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La purezza primordiale della mente – Mahasiddha Savari

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La purezza primordiale della mente
è della natura dello spazio,
non esiste nulla che qualcuno
possa ricevere o rifiutare!
Il Gange e tutti i fiumi che vi confluiscono
si gettano nell’oceano e hanno un unico sapore.
La mente e gli eventi
riposano nell’espansione della realtà originaria:
hanno un unico sapore!
Come per una mente illuminata
la dualità meditazione e non-meditazione non esiste,
così lo spazio non percepisce se stesso come spazio:
né medita su se stesso
:
è uno stato di consapevolezza non duale
in cui le diverse percezioni
si mescolano come il latte e l’acqua
nel sapore della grande beatitudine.

OSSERVA IL TUO PASSATO Osho

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"Fa' che la tua attenzione sia in un punto dove puoi vedere qualche evento passato, e perfino la tua forma, avendo perso le sue attuali caratteristiche, è trasformata."
Ricorda il tuo passato, un qualunque avvenimento: la tua infanzia, un'avventura galante, la morte di tuo padre o di tua madre, una cosa qualunque. Osservalo, ma non lasciarti coinvolgere. Ricordalo come se fosse la vita di qualcun altro. E mentre questo avvenimento torna a essere proiettato di nuovo, siine consapevole, come un testimone, restandone distaccato. La tua forma passata sarà presente, col ricordo; non può essere diversamente. Sii distaccato anche dalla tua forma passata. Osserva l'intero fenomeno come se l'intera cosa non ti appartenesse. Tu sei solo un testimone, un osservatore. Si tratta di una profonda catarsi. E se riesci a farla ogni giorno, ad esempio la sera, prima di addormentarti, sentirai un profondo senso di benessere, una nuova freschezza. Se poi riesci a insegnarla ai bambini, perché la facciano ogni giorno, non saranno mai appesantiti dal loro passato. Vivranno sempre qui e ora, non avranno mai bisogno di tornare al passato. Non avranno nulla in sospeso, nulla incomberà su di loro per ciò che riguarda il passato. Puoi farlo ogni giorno. La mente vorrebbe iniziare dal mattino, ricordalo, ma in questo caso non avverrebbe un dipanarsi; anzi, l'intera realtà verrebbe accentuata: se parti dal mattino, farai la cosa sbagliata. Facendone una pratica quotidiana, all'improvviso, un giorno, mentre sei al lavoro, nel mondo degli affari, in ufficio, sarai cosciente di poter essere un testimone degli eventi che ti stanno capitando proprio in quel momento. E potrai metterti in disparte proprio ora, nel momento in cui le cose ti accadono; puoi restare un testimone, e in questo caso non ti arrabbierai. La rabbia implica un'identificazione. Nella tecnica viene detto di osservare "la tua forma": la tua forma sarà presente, non tu. È sempre e solo la tua forma che viene coinvolta, tu non lo sei mai, né lo sei mai stato. Cominciare nel presente è difficile, per questo Shiva dice di iniziare dal passato: è meno immediato, puoi esserne distaccato. Questa tecnica ti trasformerà profondamente, perché dipanerà tutti gli avvenimenti del passato: alla fine saprai che il tuo corpo, la tua mente, la tua esistenza nel tempo, non sono la tua realtà essenziale. Gli eventi si susseguono in essa, senza minimamente intaccarla. Tu rimani sempre innocente, intatto. Ogni cosa passa, l'intera vita scorre, ma tu non vieni mai intaccato da nulla.

LA CHIAREZZA DEL CIELO Osho

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"In estate, quando vedi l'intero cielo sconfinatamente limpido, entra in quella chiarezza."
La mente è sempre affollata da nuvole di pensieri che l'attraversano; non è mai un cielo aperto, libero e vuoto. La mente non può esserlo: quella non è la sua natura, la mente sarà sempre offuscata. Se riesci a lasciarti la mente alle spalle, se all'improvviso puoi trascenderla, uscirne, allora avrai chiarezza. Tu puoi essere chiaro e limpido, non la mente. Non è mai esistita una mente limpida, né mai esisterà. Per sua stessa natura la mente è confusione. Medita sul cielo: un cielo estivo sgombro di nuvole, vuoto e limpido, immobile nella sua totale verginità. Contemplalo ed entra in quella limpidezza. All'improvviso sentirai che la mente sta scomparendo, sorge­ranno degli spazi vuoti. All'improvviso avrai coscienza che quel cielo limpido è entrato anche dentro di te. Per la prima volta i pensieri smetteranno; sarà come se il traffico fosse cessato. All'inizio saranno solo momenti, ma perfino quei momenti sono in grado di trasformarti. Pian piano la mente rallenterà, appariranno intervalli più ampi. Per alcuni minuti non ci sarà alcun pensiero, nessuna nuvola. Allora il cielo esteriore e il cielo interiore si incontreranno. Solo il pensiero è un ostacolo, crea muri; solo a causa del pensiero l'esterno è esteriore e l'interno e interiore. Quando non esiste alcun pensiero, ogni confine si perde, tutto diviene un tutt'uno: di fatto, nessun confine è mai esistito. I confini sembrano esistere solo a causa del pensiero. Provando questa tecnica ricorda tre cose. Non sbattere gli occhi, fissa immobile. Anche se gli occhi diventano doloranti, se inizi a lacrimare, non preoccuparti. Anche quelle lacrime ti aiuteranno a sgravarti, renderanno i tuoi occhi più innocenti, più freschi. In secondo luogo, ricordati di non pensare al cielo: devi entrare in lui, fonderti in lui; se ti metti a pensare, di nuovo sorgerà un ostacolo. Sii il cielo! Infine, questo metodo dev'essere praticato per lo meno per quaranta minuti ogni volta, meno di così non sarà di grande utilità. Solo quando sentirai di essere veramente diventato uno col cielo, chiudi gli occhi. Quando il cielo sarà entrato dentro di te puoi chiudere .gli occhi: allora lo potrai vedere anche all'interno. Allora non sarà più necessario fissarlo all'esterno. Quindi, al termine dei quaranta minuti, chiudi gli occhi e resta immerso nel cielo interiore.

OLTRE LA SCHIAVITU' E LA LIBERTA' Osho

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"Poiché, in verità, la schiavitù e la libertà sono cose relative, queste due parole si applicano solo a coloro che sono terrorizzati dall'universo. Questo universo è un riflesso delle menti. Così come vedi molti soli riflessi nell'acqua originati da un unico sole, allo stesso modo vedi la schiavitù e la liberazione."
Solo menti rare hanno provato questa tecnica. Lo Zen si fonda su di essa. Viene affermata una cosa molto difficile da comprendere, ma non così difficile da sperimentare. Ma prima va compresa. Shiva afferma che il mondo e il nirvana, il paradiso e l'inferno, la schiavitù e la liberazione non sono due cose distinte, ma una sola. È difficile da capire perché noi possiamo concepire facilmente qualcosa solo in termini di polarità opposte. Affermiamo che questo mondo è schiavitù. Come uscirne ed esserne liberi? La liberazione, in questo caso, è qualcosa di opposto. Shiva afferma che si tratta della stessa cosa e se non ti liberi da entrambe le cose, non sarai mai libero. Sia la schiavitù che la liberazione sono vincoli, legami, schiavitù. Si tratta di un fenomeno relativo, e il Tantra afferma che devi liberarti da entrambe le cose. Dunque, come prima cosa, non cercare di opporti a nulla, poiché in quel caso ti sposteresti all'estremo connesso alla cosa cui ti opponi, anche se potrebbe non sembrare così. Sembra opposta, ma non lo è. Se cerchi di spostarti dal sesso al celibato, il tuo celibato non sarà altro che sessualità. Non creare opposti: ogni opposto è interrelato, si tratta solo di gradi diversi dello stesso fenomeno. Se ne diventi consapevole, vedrai che entrambe le polarità sono identiche. Se lo sentirai, e se questo sentire scenderà in profondità dentro di te, sarai liberato da entrambe le cose. A quel punto non chiederai nulla: ogni pretesa, ogni richiedere si arresta. E in quell'arresto sei libero. Qualsiasi cosa vedi in questo universo non è che un riflesso. Se lo ritieni una schiavitù, significa che quello è il tuo riflesso. Se lo vedi come liberazione, di nuovo si tratta di un tuo riflesso. Chi continua a guardare i riflessi penserà che esistono molti soli, mentre colui che non guarda nei riflessi, bensì nella realtà, vedrà che esiste un solo e unico sole.

FORTI SENSAZIONI Osho

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"All'inizio di uno starnuto, nella paura, nell'ansia, sull'orlo di un baratro, nel pieno della lotta, nell'estrema curiosità, all'inizio della sensazione di fame, alla fine della sensazione di fame, sii ininterrottamente consapevole."
Atti elementari come uno starnuto possono essere usati come espedienti, ma per quanto possano sembrare semplici, si tratta di tecniche molto complesse, il cui meccanismo interno è molto delicato. Provaci, quando uno starnuto si avvicina: diventa totale attenzione, ed è possibile che non venga più, perché si tratta di un'azione non volontaria, inconsapevole. Non puoi starnutire volontariamente, non lo puoi volere. È frutto del tuo intero organismo. E se diventi totale presenza può non venire perché introduci in questo processo qualcosa di nuovo: l'attenzione. Se sei veramente attento, non verrà. A quel punto accade una terza cosa: dove andrà l'energia che stava per essere rilasciata attraverso lo starnuto? Si sposta nell'attenzione. All'improvviso esiste un lampo, uno squarcio di luce. Diventi più cosciente: in quell'esplosione di luce puoi perfino illuminarti. Dunque, neppure uno starnuto è qualcosa di semplice, ti coinvolge totalmente: qualsiasi cosa fai, di fatto, implica un coinvolgimento totale. Osserva: quando starnutisci, una sottile vibrazione scorre per tutto il corpo, l'intero corpo si concentra in quell'atto. E quando hai starnutito l'intero corpo si rilassa. È difficile introdurre una totale attenzione in questo processo: se lo fai non starnutirai, e se starnutisci avrai la prova che non eri totalmente attento, presente, cosciente. Quando senti che stai per starnutire, stai attento. Chiudi gli occhi e sii meditativo. Lo starnuto scomparirà e l'energia sarà trasformata in maggior consapevolezza. Allo stesso modo, quando inizi ad aver paura diventane consapevole, e la paura scomparirà. In uno stato di all'erta, la paura non può esistere. In verità, un codardo è solo una persona che è addormentata; la persona coraggiosa è quella che riesce a portare l'attenzione della sua consapevolezza nei momenti di paura. Provaci anche quando sei ansioso: di solito cosa fai? Cerchi delle soluzioni, ma diventi ancor più ansioso, perché il pensiero non può risolvere uno stato di ansia: esso stesso è una forma di ansia, quindi aumenterà. Questa tecnica invita a essere semplicemente attenti, presenti, coscienti. La puoi usare in qualsiasi situazione. Ma non cambiare l'espediente ogni volta, perché per ogni tecnica è necessario andare in profondità. Quindi, scegli qualcosa, e per tre mesi continua ad applicare questa tecnica, in quella specifica situazione. E ricordati sempre di essere consapevole all'inizio.

LA PAURA DELLA LIBERTA'

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Ognuno pensa di amare la libertà, ognuno pensa di cercare la libertà in questo mondo e anche in “quel mondo”.
Vogliamo la liberazione: vogliamo liberarci da tutte le limitazioni, da tutte le schiavitù. Vogliamo essere totalmente liberi.
Noi vogliamo la libertà, continuiamo a dire che la vogliamo, continuiamo a convincere noi stessi di volerla, ma nel profondo ne abbiamo paura. Non la vogliamo! Perché? Perché c’è questa dualità? La libertà crea paura, e la meditazione è la più profonda libertà possibile. Non vieni liberato solo dalle limitazioni esteriori, ma anche dalla schiavitù interiore, dalla mente stessa, la base della schiavitù. Vieni liberato dall’intero passato. Nel momento in cui sei in uno stato di nonmente, il passato scompare: hai trasceso la storia. Ora non c’è più società, religione, scrittura, tradizione, perché tutte queste cose hanno la loro dimora nella mente. Ora non c’è più passato né futuro, perché passato e futuro sono parte della mente, della memoria e dell’immaginazione. In questo caso sei qui e ora nel presente. Adesso non ci sarà più futuro. Ci sarà solo ora e ora e ora – un eterno ora. Allora sei completamente liberato, trascendi tutte le tradizioni, tutta la storia, il corpo, la mente, ogni cosa. Si diventa liberi dalla paura. Una libertà assoluta? Allora tu dove sarai?
Contempla la mente: qualcosa è venuto da qui, qualcosa da là. La mente non ha niente che sia originale, è solamente un’accumulazione. Cerca di scoprire se vi sia Sé nella mente. Se vai in profondità, troverai che la tua identità è proprio come una cipolla. La peli di uno strato e ne appare un altro, peli l’altro strato e ne appare ancora un altro. Continui a pelare strati, e alla fine arrivi al nulla. Tolti tutti gli strati, non c’è niente dentro. Il corpo e la mente sono come cipolle: quando li hai pelati via, arrivi a incontrare il nulla, un abisso, un vuoto senza fine. Nel profondo tu sai che c’è un vuoto, ma non puoi fuggire da questa paura.
Qualsiasi cosa tu faccia, la paura rimarrà, a meno che non la affronti: quello è l’unico modo. Una volta incontrato il tuo nulla, una volta che sai che dentro sei come uno spazio vuoto, la paura scomparirà, Non ci può essere paura, perché questo vuoto, non può essere distrutto. Questo vuoto non morirà. Ciò che era destinato a morire non esiste più, non era nient’altro che gli strati di una cipolla. Ecco perché, molte volte, in profonda meditazione, quando si arriva vicini a questo nulla, ci si spaventa e si comincia a tremare.
Perciò, se sei realmente interessato alla meditazione, investiga sulla paura che ne hai. Sii sincero: hai paura? Se hai paura bisogna fare qualcosa rispetto alla tua paura, non rispetto alla meditazione.

Osho – Il Libro dei Segreti 

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DUBITA DELLA TUA MENTE


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Guardati da ciò che ti dice la mente, non aver troppa fiducia in essa. E noi non abbiamo mai dubbi: possiamo dubitare di tutto, ma non dubitiamo mai della mente. Anche coloro che parlano fin troppo di scetticismo, di dubbio, di ragione, non dubitano mai della loro mente. Ed è stata la mente a ridurti nello stato in cui ti trovi. Se vivi in un inferno, è stata lei a portarti, e tu non dubiti mai di questa guida. Puoi dubitare di qualsiasi insegnante, di qualsiasi Maestro, ma non dubiti mai della tua mente. Con fede incrollabile vai avanti, con la mente che ti fa da guru. Ed è stata lei a metterti nei guai, nella miseria che sei.
La meditazione è come l’amore, perciò la mente si spaventa. “Rimandala” dice, e puoi andare avanti a rimandare all’infinito. La mente dice sempre cose simili.
Fin dalla prima infanzia la tua mente è stata creata da altri: dai genitori, dalla società, dagli insegnanti. E’ il passato a crearla, a influenzarla. Ma tu sei talmente intimo con la tua mente, la distanza è così minima, che ti identifichi con essa. Dici: “Sono un hindu”. Pensaci su; riconsidera la cosa. Tu non sei un hindu: ti è solo stata data una mente hindu. Sei nato solo come un essere semplice e innocente, non come un hindu, non come un musulmano, ma ti è stata data una mente musulmana, una mente hindu. Tu sei stato forzato, inquadrato, imprigionato in una particolare condizione, e poi la vita continua ad accumulare cose su questa mente, che diventa pesante, grava su di te. Non puoi fare niente; la mente comincia a forzare il suo modo di essere su di te; le tue esperienze si accumulano nella mente. Il tuo passato condiziona costantemente ogni tuo momento presente. Se io ti dico qualcosa, tu non ci penserai in modo fresco, aperto: la tua vecchia mente, il tuo passato, si metteranno subito in mezzo e cominceranno a parlare e chiacchierare pro o contro. Ricorda, la tua mente non è tua, il tuo corpo non è tuo: viene dai tuoi genitori; e neppure la mente ti appartiene, anch’essa viene dai tuoi genitori. Chi sei tu? O ci si identifica con il corpo, oppure con la mente.
Tu sei nato come pura consapevolezza. Tutte queste non sono che prigioni. Queste tecniche che ti sembrano così semplice non lo saranno, perché questa mente creerà costantemente molti problemi e complicazioni.
Sii scettico e dubita della tua mente. Non fare affidamento su di essa, e solo se riuscirai a conseguire questa maturità che consiste nel non fidarsi della tua mente, queste tecniche saranno realmente semplici, utili, funzionali.
Faranno miracoli; possono fare miracoli. Queste tecniche, questi metodi non possono assolutamente essere compresi intellettualmente.
Dovrai cominciare in modo intellettuale, ma senza sviluppare un attaccamento all’intelletto.  Non è bene sapere molte cose. E’ bene sapere poco e praticarlo. Una tecnica sola può essere d’aiuto: qualcosa che viene fatto è sempre d’aiuto. Che difficoltà c’è nel farlo? In profondità, da qualche parte dentro di te, c’è paura. La paura è che, se pratichi la tecnica, qualcosa può smettere di accadere.

Osho – Il Libro dei Segreti


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DALL'ATTENZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA

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Se io ti abbraccio, all’inizio diventerai consapevole del mio contatto con il tuo corpo, non del mio amore: il mio amore non è così grossolanamente materiale. E di solito non diventiamo mai consapevoli dell’amore. Siamo consapevoli solo del corpo in movimento. Conosciamo i movimenti che manifestano l’amore, conosciamo i movimenti che non manifestano l’amore, ma non abbiamo mai conosciuto l’amore in se stesso. Se io ti bacio, diventi consapevole del contatto, non del mio amore: quell’amore è una cosa veramente sottile. Se riesci a diventare consapevole del mio amore, solo allora puoi diventarlo di me, perché di nuovo quello è uno strato ancora più profondo. Il respiro entra: tu senti il contatto, non il respiro. Ma neanche di quel contatto sei consapevole. Lo senti solo se c’è qualcosa che non va, se hai qualche difficoltà nella respirazione, lo senti, altrimenti non sei consapevole, Il primo passo sarà diventare consapevoli del passaggio dove si sente il contatto con il respiro, allora la tua sensibilità crescerà. Allora, dice il Tantra, avrete conosciuto il prana, la vitalità. E solo in quel momento c’è l’intervallo in cui il respiro si ferma, in cui il respiro non si muove, o il centro in cui il respiro è in contatto, o il punto di fusione, o la svolta dove il respiro, il respiro che entra diventa quello che esce.
La tua mente funziona come una prigione. Divide e crea problemi; non solo, crea soluzioni che diventano problemi; non solo, crea soluzioni che diventano
problemi ancora più profondi, perché in effetti non ci sono problemi da risolvere. La realtà è assolutamente non problematica; non esiste alcun problema. Ma tu non riesci a vedere nulla senza problemi.
Ho parlato di questa tecnica del respiro; ora la mente dice: “Questo è troppo
semplice”. Come mai? Perché la mente dice che questo è troppo semplice? Quando per la prima volta fu annunciata l’invenzione del motore a vapore, nessuno ci credette. Sembrava troppo semplice, incredibile. Proprio lo stesso vapore che conosci nella tua cucina, nella tua pentola, fa andare un motore e trasporta centinaia e centinaia di passeggeri e un carico incredibile? Lo stesso vapore con cui hai così tanta familiarità?
Perciò all’inizio scegli un momento particolare al mattino, o alla sera, o in qualsiasi altro momento del giorno. Per un’ora fai solo l’esercizio, non fare nient’altro. Non fare nient’altro! Fai solo l’esercizio. Una volta che sarai entrato in sintonia con esso, non sarà più un problema. Potrai camminare per strada ed essere consapevole. C’è una differenza tra consapevolezza e attenzione. Quando presti attenzione a qualcosa, ciò è esclusivo; devi ritirare la tua attenzione da tutto il resto. Per questo, in realtà, è una tensione, ecco perché è chiamata attenzione. Tu fai attenzione a una cosa a spese di tutto il resto. Se presti attenzione al tuo respiro non la presti al tuo modo di camminare o di guidare. Attenzione implica esclusivamente una cosa.
La consapevolezza è inclusiva, l’attenzione è esclusiva. Ma all’inizio si tratterà di attenzione. Perciò prova prima in periodi stabiliti. Per un’ora sii attento solo al tuo respiro. Gradatamente riuscirai a trasformare la tua attenzione in consapevolezza. Quindi fa cose semplici, come camminare: cammina attentamente, con la piena consapevolezza di camminare e di respirare. Non creare alcuna opposizione tra le due azioni di camminare e di respirare. Sii un osservatore di entrambe. Scegli quindi brevi periodi di tempo. La mattina è ottima perché sei fresco, le energie sono vitali, ogni cosa sta sorgendo; al mattino sei più vivo. I fisiologi dicono che non solo sei più vivo, ma la tua statura è leggermente maggiore al mattino rispetto alla sera.  Non lasciare che la meditazione sia l’ultima voce nella lista delle cose da fare. Fa che sia la prima.
Quando poi senti che non è più uno sforzo, quando riesci a stare seduto per un’ora completamente immerso nella respirazione – consapevole, attento – solo quando sai di aver raggiunto l’attenzione del respiro senza alcuno sforzo, quando sei rilassato e ne gioisci senza alcuno sforzo, allora ti sei impadronito della tecnica. Allora aggiungi qualcos’altro, per esempio camminare. Ricordati di entrambi, poi continua ad aggiungere altre cose. Dopo un certo periodo sarai capace di essere continuamente consapevole del tuo respiro, anche durante il sonno.
Ricordati di cominciare nel modo giusto, perché un buon inizio significa metà dell’opera. Perciò, se cominci a porre attenzione al tuo respiro mentre fai qualcos’altro, non puoi riuscirci.

Osho – Il Libro dei Segreti


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Devi assorbire lo spirito del Tantra Osho

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"Mentre fai l’amore non controllarti, entra nel caos, in uno spazio senza alcun controllo. Sarà pauroso, avrai paura, sarà come una specie di morte. La mente ti dirà, “Controllati!” o ancora, “Salta dentro e rimani in controllo, altrimenti cadrai in un abisso!”. Non ascoltare la mente, perditi, abbandonati completamente, e senza alcuna tecnica arriverai ad avere un’esperienza di là dal tempo. Non ci saranno due persone ma una sola: un’unicità. La consapevolezza sarà presente, una passiva e lucida consapevolezza, saprai cosa succede perché sarai totalmente attento. In effetti, tu non sarai lì, ma la consapevolezza sarà presente.
Devi assorbire lo spirito del tantra, non è una tecnica da imparare."

Corsi quindicinali per aspiranti Mistress


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Il respiro, ultima porta prima del silenzio (Eric Baret)

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"Se mi si domandasse di cosa è fata la parola, risponderei, credo : di silenzio"
Jacques Lusseyran, Le monde commence aujourd'hui.

Può parlarci del respiro?

Su un certo piano, il respiro è il riflesso ultimo del silenzio, l'ultima porta prima del silenzio. Dapprima, si diventa coscienti del corpo, poi il corpo diventa il respiro. Quando il corpo diventa respiro, tutte le identificazioni, restrizioni e compensazioni smettono di essere sentite come ostacoli e il corpo si presenta come luce.
Il respiro si presenta sotto forma di ritmi. Questi ritmi si attualizzano nell'espiro, il riposo e l'inspiro. Nello yoga, secondo i momenti, si accentuano l'inspiro e l'espiro come mezzi di purificazione. L'espiro conduce all'eliminazione dei residui dei ricordi, di tutto ciò che crea un sentimento di separazione. L'inspiro stimola l'energia sottile, che si integra progressivamente nei differenti corpi.
Più tardi, l'inspiro e l'espiro perderanno la loro importanza, I momenti di riposo fra questi due movimenti diventeranno l'essenziale. La ritenzione dopo l'inspiro chiarifica il corpo, gli fa realizzare il suo potenziale magico. Il momento di riposo dopo l'espiro diventa coscientemente lo sfondo dei tre tempi respiratori. Poco a poco, questo momento dopo l'espiro sarà sperimentato come sempre presente durante l'inspiro, ritenzione ed espiro, che da lì si presenteranno come una sovrapposizione a questo silenzio. Questo momento dopo l'espiro è la porta più vicina al silenzio, e l'inspiro, la ritenzione e l'espiro diventano una frise che si dispiega e si riassorbe in questo silenzio. Essi non sono che silenzio.
L'approccio del respiro, anzitutto sul piano fisiologico, e poi nel suo aspetto di energia sottile, è considerato in India come l'arte regale. Nella pratica, prima o poi la respirazione scompare per diventare corrente di energia. Voi non respirate più: c'è un sentire. Voi sentite questa inspirazione, questa corrente di luce, come un albero di Natale che si illumina; nella ritenzione questa luce si espande ancora di più; nell'espirazione questa luce lentamente si riassorbe; e il riposo è una notte senza luna - unità senza separazione. Questa notte stessa fonderà. La luna piena della ritenzione diventerà ugualmente notte totale. Il silenzio parla a se stesso.
Non c'è niente da comprendere. Si può parlare ben poco di questa arte, perché la sua sofisticazione è estrema e necessita di essere insegnata in maniera eminentemente pedagogica.
L'espirazione diventa una sacrificio. Il respiro è offerto al silenzio. Nell'inspirazione, il silenzio vi offre il respiro, la vita, Questo respiro non è più il vostro respiro, ma la vita stessa. E' il respiro cosmico. I tre mondi sono creati dall'inspiro; nella ritenzione, questo respiro cosmico irradia in tutte le direzioni; e di nuovo, all'espiro, questa creazione, con le sue innumerevoli possibilità, ritorna nel cuore del suo maestro e lì si dissolve.
Ecco l'aspetto sacro del respiro.
Vi sono numerose altre couches di quest'arte, ma sono tutte più o meno non formulabili. Questo riguarda lo yoga e non se ne può discutere se non in modo pratico, in una relazione privilegiata. Le ramificazioni dell'arte del respiro sono infinite.
Ogni aspetto della creazione è creato dal respiro. Un oggetto non è che respiro cristallizzato.
Diventando sensibile a questi movimenti di energia, si diventa disponibili ai movimenti della vita e della morte, alla vera essenza, alla vera firma degli oggetti e delle specie. Per capire che cos'è un coniglio, dovete diventate intimi col suo respiro. Quando sentite il respiro dell'albero, allora capite l'albero…La mavia non è che il presentimento del respiro e non può essere formulata. Come diceva una grande maestro di karatè: "Il karatè è fatto per combattere, non per discuterne".
La vita è creata dal respiro.
In India, un'immagine rappresenta la deità. Ma è chiaro che la statua non è la deità. Si deve far sì che la deità si incarni nella statua. Il prete respirerà nella statua per farvi discendere la vita. Vi proietta il suo respiro ed essa diventerà la deità…per un attimo. Allo stesso modo, la sensibilità del respiro può condurci a liberare una situazione o a curare una parte del corpo, o del mondo.
Evidentemente, l'arte del respiro di cui parliamo non è l'arte del respiro in senso fisiologico. Ciò che generalmente si definisce la respirazione non è che l'espressione più grossolana di quest'arte. E' il primo contatto dello studente con questa scoperta…e l'inizio di una nuova vita.
Nella sensibilità del respiro, si diventa ricettivi alle situazioni, all'ambiente. Quando, in un museo, vedete una statua che è stata guardata troppo a lungo come un oggetto e quando le infondete vita con l'arte del respiro, vedete la differenza. Potete sentire la statua craquer come una casa di legno quando accendete un fuoco nel camino. Qualcosa si risveglia. Il colore cambia, la vibrazione cambia, la forma cambia. Di nuovo, la vita si esprime. Non è un concetto.
E' la stessa cosa per una casa. Quando entrate in una casa colma di depressione, di restrizione, il vostro respiro può rischiararla, liberarla. Voi entrate e sentite la restrizione. E' un riflesso che si dispiega naturalmente, senza alcuna volontà: come tirare su un bimbo che è caduto.
Tutte le arti, la musica, la danza, le arti marziali, la costruzione dei templi, tutto si fonda sul presentimento del respiro. Anche il pensiero! Quando il respiro è purificato, il pensiero ugualmente si purifica. Quando il pensiero funziona in termini di divenire, di arrivare, di provare, la respirazione è sempre ristretta, agitata.
Quando un leone salta su una zebra, è il respiro che per primo si proietta, e il corpo segue, Talvolta si può vedere la zebra fermarsi, essere schiacciata, prima ancora che gli artigli la raggiungano. Allo stesso modo, quando si colpisce un essere umano, è l'energia che tocca prima del corpo.
Il respiro può uccidere, il respiro può danzare, creare la vita, la bellezza e l'arte. Il suono non è solamente un suono. Il suono non è che respiro.
La pratica dei mantra è fatta per presentire la corrente del respiro. L'espressione sul piano dei suoni e della vibrazione non è che un aspetto assai limitato dell'effetto del mantra. Il suo vero effetto è il presentimento della corrente del respiro. Quando recitate certe sillabe nella maniera giusta, con il ritmo giusto, questo ritmo diventa mantra e modifica il cervello. Questi suoni sono fatti di respiro, altrimenti il mantra sonoro non è che morto.
L'arte del respiro è l'arte dello yoga, l'arte dello yoga è l'arte del respiro. Darsi al sentire del respiro, come un danzatore, come un attore sulla scena, sentire il respiro, sentire lo spazio del respiro. Non esiste altro che il respiro.

E' giusto dire che il respiro è ritmo?

Profondamente, il respiro non è ritmo. Il ritmo è una espressione del respiro.
La respirazione è ritmo: è il livello grossolano. Questo ritmo si semplifica, si raffina fino a diventare corrente di energia, poi silenzio. Il respiro è al di là del ritmo. E' il vero silenzio. E' il silenzio attualizzato come ritmo. L'espressione esteriore è : inspirazione, ritenzione, espirazione. Ma il riposo è lo sfondo immutabile.
Certo, se delle persone intelligente sentono questa risposta, vi troveranno una totale contraddizione: "il respiro non è ritmo", "il respiro è il silenzio attualizzato in ritmo". Ma la comprensione intuitiva di ciò di cui parliamo non è possibile che in una totale assenza di riflessione di comprensione mentali.

L'approccio al respiro può portarci al silenzio?

Niente può portare al silenzio. Ma, come abbiamo detto, il presentimento del respiro è l'espressione più vicina al silenzio, la prima espressione.
Il respiro è all'origine delle specie. Ciò che fa che un coniglio sia un coniglio, è il suo respiro. Un coniglio non è che ritmo. Un corpo umano è fatto dal respiro. Tutte le specie sono una solidificazione delle infinite possibilità del respiro.
Allo stesso modo, lasciando che il respiro si dissolva nella tranquillità, si ritorna all'origine delle specie, e l'origine delle specie non è altro che silenzio. Ma non è un mezzo. E' una constatazione, una esperienza riservata ad uno spirito senza intenzione di fronte all'istante.
In un momento di stupore, non c'è più il respiro, la respirazione è sospesa, talvolta si arresta anche il ritmo del cuore. C'è unità. Di nuovo, il respiro sorge e si può dire che si abbandona lo stupore. Più avanti, è possibile rimanere nel silenzio in presenza dell'attività del respiro o del pensiero.
Pedagogicamente parlando, spesso c'è anzitutto questa tranquillità, questa assenza di pensiero, l'arresto del processo mentale, il sentire la tranquillità. Più tardi, si potranno sentire dei movimenti organici nei quali i movimenti del respiro, del pensiero, dell'emozione, sorgeranno direttamente dalla tranquillità
Si sente anzitutto la non-dualità dopo che la dualità si è riassorbita, ma, più tardi, la non -dualità irradia attraverso la dualità…Ma questo diventa troppo complesso. Non è qualcosa di cui discutere. Non deve diventare oggetto di riflessione.

Sarebbe appropriato dire che si passa dalla respirazione alla tranquillità e in seguito dalla tranquillità all'azione?

Per approcciare il respiro, dobbiamo diventare sensibili allo sfondo, al riposo dopo l'espirazione. La creazione sorge dal mescolarsi dei cinque elementi e dà luogo a tutti i principi del mondo fenomenico. Tutte le espressioni si riassorbiranno nella tranquillità durante l'espiro.
Secondo l'approccio kashmiro, si considerano tre aspetti della creazione. L'essenza (Para), che non è che tranquillità. È lo sfondo costante sul quale questi tre aspetti vanno e vengono senza mai toccarlo, come la proiezione di un'immagine sullo schermo. Da questa tranquillità nasce un primo impulso, come una scintilla, da se stessa verso se stessa. Questo primo fremito dell'energia, ancora totalmente umida dell'essenza delle cose, si frammenta, diventa sostanziale, sotto forma di presentimento di un concetto, di una nozione. Al terzo stadio, questa nozione diventa parola o pensiero. Così, quando il pensiero scompare, quando la parola scompare, c'è di nuovo tranquillità.
Le tre tappe (Pashyanti, Madhyama e Vaikhari) restano sempre fatti di silenzio; Para, la loro origine, è presente anche nella minima loro espressione. Pashyanti è la tranquillità vibrante del primo impulso creativo; Madhyama è questa tranquillità che si concretizza come presentimento pensato: e Vaikhari è il pensiero chiaro che si esprime tramite la
parola.
Nella meditazione, ci diamo totalmente a questo sfondo (Para) e talvolta questo impulso (Pashyanti) sorge lungo la colonna vertebrale. Se si resta totalmente liberi da intenzione e da difesa, questa energia non arriva alla seconda tappa e si riassorbe nel retro della testa. In una meditazione intenzionale, Madhyama colpisce il cervello e crea un concetto. L'energia, anziché riassorbirsi a partire dal centro di purezza all'origine delle cose, colpisce il centro di comando.
Sebbene nella tradizione kashmira la creazione sia descritta attraverso trentasei principi, e nel Samkhya attraverso venticinque, in realtà non vi è alcuno stadio separato, ma una corrente di luce.
Il presentimento del respiro è ciò che più facilmente può farci approcciare lo sfondo, libero dalla sua colorazione proiettata. Parlando correttamente, non si può sentire la tranquillità, poiché essa non è un oggetto di esperienza. Noi siamo questa tranquillità.
Ma possiamo sentire, meravigliarci dell'atto della creazione. Il mondo fiorisce di bellezza. Questo sentimento ci porta a comprendere cosa è la vita, la civilizzazione e tutta la creazione.
Se si comprende chiaramente l'arte del respiro, c'è il presentimento di questa libertà. Non c'è più bisogno di piangere per i morti e gioire per le nascite. La gioia è ciò che è : la realtà. La tristezza è illusoria, non è che una chimera.

La liberazione attraverso la visione nuda della natura dello spirito (Padmasambhava)

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Lo spirito unico che penetra ogni vita e ogni liberazione,

Non viene riconosciuto nonostante sia la nostra stessa natura fondamentale.

Il suo flusso è costante ma noi lo ignoriamo.

La sua intelligenza luminosa e senza incrinature non viene percepita

Benché essa emerga da ogni cosa.

Gli eroi hanno proclamato l’inconcepibile

E la totalità degli insegnamenti i più segreti

Non parlano di null’altro che di questa suprema realizzazione.

Nonostante le scritture siano vaste quanto il cielo,

Esse non insegnano nient’altro che questo spirito di identità,

Questa introduzione diretta è riservata agli eroi.

Essa è l’unica che ci fa penetrare l’assoluto a piè pari.

Vittoria!

Voi, miei figli fortunati, ascoltate!

“Lo Spirito” questa parola tanto conosciuta quanto misconosciuta,

Gli esseri non ne sanno niente!

Alla loro comprensione sfugge l’essenziale!

Questa realtà a loro sfugge!

Alienati dall’individualità, passano vicino alla natura dello spirito

E nello stesso tempo a fianco della loro propria natura.

Essi errano nell’incertezza dei tre regni,

E mancano l’essenziale!

Gli asceti e i maestri calmano la loro comprensione

Ma ignorano questo tesoro!

Paralizzati dai testi e dalle loro stesse conoscenze,

Non riescono a toccare la trasparenza spaziale dello spirito!

Affascinati dal soggetto e dall’oggetto,

Moderati ed estremisti passano di fianco a questo tesoro.

Attraverso il rituale tantrico, essi se ne allontanano,

Tramite la pratica loro si chiudono gli occhi,

Anche coloro che si rifanno al Mahamûdra e al Dzogchen

Sono limitati dalla loro stessa intelligenza;

Essi errano nella dualità e nella non dualità!

Non spingendosi oltre, loro non conoscono il risveglio autentico!

Vita e liberazione sono il tuo proprio spirito,

Non essere prigioniero di una comprensione che si morde la coda

In un ciclo senza fine! Abbandona scelta e determinazione!

Allora, abbandona tutto ciò e risiedi nella regale inazione

E attraverso questo insegnamento, realizzi all’istante,

La Tua Grande Liberazione naturale,

Attraverso la visione della tua intelligenza spogliata fino all’osso

Realizza questa perfezione innata dello Spirito!

Lo Spirito, grazie a questa luminosa presa di coscienza assoluta,

Esiste e non esiste, allo stesso tempo!

Si trova alla sorgente del piacere, del dolore, della libertà.

Gli insegnamenti la chiamano: realtà dello spirito,

Il Sé o il non Sé,

Lo Spirito innato,

La Natura Assoluta,

Il Grande Sigillo,

La Liberazione naturale,

La Perla di Luce,

La Base o l’Ordinario.

Questa realizzazione ha tre porte:

L’assenza di tracce, la chiarezza e lo spazio,

La realizzazione passata o presente

È senza radice, fresca, istantanea,

Essa consiste nel dimorare tale e quale, senza costrizione.

Ad afferrare il tempo in tutta la sua semplicità immediata,

A vedersi nella propria assoluta nudità in ogni istante,

Allora la tua visione sarà limpida, trasparente, senza oggetto!

Questa è l’intelligenza nuda, folgorante!

E’ la spazialità che non poggia su niente,

La scintillante vacuità al di là delle forme,

Liberata dalla permanenza, fluida,

Senza limiti, vibrante e chiara!

Senza unità, senza pluralità,

Ella non ha che un sapore,

Ella non giunge da alcun luogo,

Chiaramente cosciente di se medesima,

E’ la Realtà stessa!

Questa introduzione diretta alla Realtà

Contiene la totalità dei mondi.

Il corpo di verità, il corpo di felicità,

Il corpo assoluto ne traboccano.

Scintillante è questa energia naturale della libertà!

Ecco l’introduzione a questo potente metodo

Rivelatore della realtà stessa:

In questo istante, la tua coscienza è questa totalità,

Ella è questa luminosità naturale priva di costrizione!

Puoi tu dire: ”Io non capisco la natura dello Spirito”

Sicché non c’è niente sul quale tu possa meditare

In questa luminosità senza incrinature della tua intelligenza?

Puoi tu dire: “Io non vedo la presenza dello Spirito”

Quando colui che pensa è questa realtà?

Puoi tu dire: “Persino cercandola ella dimora misteriosa”

Pertanto non c’è assolutamente nulla da fare?

Puoi tu pretendere che malgrado le pratiche ella ti sfugga

Allora è sufficiente vivere senza obblighi?

Tu puoi dire che ti è difficile agire

Per quanto sia naturale dimorare inattivo?

Puoi tu dire che sei incapace

Quando la chiarezza, la coscienza e lo spazio sono la tua stessa realtà?

Puoi tu pretendere che la pratica non porti dei frutti

Quando essa è naturale, spontanea, libera da ogni legame?

Puoi tu dire: “Io cerco e non trovo”

Quando il pensiero e la liberazione naturale sono simultanee?

Perché pensare che i rimedi sono inefficaci

Quando la tua propria intelligenza è semplicemente “quello”?

Come puoi tu pretendere di non sapere?

Sii certo che la natura dello spirito è vacuità senza sostegno.

Il tuo spirito è tanto privo di sostanza quanto lo spazio vuoto.

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Senza legarti al concetto di una vacuità nichilista,

Sii certo che la saggezza è stata sempre chiara,

Luminosa, spontanea, che risiede in se stessa,

solare di per se stessa.

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Sii certo che la tua intelligenza e saggezza senza incrinature,

Scorre come il flusso continuo di un fiume!

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Sappi che non lo troverai attraverso il ragionamento,

Poiché il suo moto è tanto sprovvisto di sostanza quanto gli alisei.

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Sii certo che tutto ciò che appare

Non è nient’altro che la tua percezione naturale,

come quella di un riflesso in uno specchio.

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Sii certo che qualunque apparizione si autolibera all’istante,

Uscita da se stessa, è da se stessa prodotta,

Come una nuvola nello spazio.

Che ciò ti piaccia o no, guarda il tuo stesso spirito!

Visone vuota, liberazione naturale, spazio scintillante

Dal corpo di verità!

Realizza l’assoluto attraverso la non via,

La divinità è rivelata in questo istante!

Così, che la visione intuitiva della tua intelligenza vestita di spazio,

Questa Liberazione naturale per la visione messa a nudo,

Questa realizzazione estremamente profonda,

Sia luogo di investigazione verso il quale tendono tutte le tue capacità!

Gloria a questa profondità segreta!

Da: http://www.danielodier.com/it/itliber.php