisiti, significa che possiedo una pseudotecnica. Dico: “Prima fai questo e non fare quello, e poi…”, e quelle condizioni sono impossibili, perché un ladro può cambiare l’oggetto dei suoi furti, ma non può diventare un non-ladro. Un uomo avido può cambiare l’oggetto della sua avidità, ma non può diventare non-avido. Puoi obbligarlo o può obbligare se stesso a non essere avido, ma sarebbe mosso sempre dall’avidità: se gli si promette il paradiso, potrà anche cercare di non essere avido, ma questa è avidità per eccellenza. Paradiso, moksha, liberazione, sat-chit-anand, esistenza, consapevolezza, beatitudine, saranno gli oggetti della sua avidità. Il Tantra dice che non puoi cambiare un uomo se non gli dai tecniche autentiche per cambiare. Non si cambia nulla solo predicando, e questo lo puoi constatare in tutto il mondo: qualsiasi cosa affermata dal Tantra è scritta in tutto il mondo. Così tanto predicare, così tanto moralizzare, così tanti sacerdoti, predicatori: il mondo intero ne è pieno e nonostante ciò tutto è talmente squallido e immorale! Perché accade? Sarebbe lo stesso se deste i vostri ospedali in mano ai predicatori: entrerebbero, comincerebbero a predicare, e farebbero sentire in colpa ogni malato: “Tu sei il colpevole! Tu hai creato la malattia; ora cambia questa malattia”. Se gli ospedali fossero dati ai predicatori, quale sarebbe il loro stato? Lo stesso in cui si trova in mondo intero. I predicatori continuano a predicare. Continuano a ripetere alla gente: “Non siate collerici”, senza dare alcuna tecnica. E abbiamo sentito questa lezione per così tanto tempo che ora neppure solleviamo la domanda: “Che cosa state dicendo? Io sono in collera e voi dite semplicemente: ‘Non essere in collera’. Come è possibile? Quando sono arrabbiato significa che ‘io’ sono arrabbiato e voi mi dite solo: ‘Non essere arrabbiato’. In questo modo non posso che reprimere me stesso”. Ma questo genererà più rabbia, più colpa, perché se cerco di cambiare me stesso e non ci riesco, mi sentirò inferiore. Mi dà un senso di colpa, di incapacità. Non riesco a vincere la mia rabbia; nessuno può farlo! Hai bisogno di alcune armi, di alcune tecniche, perché la tua collera è solo l’indice di una mente disturbata e quel segnale cambierà. La rabbia sta semplicemente mostrando ciò che sta dentro: cambia l’interiorità e l’esterno cambierà. Il Tantra quindi non si occupa della vostra cosiddetta moralità. In realtà porre l’accento sulla moralità è meschino, degradante, è disumano. Se qualcuno venisse da me e io dicessi: “Per prima cosa abbandona la collera, per prima cosa abbandona il sesso, abbandona questo”, sarei disumano. Ciò che dico è impossibile da realizzare e tale impossibilità farà sentire quella persona meschina dentro. Comincerà a sentirsi inferiore, sarà degradata ai suoi stessi occhi e, se tenterà l’impossibile, fallirà. E quando fallirà, si convincerà di essere un peccatore. I predicatori hanno convinto il mondo intero: “Voi siete peccatori”. E ciò va bene per loro. Perché se non ne foste convinti loro non potrebbero lavorare. Dovete essere peccatori: solo in questo modo continuano a prosperare chiese, templi e moschee. Il loro successo deriva dal vostro essere nel peccato, la vostra colpa è il fondamento di tutte le chiese più alte: più colpevoli siete, più le chiese continueranno a elevarsi sempre più in alto; sono costruite sulla vostra colpa, sul vostro peccato, sul vostro complesso di inferiorità. In questo modo hanno creato un’umanità inferiore. Il Tantra non si occupa della vostra cosiddetta moralità, delle vostre formalità sociali, e così via. Questo non significa che dice di essere immorali, no! Al Tantra la vostra moralità importa così poco che non può neppure dirvi di essere immorali: vi offre tecniche scientifiche per trasformare la mente e, una volta che la vostra mente cambierà, il vostro carattere sarà diverso, una volta che la base della vostra struttura cambierà, tutto il vostro edificio sarà diverso. A causa di questo atteggiamento amorale il Tantra non ha potuto essere tollerato dai vostri cosiddetti santi, che gli si scagliarono contro perché, se avuto successo, tutta questa assurdità che prospera in nome della religioni avrebbe avuto fine. Considera questo: il cristianesimo ha lottato strenuamente contro il progresso scientifico. Come mai? Solo perché se nel mondo materiale esistesse progresso scientifico, non sarebbe molto lontano il giorno in cui la scienza potrebbe penetrare anche nel mondo psicologico e spirituale. Quindi il cristianesimo cominciò a lottare contro il progresso scientifico, perché una volta che si sa di poter cambiare la materia attraverso la tecnica, non è lontano il momento in cui si scoprirà di poter cambiare la mente attraverso delle tecniche, perché la mente non è altro che materia sottile. Il Tantra dice che la mente non è altro che materia sottile; può essere cambiata. E quando hai una mente diversa, hai un mondo diverso, perché tu guardi attraverso la mente. Il mondo che vedi, lo vedi a causa di un particolare stato mentale: cambia la mente e, quando guardi, c’è un mondo diverso. E se c’è la nonmente… questo per il Tantra è il massimo: arrivare a uno stato dove non esiste alcuna mente. Quindi osserva il mondo senza un mediatore. Quando non c’è il mediatore, incontri il reale, perché ora nessuno si frappone tra te e il reale; quindi niente può essere distorto. Perciò il Tantra dice che lo stato di un bhairava è quello in cui la mente non esiste più: lo stato di nonmente. Per la prima volta guardi al mondo, a ciò che è. Se hai una mente, continui a creare un mondo, continui a sovrapporre, a proiettare. Perciò per prima cosa cambia la mente, poi passa dalla mente alla nonmente. E questi centododici metodi possono aiutare ciascuno singolarmente. E’ possibile che un metodo in particolare non ti sia utile: ecco perché Shiva continua a esporre molti metodi. Scegline uno qualsiasi che sia adatto a te. Non è difficile sapere quello che ti si adatta. Cercheremo di capire ogni metodo e come scegliere quello in grado di cambiare te e la tua mente: questa comprensione, questa comprensione intellettuale sarà una necessità fondamentale, ma non è il fine. Prova qualsiasi cosa di cui parlerò. In realtà quando proverai il metodo giusto, qualcosa scatterà. Perciò in questa sede io continuerò a parlare di metodi ogni giorno. Provali: gioca semplicemente con loro, va’ a casa e prova. Quando ti imbatterai nel metodo giusto, qualcosa scatterà, qualcosa esploderà in te e saprai che questo è il metodo giusto per me”. Ma è necessario uno sforzo ed è possibile che ti sorprenda a scoprire che all’improvviso, un giorno, un certo metodo ha fatto presa su di te. Perciò, mentre io parlo, parallelamente tu continua a giocare con questi metodi. Dico “giocare” perché non dovresti essere troppo serio. Semplicemente gioca! Qualcosa potrebbe andarti bene; se è adatto a te, sii serio, immergiti in profondità, intensamente, onestamente, con tutta la tua energia, con tutta la tua mente, Ma prima, gioca semplicemente. Ho scoperto che mentre giochi la tua mente è più aperta; quando sei serio, la tua mente non è così aperta: è chiusa. Perciò gioca semplicemente, non essere troppo serio: gioca semplicemente. E questo metodi sono semplici, puoi semplicemente giocare con loro. Prendi un metodo e giocaci per tre giorni almeno. Se ti darà una particolare sensazione di affinità, di benessere, se ti darà la sensazione particolare che questo fa per te, dovrai diventare serio. In quel caso dimenticati degli altri, non giocare più con altri metodi. Restagli fedele per almeno tre mesi. I miracoli sono possibili, l’unica cosa è che la tecnica deve essere adatta a te, altrimenti non accadrà nulla. Quindi puoi continuare per vite intere, ma non succederà nulla. Se il metodo fa per te, perfino tre minuti bastano. Perciò questi centododici metodi per te possono essere un’esperienza miracolosa, oppure solo qualcosa che ascolti: dipende da te. Io continuerò a descrivere ogni metodo da ogni angolazione possibile. Se senti un’affinità particolare con un metodo, giocaci per almeno tre giorni, se senti che è adatto a te, che qualcosa scatta in te, continua a praticarlo per tre mesi. La vita è un miracolo. Se non hai conosciuto il suo mistero ciò significa solo che non conosci la tecnica per avvicinarlo. Shiva propone centododici metodi. Questi sono tutti i metodi possibili. Se nulla scatta e nulla ti dà la sensazione di essere adatto a te, non rimane alcun metodo per te: ricordatelo. In quel caso sii felice e dimentica la spiritualità, non fa per te. Ma questi centododici metodi sono per l’umanità intera, per tutti i secoli passati e per tutti quelli a venire. In nessuna epoca è mai esistito un solo uomo, e mai ne esisterà uno, che possa dire: “Questi centododici metodi sono tutti inutili per me”. Impossibile! Questo è impossibile! Nel Tantra è stato preso in considerazione ogni tipo di mente possibile e, per ogni tipo di mente, è stata data una tecnica. Esistono molte tecniche per le quali non esiste ancora alcun uomo: sono per il futuro. Esistono molte tecniche per le quali oggi non esiste più alcun uomo: sono per il passato. Ma non aver paura: vi sono molti metodi che sono per te. Perciò da domani inizieremo questo viaggio. Il libro dei segreti osho