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Nel
tantrismo, la prima cosa è fare esperienza del toccare, del contatto profondo e
senza turbamento mentale, con le cose, con l’Universo. Tutto comincia da qui.
Toccare profondamente l’Universo. Se tu allenti la presa prima di toccare
profondamente, questo può provocare una grave perturbazione mentale. Molti
yogin esordienti fanno questo errore. Lasciano prima di prendere. Perdono il
contatto con la realtà. Il Cuore non si apre mai. Entrano in un vuoto sterile e
vi rimangono imprigionati. Quando tu scendi in profondità, non hai bisogno di
lasciare la presa, questo avviene naturalmente.
Il mondo
bisogna attraversarlo in piena coscienza, non vi è nessuna scappatoia,
nessun’altra via, nessuna scorciatoia. Quando tu afferri qualcosa in piena
coscienza, come un neonato ti afferra un dito, è sufficiente aprire la mano.
Perché un neonato ha tanta forza? Perché è tutto quanto nel movimento che lo
porta ad afferrare il tuo dito. E’ così forte in quell’istante che tu sei
soggiogato dalla sua potenza.
Il Tantra sta
nell’accettare di vivere questa energia. La donna la possiede naturalmente. Le
è facile farne l’esperienza. L’uomo vive solo un sogno di potenza. Ed è per
questo che le manifestazioni della sua forza non sono spontanee e spesso
prendono una forma violenta.
La violenza è pura impotenza!
Avere coscienza della propria potenza è, per un uomo, riconoscere la propria femminilità. Nella stessa maniera, una donna che rifiuta la sua naturale potenza non trova in sé l’equilibrio e l’accettazione della sua facoltà di aprirsi al meraviglioso.
Avere coscienza della propria potenza è, per un uomo, riconoscere la propria femminilità. Nella stessa maniera, una donna che rifiuta la sua naturale potenza non trova in sé l’equilibrio e l’accettazione della sua facoltà di aprirsi al meraviglioso.
Così
definiamo l’uomo virile nel tantrismo: ‘’colui che ha conservato la facoltà di
meravigliarsi’’.
Daniel Odier
– Tantra (L’iniziazione di un occidentale all’amore assoluto)
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