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Osho - Il libro dei segreti

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 Il centro del suono
 Shiva disse: "Immergiti nel centro del suono, come fosse il suono continuo di una cascata, oppure chiudi le orecchie con le dita e ascolta il suono dei suoni." Questa tecnica può essere eseguita in modi diversi. Innanzitutto ci si può semplicemente sedere in un posto qualsiasi: i suoni sono sempre presenti. Puoi essere sulla piazza di un mercato o in un ritiro sull'Himalaya: i suoni sono sempre presenti. Siedi in silenzio, e con il suono accade sempre qualcosa di particolare. Ovunque vi siano suoni, tu ne sei il centro. Tutti i suoni giungono a te da ogni direzione. Con la vista, con gli occhi, non accade la stessa cosa. La vista è lineare. Io vedo te: in questo caso esiste una linea che mi porta a te. Il suono è circolare, non lineare. Per cui, tutti i suoni formano cerchi di cui tu sei il centro. Ovunque ti trovi, sei sempre il centro del suono. Rispetto ai suoni, tu sei sempre Dio, il centro dell'intero universo. Ogni suono giunge a te, si avvicina a te, tramite cerchi. Questa tecnica dice: "Immergiti nel centro del suono". Ovunque ti trovi, se pratichi questa tecnica, chiudi gli occhi e senti l'intero universo colmo di suono. Senti che ogni suono si sposta verso di te e che tu sei il centro. Persino questa sensazione di essere il centro ti procurerà una quiete profonda. L'universo intero diventa la circonferenza, e tu sei il centro, ogni cosa si sposta verso di te, ricade in te. "Come fosse il suono continuo di una cascata". Se sei seduto di fianco a una cascata, chiudi gli occhi e percepisci il suono che ti circonda da ogni direzione, ricade su di te, da ogni parte, e da ogni lato crea dentro di te un centro. Come mai quest'enfasi sul sentire che sei al centro? Perché al centro non esiste suono alcuno. Il centro è privo di suono; ecco perché puoi sentire i suoni. Altrimenti non ci riusciresti: un suono non ne può sentire un altro. Puoi udire i suoni solo perché al tuo centro sei privo di suono. Il centro è silenzio assoluto: ecco perché puoi sentire i suoni che entrano in te, che ti raggiungono, che ti penetrano, che ti avvolgono in cerchi. Se riesci a scoprire dove si trova il centro, dove si trova in te il centro a cui tutti i suoni vanno, all'improvviso i suoni scompariranno e tu entrerai nell'assenza di suono. Se riesci a percepire un centro che ascolta tutti i suoni, avverrà un improvviso trasferimento di consapevolezza. Un istante prima sentivi il mondo intero colmo di suoni, l'istante dopo ti rivolterai all'interno, improvvisamente, e sentirai l'assenza di suoni, il centro della vita. Quando lo avrai sentito, nessun suono potrà più disturbarti. Giunge a te, ma non arriva mai a toccarti. Giunge a te, e giunge in continuazione, ma non ti tocca mai. Esiste un punto che nessun suono può penetrare: quel punto sei tu. Prova sulla piazza del mercato: non esiste luogo migliore. E così ricca di suoni, di suoni folli. Ma tu non iniziare a pensare ai suoni, a giudicare suoni belli e brutti, suoni cacofonici e suoni armoniosi o belli. Non devi pensare ai suoni. Devi semplicemente pensare al tuo centro. Non devi pensare a ogni suono che giunge a te, non giudicare se è bello, brutto, buono. Devi solo ricordare che tu sei il centro di tutti i suoni che giungono a te, qualsiasi essi siano. I suoni non vengono uditi nelle orecchie. Le orecchie non li possono sentire. Operano solo un lavoro di collegamento, durante il quale tagliano la maggior parte di ciò che non ti serve. Scelgono, selezionano, e solo allora quei suoni entrano in te. Ora scopri dove si trova il tuo centro: non sono le orecchie. Tu senti da un punto più profondo. Le orecchie si limitano a trasmetterti i suoni selezionati. Dove sei tu? Dov'è il tuo centro? Se lavori con i suoni, prima o poi avrai una sorpresa, in quanto il centro risulterà non essere la testa. Il centro non si trova nella testa! Sembra essere lì perché non si sono mai ascoltati i suoni: tu hai dato ascolto solo alle parole. Rispetto alle parole la testa è il centro, con i suoni non è così. Ecco perché in Giappone si dice che l'uomo non pensa attraverso la testa, ma con la pancia: da secoli in quel paese si lavora con i suoni. In ogni tempio avrai visto un gong. E stato messo per creare suoni intorno al ricercatore. Quando qualcuno medita, viene fatto suonare il gong o una campana: sembra che quel suono debba disturbare chi medita! E in un tempio, ogni visitatore suona il gong o la campana: se qualcuno medita, questi suoni sembrano produrre un disturbo continuo. Non è così, in quanto chi medita aspetta questi suoni. Per cui, ogni visitatore è di aiuto. La campana viene suonata in continuazione, si crea un suono e chi medita ritorna in se stesso. Osserva il centro in cui questo suono scende in profondità. Si ha un suono prodotto dal visitatore con la campana. Quindi si ha un secondo colpo, all'interno di chi medita, in un luogo imprecisato. Dove? Il suono colpisce sempre nella pancia, all'ombelico, mai nella testa. Se colpisce la testa, lo puoi riconoscere come parole, non come suono. In quel caso ti sarai messo a pensare a quel suono, che perderà così la sua purezza. "Immergiti nel centro del suono, come fosse il suono continuo di una cascata, oppure chiudi le orecchie con le dita e ascolta il suono dei suoni". Puoi produrre il suono, usando semplicemente le dita, o con qualsiasi cosa possa chiudere a forza le tue orecchie. In questo caso si sente un suono particolare. Di che suono si tratta e come mai lo si sente quando le orecchie sono chiuse, quando le orecchie sono bloccate? Così come esistono fotografie in negativo, esiste il negativo dei suoni. Come gli occhi, anche le orecchie sono in grado di sentire il negativo. Per cui, quando le chiudi, senti il mondo negativo dei suoni. Tutti i suoni si sono fermati, e all'improvviso senti un suono nuovo. Questo suono è l'assenza del suono. E sopraggiunto un intervallo. Ti manca qualcosa, quindi senti questa assenza. "Oppure chiudi le orecchie con le dita, e ascolta il suono dei suoni": quel suono negativo è conosciuto come il suono dei suoni, in quanto non è effettivamente un suono, ma la sua assenza. O meglio, è un suono naturale in quanto non è prodotto da nulla. "Chiudi le orecchie con le dita, e ascolta il suono dei suoni": questa assenza di suono è un'esperienza molto sottile. Cosa ti darà? Nel momento in cui non esistono suoni, tu ricadi su te stesso. Con i suoni ci allontaniamo; con i suoni ci spostiamo verso l'altro. Cerca di capirlo: con i suoni relazioniamo con l'altro, comunichiamo con l'altro. Se il suono è il veicolo con cui arrivare all'altro, l'assenza di suono diventa il veicolo per arrivare a se stessi. Con il suono comunichiamo con l'altro, con l'assenza di suono ricadi nel tuo abisso interiore, in te stesso. Ecco perché tante tecniche usano l'assenza di suono per entrare nella sfera interiore. Diventa completamente muto e sordo, anche solo per pochi istanti. E non potrai più andare in un altro luogo che non sia il tuo Sé: all'improvviso ti troverai fermo nel tuo essere; non potrà verificarsi movimento alcuno. Ecco perché il silenzio è stato praticato tanto. In esso si spezzano tutti i ponti che permettono di raggiungere l'altro. "Oppure, chiudi le orecchie con le dita e ascolta il suono dei suoni", in una sola tecnica sono stati mostrati due opposti. "Immergiti nel centro del suono come fosse il suono continuo di una cascata": questo è un estremo. "Oppure chiudi le orecchie con le dita e ascolta il suono dei suoni": questo è l'altro estremo. Da un lato si arriva a sentire i suoni che raggiungono il tuo centro, dall'altro si arrestano tutti i suoni e si ascolta il centro privo di suono. Entrambi i lati sono stati forniti in una sola tecnica per Uno scopo ben preciso: per spostarsi da un estremo all'altro. L'"oppure" non presuppone la scelta tra il fare questo o quello: fai entrambe le cose! Ecco perché entrambi i lati sono stati forniti in una sola tecnica. Come prima cosa esercitati con la prima parte per qualche mese, poi passa all'altra e persisti per qualche mese. Diventerai più vivo, e conoscerai entrambi gli estremi. E se riuscirai a spostarti verso entrambi con naturalezza, potrai restare giovane in eterno.