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Tantra delle mano destra e della mano sinistra



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Il Tantra è comunemente suddiviso in due rami principali:

1. Il Sentiero della mano destra, Dakshinachara
2. Il Sentiero della mano sinistra, Vamachara

Il sentiero della mano destra pone in rilievo le discipline meditative e spirituali, insistendo sul massimo livello di purezza di condotta e d'azione.
Il sentiero della mano sinistra utilizza pratiche sessuali o l'impiego di carne e sostanze intossicanti, che non sono invece approvate dal sentiero della mano destra.
I sentieri di mano destra e mano sinistra sono collegati ai due principali lignaggi tantrici di Samaya e Kaula. Samaya significa "in accordo alla regola", in riferimento all'esecuzione di stretti principi di dharma. Kaula significa "relativo al Kula", ossia "secondo la famiglia", e cioè che consente Variazioni locali. Ma anche il sentiero Kaula segue un approccio di tipo meditativo, e sarebbe sbagliato porlo sullo stesso piano di quello che è comunemente considerato il Tantra della mano sinistra.
Il Tantra nell’odierna accezione del termine e dopo la rivisitazione di Osho è uscito da ogni lignaggio o appartenenza per essere “utilizzato” dalla civiltà occidentale, e prevede anche la parte meditativa che però assume un aspetto dinamico per adattarsi a chi vive in un mondo fatto di movimento e di agitazione, a volte esasperata, che rendono impossibile una pratica basata solo sull’immobilità e il respiro. Il Tantra non prevede necessariamente il consumo di carne o di sostanze “intossicanti”, la tendenza dei praticanti è sempre più verso un’alimentazione vegetariana se non vegana. Il Tantra finisce per avere una funzione detossicante, perché cambiando il rapporto con il proprio corpo, che diventa il tempio della pratica, si è portati alla ripulitura e purificazione per rendere più efficace gli effetti prodotti dalla pratica di questa via. Molti che hanno iniziato la pratica del tantra e delle meditazioni dinamiche, hanno poi smesso di assumere carne e derivati di animali.
II sentiero della mano destra è detto "dei bhakta", ossia degli adepti dal temperamento devozionale. Il sentiero della mano sinistra è detto "dei vira", ossia degli adepti dal temperamento vigoroso o eroico, in riferimento alla classe dei guerrieri (kshatriya). L'approccio della mano destra può essere anche definito sentiero ortodosso, ossia di chi segue lenorme di condotta prescritte, siano queste relative al dharma sociale indù o alle pratiche yoga.
L’adesioni a schemi, che appartengono, per tradizione, a etnie profondamente diverse da quelle occidentali, diventa incongrua a fronte a un’esigenza di profondo cambiamento e alla necessità di liberarsi da schemi che ostacolano la percezione più profonda di se. Rompere gli schemi precostituiti e liberarsene è uno degli effetti provocati dalla via Tantrica cosiddetta di sinistra che per gli occidentali sembra quella più adatta.
Il sentiero della mano sinistra concede pratiche non ortodosse che, a volte, si situano esternamente sia al dharma sociale indù, sia alle tipiche regole delle pratiche yoga. Ma anche la via Kaula contiene insegnamenti pertinenti alla tradizione indù in toto, e ne costituisce comunque parte integrante. Il Tantra buddista si basa sulla tradizione Samaya o della mano destra. Il sentiero della mano destra consiste in mantra, Yoga e meditazione.
I rituali costituiscono una pratica secondaria, oppure vengono utilizzati soltanto simbolicamente. È questa la tradizione più comune nei circoli monastici e braminici. I monaci rinunciano alla loro posizione sociale, per cui il rituale, che nell'Induismo è generalmente riservato ai sacramenti della vita sociale ordinaria, come il matrimonio, non risulta necessario.
La via della mano sinistra ha accolto in sé fattori respinti dalla via della mano destra. Ma da questi non è interamente costituita. A volte, la via della mano sinistra può semplicemente riferirsi a un'enfasi sulla Dea, la quale è la parte sinistra (vama) della divinità, e non necessariamente implica pratiche non ortodosse.
Un'altra distinzione è che la via della mano sinistra è detta la via dell'estasi, mentre la via della mano destra è detta della pace. Lungo il sentiero dell'estasi possiamo essere portati a compiere azioni estreme, mentre spezziamo preconcetti e liberiamo profonde energie interiori. Ma ricordiamo che soltanto la pace è duratura.

E’ molto vero. La pace ma meglio sarebbe dire, la beatitudine, è il fine ultimo di ogni via di trasformazione e cambiamento per riconoscere e ricongiungersi con la reale identità, ma per far questo è necessario proprio spezzare preconcetti e liberare profonde energie interiori perché sono proprio quelle, perlomeno per le condizioni esistenziali dell’occidente, che costituiscono blocchi e impedimenti perché l’energia si espanda e salga vero l’alto. Solo dopo questo “lavoro” preliminare è possibile sedersi in samadhi o zazen e contemplare l’ineffabile vuoto che tutto riempie, la beatitudine o pace.


Questi brani, tratti dal libro “L’Essenza del Tantra” di Harish Johari” ed. Il Punto di Incontro, appartiene chiaramente alla tradizione indù del Tantra con impostazione individuale e tendenzialmente ascetica, che incontra difficoltà ad essere seguito in occidente a meno di non ritirarsi in un luogo isolato. Una via complessa, che utilizza i mantra, gli yantra e un lavoro introspettivo agli antipodi delle abitudini di vita occidentale tutta proiettata sul fuori e sull’agire. Il Tantra, cosiddetto della mano sinistra, appare più adatto, anche se “rischioso” e “temerario”, perché utilizza pratiche catartiche, dinamiche, ma anche divertenti e giocose. 
PREMARTHA Giuseppe Crispo

Per diventare Tantrika, bisogna avere l’anima di un eroe


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Il massaggio tantrico è una pratica potente, esula da tutto quello che induce ad una immagine prevalentemente sessuale del Tantrismo. Il Tantrismo è una via ascetica che passa attraverso la sperimentazione fisica. Non combatte il corpo, il desiderio, ma vi si immerge completamente, riportando il corpo alla sua concezione sacrale.
Non tutti possono praticare questo massaggio, né tantomeno questo massaggio può essere piegato a supposte velleità personali. Fioriscono sul web reinterpretazioni del massaggio tantrico delle più svariate: coccole, cinque elementi, ma anche sei o sette volendo. Impiego di piume, bende e unghie finte.
Il massaggio ha bisogno solo delle mani e della presenza.
Che si traduce in ascolto e adorazione dell’altro.
Non amo la parola Guru, ma se c’è un uomo che a me ha insegnato l’ascolto e la presenza nel massaggio è Daniel Odier che rimane uno dei pochi studiosi onesti che possono e debbono parlare di Tantra. Il virgolettato fa parte di una serie di appunti presi durante le sue lezioni che diventano per me fonte inesauribile di riflessione.
Poi va bene il massaggio al lingam, alla yoni e le richieste delle più improbabili, ma se vi lasciate portare dalla lentezza, dalla continuità, dalla presenza allora sì che siete nel viaggio.

“Per diventare Tantrika, bisogna avere l’anima di un eroe”
– da L’iniziazione di un occidentale all’amore assoluto di Daniel Odier

Il massaggio tantrico kashmiro è una potente forma di meditazione che consente di travalicare i limiti mentali e fisici per accedere a livelli di coscienza più elevati. Ma richiede doti e capacità particolari tanto per chi il massaggio lo esegue, quanto per chi lo riceve.
Paradossalmente ricevere un massaggio tantrico non è facile come si pensa. Siamo abituati per condizione e convinzione al “fare”, il nostro modus vivendi è nel “fare”, difficilmente il nostro atteggiamento sarà totalmente ricettivo e per totalmente ricettivo non intendo passivo. L’essere passivo è fruire in maniera quasi inconsapevole di qualcosa. Nel caso del massaggio si richiede invece consapevolezza e attenzione rispetto a quello che si sta ricevendo.
L’attitudine a ricevere un massaggio quindi riporta necessariamente l’attenzione sul corpo e sui limiti del corpo, su quello che sentiamo, ma soprattutto su quello che non sentiamo più.
Il massaggio tantrico erroneamente definito un massaggio sessuale in realtà spalanca le porte alla sensorialità, consentendo al corpo tutto di sentire.
Attraverso la pratica del massaggio la Kundalini, l’energia sessuale viene risvegliata e manipolata fino a raffinarla ed espanderla in tutto il corpo cosciente.
“Nel massaggio non poniamo limiti il solo limite è la presenza, sentire ciò di cui l’altro ha bisogno e non averne paura.”
Il concetto di presenza è un concetto non scindibile dalla esecuzione del massaggio tantrico.
La presenza consente l’ascolto dell’altro, attraverso la presenza consapevole io sento il corpo dell’altro e ciò che quel corpo mi chiede.
Ci sono alcune professioni che esigono naturalmente la presenza: le professioni forensi ad esempio, ma anche banalmente lavorare in una macelleria. Ciò che appare frutto dell’abitudine in realtà è frutto di una presenza consapevole. Il macellaio quando tahgia sa cosa deve fare e cosa non deve fare, certo lo stesso non può sempre dirsi degli uomini di legge, ma in entrambi in casi la presenza è indispensabile alla esecuzione della loro professione.
“Alla base c’e’ l’adorazione della persona che stiamo massaggiando se è presente questa adorazione può succedere di tutto.”
La presenza ci consente di comprendere appieno ciò di cui l’altro ha bisogno e di rispondere alle sue esigenze, piuttosto che, attraverso proiezioni pericolose, fare quello che noi abbiamo voglia di fare, in questo caso la presenza difetterebbe.
L’adorazione dell’altro è alla base del massaggio, ma dovrebbe essere alla base di tutte le relazioni sociali, ecco la profonda pericolosità del Tantrismo che veicola una idea del mondo basata sul rispetto profondo ed incondizionato dell’altro.
In questo senso scompare il concetto di limite nel massaggio, tutto è permesso, l’unico limite è dato dai bisogni dell’altro.
“La cosa più difficile è non avere intenzione né prima né durante il massaggio e non aver paura e tra queste due cose c’è uno spazio che deve essere esplorato, c’è molta libertà all’interno.”
La mancanza di intenzione durante il massaggio, la capacità cioè per chi lo dona di radicarsi completamente nel gesto, fa sì che non subentri il mentale attraverso l’ intenzione:
“Faccio questa cosa o non la faccio?”
laddove subentri l’intenzione infatti si ingenera la paura:
“Cosa succederà se io faccio questa cosa?”
Se si è totalmente presenti con il corpo, sarà il corpo a condurre attraverso le mani, danzando sul corpo dell’altro. Le nostre mani esplorano, cercano, si aprono lentamente alle necessità che il corpo dell’altro esprime senza alcuna paura, totalmente assorbite dalla valenza del gesto in sé.
“C’è una meccanica sessuale da osservare e di cui prendere coscienza, non diciamo che non deve iniziare questa meccanica sessuale, è automatico. E’ normale sentire eccitazione sessuale perchè è piacevole.”

Il massaggio tantriko lavora sull’energia Kundalini che viene normalmente rappresentata come un serpente dormiente alla base della schiena, quando la Kundalini è risvegliata il serpente si srotola lungo la colonna armonizzando i chakra, ma per il Tantrismo questa idea del serpente ha rimandi eccessivi all’erezione maschile, tanto che si ritiene essere la sede della Kundalini: il cuore rappresentata da una forma sferica che durante il massaggio si espande fino a contenere tutto il corpo. Durante il massaggio l’attenzione infatti è costantemente rivolta al cuore.
La Kundalini è l’energia sessuale, un serbatoio di incredibile potenza cui attingiamo ordinariamente per manifestare la nostra creatività, anche cucinare un piatto di pasta “sfizioso” richiede il dispiegamento di tale energia.
Il massaggio tantrico manipola l’energia sessuale ovviamente almeno inizialmente l’impatto è fortemente sessuale. Durante il massaggio infatti è frequente l’erezione per gli uomini, almeno nella fase iniziale poiché l’impatto infatti è fortemente fisico. I corpi si toccano, le mani sfiorano e il corpo reagisce agli stimoli, salvo poi nella prosecuzione diventare altro.
Dare una connotazione che sia solo sessuale a questa pratica, significa limitare grandemente il massaggio tantrico; nessun giudizio negativo per chi pratica massaggi erotici, che spesso vengono definiti tantrici, con tanto di corredo di piume ed unghie finte, ma il massaggio tantrico esplora il corpo nella sua integralità, lo riporta ad un sentire antico, con rimandi alla vita pre-uterina, l’associazione della respirazione, del battito del cuore, del tocco lento e consapevole sollecita la memoria ancestrale che le cellule conservano e il rimando alla Madre è inevitabile
“Durante il massaggio visiterai tutti gli stati dell’essere umano. Ti puoi sentire come un embrione nel ventre della madre o adolescente, ti puoi sentire come una donna di varia età.
Abbiamo voglia di essere toccati, con questa libertà è raro che avvenga e questo tipo di contatto guarisce tocchi maldestri che ci hanno fatto soffrire.”
Il massaggio consente di viaggiare attraverso il corpo e attraverso il tempo, di toccare quello che siamo stati, ma anche quello che saremmo. Mette in contatto con la parte più profonda dell’Io, quella che non può essere toccata, quella che il più delle volte non vuole essere toccata.
Siamo fatti di intrecci sottilissimi e fragili: la lentezza, la presenza e la continuità sfiorano le corde più intime dell’animo umano, il corpo celebra la sua sacralità e diventa tuttuno con il cosmo.
“E’ sempre un problema di equilibrio tra il guidare ed il seguire, è un punto difficile perchè spesso facciamo confusione tra ciò che noi vogliamo e ciò che la persona vuole.”
Durante il massaggio è quindi indispensabile la centratura e la presenza costante. L’ascolto di chi riceve il massaggio, del suo corpo, dei fremiti, delle vibrazioni che genera il tocco consapevole rendono il massaggio tantrico un’esperienza in cui corpo e mente si ricongiungono in un unicum inscindibile ed indistinguibile.
“All’inizio del massaggio non siamo né uomo né donna, poi succede che siamo uomo e donna e tutto il peso della cultura che ci obbliga ad essere uomo o donna. Bisogna tornare a qualcosa di primordiale che era presente. Puoi avere il sentimento di entrambi durante il massaggio
puoi essere uomo e donna.”
Attraverso il massaggio il maschile si riequilibra con il femminile e poiché le donne sono facilitate in questo essendo tantriche per natura, il massaggio fa sì che l’uomo sia in grado di sentire come una donna attraverso tutto il corpo, non limitando l’attenzione ai chakra più bassi, ma coinvolgendo interamente il corpo nel sentire.
“Il corpo è molto intelligente lascialo vivere. Il tuo corpo non ti racconta storie o la vive o non la vive. Per la testa tutto è complicato. Anche sapere se mettere lo zucchero nel caffè richiede connessioni neuronali. E’ per questo che è difficile insegnare questo massaggio perchè tocca corde molto profonde apre questioni molto profonde.”

Il massaggio dunque riporta la centralità sul corpo fisico, un corpo da cui ci siamo allontanati. Viviamo tempi in cui il mentale si è espanso: strumenti come i social network amplificano la distanza dal corpo, tutto diventa verbo, tutto relegato alla sfera del mentale, esautorati dal nostro corpo e dalle nostre sensazioni.
“In principio era il verbo ed il verbo si fece carne”
Il Tantrismo quindi come via mistica che passa attraverso il corpo per restituire ad esso la sua sacralità. Perchè il corpo sia carne e verbo insieme. 

cit. Daniel Odier

ESPRESSIONE E REPRESSIONE


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Espressione e repressione sono due facce della stessa medaglia. Sono contraddittorie, ma di base non sono diverse. Sia nell’espressione sia nella repressione il centro è l’altro.
Sono arrabbiato: reprimo la rabbia. Ero sul punto di esprimere la mia rabbia contro di te, ora la reprimo, ma la rabbia continua a essere proiettata su di te, che sia espressa oppure no. Non proiettare gli stati d’animo sull’altro: tu ne sei la fonte. Che tu la esprima o la reprima, tu sei la fonte. L’enfasi non è né sull’espressione né sulla repressione, è sul sapere da dove sorge questa rabbia. Devi muoverti verso il centro, verso la fonte dalla quale sorgono la rabbia, l’odio e l’amore.
Quando reprimi non ti muovi verso il centro: stai lottando con l’espressione. In me è emersa della collera. In genere posso fare due cose: esprimerla oppure reprimerla. Ma in entrambi i casi mi preoccupo dell’altro e dell’energia di rabbia che è venuta alla superficie, non della sua fonte. Osserva semplicemente la tua energia che sorge, penetra all’interno e scende in profondità e trovane la fonte; non appena l’hai trovata, rimani centrato in essa. Non fare niente con la rabbia, ricordatene. Se la esprimi o se la reprimi fai qualcosa con la collera. Non fare nulla con la rabbia, non toccarla, usala solo come un sentiero. Penetra profondamente in essa per sapere da dove sia sorta e, non appena hai trovato la fonte, sarà molto facile centrarsi lì. In realtà la rabbia deve essere usata come un sentiero per trovarne la fonte. Può venire usata qualunque emozione
Reprimendola non ne troverai la fonte: lotterai solo con l’energia che è venuta a galla e che vuole essere espressa. Puoi reprimerla, ma presto o tardi verrà espressa perché non sei in grado di lottare con l’energia che è affiorata: deve essere espressa. Quindi se non la esprimi su A, lo farai su B o C. Quando troverai qualcuno più debole di te, darai un’espressione a quell’energia. Se non la esprimi ti sentirai oppresso, teso, pesante e a disagio. Sei in collera con il tuo capo; non puoi esprimere la tua rabbia: non è “economico”. Devi ingoiarla, per cui aspetti di poterla riversare su tua moglie, su tuo figlio o da qualche altra parte, su un tuo servo… E la esprimerai non appena arriverai a casa. Ne troverai delle cause, naturalmente, giacché l’uomo è un animale che razionalizza. Razionalizzerai; troverai qualcosa, qualsiasi banalità: ora diventerà molto importante perché hai qualcosa da esprimere.
La repressione non è altro che un rimandare.
Puoi rimandare per mesi, per anni, e i saggi dicono che puoi rimandare anche per vite intere, ma tutto dovrà essere espresso.
Gurdjieff era solito creare situazioni nelle quali induceva la rabbia, o l’odio, o qualunque altro stato d’animo, e quello era un fenomeno provocato. Tu non ne eri consapevole. Gurdjieff è seduto con i suoi discepoli e tu entri. Non sei consapevole di ciò che sta per accadere, ma loro sono pronti a creare in te della rabbia: si comporteranno di conseguenza. Qualcuno dirà qualcosa, e l’intero gruppo si comporterà in modo talmente insultante che diventerai furioso. All’improvviso affiorerà la rabbia; sei infiammato. E quando Gurdjieff vede che sei giunto a un punto da cui puoi scendere in profondità o puoi uscire da te stesso, quando dentro di te sei giunto al culmine e sei sul punto di esplodere, allora dice: “Chiudi gli occhi e sii consapevole della tua rabbia e torna indietro”. Solo in quel momento ti accorgerai che la situazione era stata provocata. Nessuno ha interesse nell’insultarti: era solo un dramma, uno psicodramma, ma la rabbia è emersa. E anche se arrivi a sapere che era solo un dramma, l’energia non può sbollire d’un tratto: avrà bisogno di un po’ di tempo. Questa energia ti sarà utile solo per scendere fino al punto da cui è venuta; ora puoi unirti alla fonte originaria. E questo è uno dei metodi di meditazione che hanno più successo. Provoca uno stato d’animo qualsiasi… ma non ce n’è neanche bisogno perché tutto il giorno emergono stati d’animo diversi. Per meditare usa qualsiasi stato d’animo. In quel momento ti sarai completamente dimenticato dell’altro, e non reprimerai nulla: scenderai solo verso la fonte con l’energia che è affiorata.
Ogni energia proviene dalla fonte, perciò in questo istante il sentiero è caldo e tu puoi imboccarlo per ritornare indietro. E non appena raggiungi la fonte originaria, l’energia calerà inghiottita da quella. Non si tratta di repressione: l’energia è ritornata alla fonte originaria. E quando acquisti la capacità di riunire la tua energia con la tua fonte originaria, diventi il padrone del tuo corpo, della tua mente, della tua energia. Sei diventato il padrone! Ora non disperderai più la tua energia. Allorché arrivi a comprendere come l’energia si ritira con te fino al centro, non c’è più bisogno di alcuna repressione né di espressione.
Ricorda: l’energia non è né rabbia né amore né odio. L’energia è semplicemente energia, neutra. La stessa energia diventa rabbia, la stessa energia diventa sesso, la stessa energia diventa amore, la stessa energia diventa odio. Queste sono tutte forme della stessa energia. Tu dai la forma, la tua mente dà la forma, e l’energia la sostanzia. Perciò, ricorda, se ami profondamente non ti rimarrà molta energia per arrabbiarti; ne avrai molta a disposizione se non ami affatto, e continuerai a trovare situazioni nelle quali arrabbiarti.
Se la tua energia viene espressa attraverso il sesso, sarai meno violento: ecco perché i militari non permettono mai ai soldati di avere relazioni sessuali.
Se venissero permesse i militari diventerebbero assolutamente impotenti per combattere. E’ per questo che quando una civiltà giunge al suo culmine non può combattere. In questo modo le società più evolute e più civilizzate vengono sempre calpestate e sconfitte da civiltà minori, sempre, perché una civiltà più evoluta cura i bisogni di ogni suo individuo incluso il sesso. Perciò quando una società è veramente strutturata, è opulenta, i bisogni sessuali di tutti vengono soddisfatti, ma quando lo sono non puoi combattere. Puoi farlo molto facilmente solo se i bisogni sessuali non sono soddisfatti.
Se quindi vuoi un mondo di pace, sarà necessaria una maggiore libertà sessuale. Se vuoi un mondo di guerre, di lotte, allora rinnega il sesso, reprimilo, crea atteggiamenti anti-sessuali. Questa è una cosa alquanto paradossale: i cosiddetti santi e i saggi continuano a parlare di pace, ma continuano anche a parlare contro il sesso. Continuano a creare un’atmosfera anti-sesso, e allo stesso tempo ripetono che al mondo è necessaria la pace, non la guerra. Questo è assurdo. Hanno più ragione gli hippy, il loro motto è giusto: “Fate l’amore, non fate la guerra”. E’ giusto. Se riesci a fare di più l’amore, in realtà non riuscirai a fare la guerra. Ecco perché i cosiddetti sannyasin che hanno represso il sesso saranno sempre violenti, arrabbiati, arrabbiati per nulla: solo arrabbiati, solo violenti, ribollono al punto di esplodere. La loro intera energia si muove inespressa. A meno che l’energia non ritorni alla sua fonte nessun brahmacharia, nessuna vera castità sarà possibile. Puoi reprimere il sesso: allora diventerà violenza. Se l’energia sessuale si muove fino a raggiungere il centro, tu sarai proprio come un bambino. Il bambino possiede energia sessuale, più di quanta ne abbia tu, ma è ancora alla sua fonte. Non è ancora in circolazione nel corpo. Perché un bambino appare così innocente? L’energia è alla sua fonte, non si è ancora mossa. La stessa cosa accade di nuovo quando un individuo si illumina: l’intera energia si sposta alla fonte, e quella persona diventa simile a un bambino. E’ questo che Gesù intende quando dice:
“Solo coloro che sono come bambini entreranno nel regno di Dio”. Che cosa intende? Scientificamente significa che tutta la tua energia è ritornata alla sua fonte. Se l’esprimi, è fuoriuscita. E quando viene espressa, tu abitui l’energia a fuoriuscire, a trapelare. Se la reprimi, l’energia non ritorna alla sua fonte, e neppure è uscita: è sospesa. E un’energia sospesa è un peso. E’ per questo che se veramente esprimi la rabbia ti senti alleviato. E anche dopo un atto sessuale ti senti sollevato. Se distruggi qualcosa il tuo odio si libera e tu ti senti sollevato
Alla sua fonte l’energia è senza forma. Questa elettricità, per esempio, è senza forma. Quando va a finire in un ventilatore assume una certa forma. Quando va a finire in una lampadina assume una forma diversa. Puoi usarla in mille modi: l’energia è la stessa. La forma è data dal meccanismo attraverso il quale si muove. La rabbia è un meccanismo, il sesso è un meccanismo, l’amore è un meccanismo, l’odio è un meccanismo. Quando l’energia va a finire nel canale dell’odio, diventa odio e se va a finire nell’amore, diventa amore. E quando ritorna alla sua fonte è energia senza forma, pura energia. Non è né odio né amore né rabbia né sesso: è semplicemente energia. In quel caso è innocente, poiché l’assenza di forma è innocenza assoluta. E’ per questo che il Buddha appare così innocente, così simile a un bambino: l’energia è ritornata alla sua fonte.
Non esprimerti, perché stai sprecando la tua energia è stai aiutando l’altro a sprecare anche la sua. Non reprimerti, perché crei energia sospesa che dovrà essere liberata. Che fare dunque? Ritorna semplicemente alla fonte dalla quale proviene lo stato d’animo. E mentre lo stato d’animo è caldo, il sentiero interiore è chiaro, visibile, puoi imboccarlo. Usa gli stati d’animo per meditare. Il risultato sarà miracoloso, incredibile. E una volta che avrai trovato la chiave che ti mostra come riversare l’energia nella sua fonte, avrai una qualità diversa della personalità. Allora non dissiperai più nulla, ti sembrerà stupido. Il Budda ha detto che quando sei arrabbiato con qualcuno ti stai punendo per l’azione dell’altro. Ti ha insultato questa è la sua azione. E tu ti autopunisci arrabbiandoti: stai dissipando la tua energia. Questo è stupido, ma allora, dando ascolto al Buddha, a Mahavira, a Gesù, noi cominciamo a reprimerci; cominciamo a reprimere la nostra energia; pensiamo che non va bene, che è stupido essere arrabbiati. Che cosa fare dunque? Reprimi la rabbia, non arrabbiarti, ritirati in te stesso, chiuditi. Combatti la tua rabbia e reprimila. Ma in quel caso sarai seduto su qualcosa che esploderà da un momento all’altro. Sei seduto su un vulcano: esploderà da un momento all’altro. Tu continui ad accumulare la rabbia dell’intera giornata, viene accumulata; la rabbia dell’intero mese viene accumulata; la rabbia dell’intero anno, e la rabbia della tua intera vita, e poi quella di molte vite precedenti. E’ lì, può esplodere da un momento all’altro. A quel punto cominci ad aver paura persino di vivere, perché a ogni istante può insorgere una qualsiasi cosa per cui tu esplodi. Cominci ad avere paura. A ogni istante c’è una lotta interiore. Gli psicologi sostengono che è meglio esprimersi che reprimersi, ma la religione questo non lo può dire. La religione afferma che entrambe le cose sono stupide. Con l’espressione fai del male all’altro oltre che a te stesso. Reprimendoti fai del male a te stesso, e un giorno farai del male anche a qualcun altro. Raggiungi la fonte così che l’energia si ritiri e divenga senza forma: in quel momento ti sentirai molto potente senza però arrabbiarti. Sentirai l’energia, l’energia vitale: sarai vivo, avrai un’intensa vita senza forma. Chiunque verrà impressionato anche solo dalla tua presenza. Non avrai bisogno di dominare alcuno: basta la tua presenza, e tutti sentiranno che è arrivata un fonte di forza sconosciuta. Quando qualcuno va da un Buddha o un Krishna, improvvisamente la sua energia sente un cambiamento di atmosfera a causa di una sorgente incredibilmente potente. Non appena ti avvicini, vieni magnetizzato. Nessuno ti sta magnetizzando, nessuno sta cercando di far nulla. E’ solo la presenza.

Quando la tua energia si ritrae nella fonte originaria, tu diventi un centro magnetico.

Osho – Il Libro dei Segreti 


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Il Tantra di Daniel Odier



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Il coraggio del Tantrika è quello di abbandonare gli insegnamenti una volta assorbiti non valgono più di una pelle abbandonata fra i sassi da un serpente. 
Quando si è in costante mutazione, viene il giorno in cui la Coscienza non ha bisogno di poggiare su nulla, avviene allora il Risveglio . Cit Daniel Odier

Non conoscono un altro tipo di uomo

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"Gli psicologi dicono che l’amore non è altro che un gioco preliminare per fare sesso. Hanno ragione, perchè non hanno a disposizione un’altro tipo di uomo da studiare. Loro ti studiano e poi ne deducono che l’amore non è altro che un gioco preliminare, dove si crea una situazione in cui il sesso può accadere, nient’altro. Cosi quando il sesso è finito, l’amore svanisce. Come quando hai fame e ti avvicini al cibo e guardi il cibo con occhi incantati. Ma se la tua fame viene soddisfatta, allora non sei più interessato al cibo. Tutto l’incantesimo è perso.
Quando ami tua moglie o tuo marito, l’amore è soltanto una scusa per fare sesso, perché può essere troppo rude iniziare….cosi l’amore diventa come una sostanza lubrificante. E quando il sesso è soddisfatto, il marito si gira dall’altra parte e si addormenta esausto. Tutto l’incantesimo è scomparso. Ritornerà di nuovo quando lui sentirà un certo appetito. Gli psicologi dicono che l’amore non è altro che un gioco preliminare, solo un manierismo. E hanno ragione, perchè non conoscono un altro tipo di uomo."Osho

L'amore per Osho

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  • L'amore non è un rapporto, l'amore è uno stato dell'essere che non ha nulla a che fare con chiunque altro.
  • Non si è innamorati - in amore - si è amore. Naturalmente, quando sei amore, sei innamorato: essere innamorato è una conseguenza, è un sottoprodotto: non è la sorgente. La sorgente del tuo innamoramento è che tu sei amore. E il vero opposto dell'amore è la paura. Quando ami ti espandi, ti apri, hai fiducia; quando hai paura ti rattrappisci, ti chiudi, ti assalgono i dubbi. Amare la vita è la vera religione, non esiste una religione più elevata dell'amore. Medita, danza, canta entra sempre più in profondità nella tua interiorità. Ascolta con maggior attenzione il canto degli uccelli, guarda i fiori con  stupore e meraviglia. Non coltivare il sapere, non continuare ad etichettare qualsiasi cosa.... Incontra le persone; mischiati alle persone, coinvolgiti con il maggior numero possibile di persone, poichè ciascuna esprime una diversa sfaccettatura del divino, impara dalle persone. Non avere paura, l'esistenza non ti è nemica.
  • Abbi fiducia e comincerai a sentire in te una nuova sorgente di energia: quell'energia è l'amore. Quell'energia vuole benedire l'intera esistenza, poichè in quell'energia ogni essere umano si sente benedetto. Osho

LA FONTE DEI TUOI STATI D'ANIMO SEI TU


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La dodicesima tecnica di centratura:

 “Quando insorge uno stato d’animo contro qualcuno o a favore di qualcuno, non attribuirlo alla persona in questione, resta centrata”.

Se in te insorge dell’odio per qualcuno o dell’amore, come ti comporti? Lo proietti sull’altro. Se provi odio nei miei confronti, nel tuo odio ti dimentichi completamente di te stesso; solo io divento il tuo oggetto. Se provi amore per me, dimentichi te stesso completamente; solo io divento il tuo oggetto: proietti il tuo amore, il tuo odio o qualunque altra cosa su di me. Ti dimentichi completamente del tuo centro interiore, l’altro diventa il tuo centro.
Questo sutra dice che, quando sorge odio, amore o qualunque stato d’animo avverso o favorevole a qualcuno, non bisogna proiettarlo sulla persona in questione. Ricordati, tu ne sei la fonte. Io ti amo. La sensazione comune è che tu sei la fonte del mio amore. In realtà le cose non stanno così: io ne sono la fonte, tu sei solo li schermo su cui proietto il mio amore. Tu sei solo uno schermo, io proietto il mio amore su di te e dico che sei la fonte del mio amore.
Questa non è la realtà, è una finzione. Io raccolgo la mia energia d’amore e la proietto su di te: in quell’energia tu diventi attraente. Per qualcun altro potresti non essere attraente, potresti essere del tutto ripugnante. Perché? Se sei tu la fonte dell’amore tutti dovrebbero provare amore per te, ma tu non lo sei, Io proietto l’amore, perciò diventi attraente; qualcun altro potrebbe proiettare odio, in quel caso diventerai odioso: Qualcun altro non proietta nulla, resta indifferente; potrebbe non averti neppure rivolto lo sguardo. In ogni caso, noi proiettiamo i nostri stati d’animo sugli altri. E’ per questo che, sei in luna di miele, la luna sembra bellissima, un miracolo, meravigliosa. Il mondo intero sembrava diverso, e in quella stessa notte per il tuo vicino questa notte miracolosa potrebbe non esistere affatto. Suo figlio è morto: la stessa luna è solo tristezza, è insopportabile. Ma per te è incantevole, ammaliante, ti fa impazzire. Perché? La luna è la fonte o forse è solo uno schermo su cui tu proietti te stesso?
Questo sutra dice: “Quando insorge uno stato d’animo contro qualcuno o a favore di qualcuno, non attribuirlo alla persona in questione” o all’oggetto in questione. Resta centrato. Ricorda che tu ne sei la fonte; dunque non muoverti verso l’altro, muoviti verso la fonte. Quando provi odio, non andare verso l’oggetto, non andare verso la persona a cui il tuo odio si sta indirizzando, vai piuttosto verso il centro da cui proviene. Va’ verso l’interno.
Usa l’odio, o l’amore, o qualunque altro stato d’animo, come un viaggio verso il tuo centro più intimo, alla fonte, e resta centrato lì. Provaci! Questa è una tecnica psicologica molto scientifica. Qualcuno ti ha insultato; la rabbia esplode all’improvviso, sei febbricitante. La collera sta fluendo verso la persona che ti ha insultato. Ora proietterai tutta questa rabbia su di lui. Lui non ha fatto nulla. Anche se ti ha insultato, che cosa ti ha fatto? Ti ha solo punzecchiato, ha aiutato la tua rabbia ad affiorare, ma la rabbia è tua. Quindi bisogna distinguere. L’altro non è la fonte. La fonte sta sempre dentro di te. L’altro colpisce la fonte, ma se dentro di te non c’è rabbia, non può uscire. La rabbia non uscirà perché non ce n’è. Se getti un secchiello in un pozzo asciutto, non ne esce niente, se lo fai con un pozzo pieno, l’acqua esce, ma proviene dal pozzo: il secchiello aiuta solo a portarla fuori
La fonte sei tu, ricordatelo. Per questa tecnica, ricordati che sei la fonte di tutto ciò che continui a proiettare sugli altri, e quando c’è uno stato d’animo avverso o favorevole, va immediatamente all’interno e raggiungerai la fonte. Resta centrato lì, non muoverti verso l’oggetto. Qualcuno ti ha dato l’occasione per essere consapevole della tua rabbia: ringrazialo immediatamente e dimenticati di lui.  E quando raggiungi un punto fresco all’interno, all’improvviso realizzerai una dimensione diversa, un mondo diverso che ti si apre davanti. Usa la rabbia, usa l’odio, usa l’amore per penetrare all’interno. Noi li usiamo sempre per muoverci verso l’altro, e ci sentiamo molto frustati se non c’è una persona su cui proiettare i nostri stati d’animo, perciò continuiamo a proiettarli persino su oggetti inanimati

Osho – Il Libro dei Segreti 

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