Vai al sito ufficiale di Tantra dell'Origine

OLTRE LA MENTE, ALLA FONTE


Per info sui Seminari (Laboratori di Tantra dell’Origine Livelli 1, 2, 3 e Teacher) e sugli stage Tantra: Lalita Kamala 346 3783856, oppure scrivimi su fb dopo avermi chiesto amicizia -> https://www.facebook.com/ornelladstefano.Location di MilanoPer entrare nel nuovo Gruppo Fb di Tantra dell'Origine : https://www.facebook.com/groups/514018152069947

Clicca <<<<QUI>>>> per scaricare gratuitamente il Primo Capitolo di Translife Revelation il libro che tratta della scoperta della double-matrix che cambia la storia dell'uomo liberandolo per sempre.

***


DOMANDE: 1 Spiegaci le funzioni del centro dell’ombelico, del centro del terzo occhio e della spina dorsale. 2 L’ascetismo del Buddha sembra essere l’opposto della vita mondana e non il sentiero di mezzo. Per favore spiegaci. 3 Quali sono alcuni dei modi pratici per sviluppare il centro del cuore? 4 Si dovrebbe amare secondo la modalità del sentiero di mezzo, oppure si dovrebbe essere intensi in entrambi gli estremi dell’amore e dell’odio? Ci sono diverse domande. La prima: “Ieri sera hai detto che con l’alba dell’illuminazione lo spazio tra le due sopracciglia, il terzo occhio, diviene onnicomprensivo. L’altro giorno hai detto che tutti gli illuminati sono centrati nel loro ombelico, e un altro giorno ancora ci hai spiegato il filo d’argento nel mezzo della spina dorsale. In questo modo conosciamo tre cose fondamentali in quanto radici dell’uomo. Per favore spiegaci il significato e le funzioni del centro dell’ombelico, del terzo occhio del filo d’argenti”. La cosa fondamentale da comprendere riguardo a questi centri è la seguente: in qualunque momento tu sia centrato all’interno, non appena lo sei, qualunque sia il centro, cadi giù nell’ombelico. Se sei centrato nel cuore, il cuore è irrilevante: è la centratura che ha significato. Oppure, se sei centrato nel terzo occhio, il terzo occhio non è fondamentale: il punto fondamentale è che la tua consapevolezza sia centrata. Perciò qualunque sia il punto della centratura, una volta che sei centrato - in un punto qualunque – cadrai giù nell’ombelico. Il centro fondamentale dell’esistenza è l’ombelico, ma il tuo centro funzionale può essere ovunque. Da quel centro cadrai giù automaticamente. Non c’è alcun bisogno di pensarci. E questo non vale solamente per il centro del cuore o del terzo occhio. Se sei veramente centrato nella ragione, nella testa, cadrai ugualmente giù nel centro dell’ombelico. L’essenziale è centrarsi, ma è molto difficile essere centrati nella ragione, nella testa. Ci sono alcuni problemi. Il centro del cuore è basato sull’amore, sulla fede, sull’abbandono. La testa è basata sul dubbio e sulla negazione. Essere totalmente negativi è veramente impossibile; essere totalmente in dubbio è impossibile. Ma qualche volta è capitato, perché anche l’impossibile accade. A volte, se il tuo dubbio giunge a un’intensità tale per cui non rimane più nulla in cui credere, non credi neanche alla mente che dubita, se il dubbio si rivolta su se stesso al punto che tutto diventa dubbio, cadrai immediatamente al centro dell’ombelico. Ma questo è un fenomeno molto raro. La fiducia è più facile. Puoi avere totalmente fiducia con più facilità di quanto tu possa dubitare totalmente. Puoi dire di sì con più facilità di quanto tu possa dire di no. Perciò anche se sei centrato nella testa, è la centratura la cosa fondamentale: cadrai fino alle tue radici esistenziali. Perciò sii centrato da qualche parte. La spina dorsale andrà bene, il cuore andrà bene, la testa andrà bene. Oppure puoi anche trovare altri centri nel corpo. I buddisti parlano di nove chakra, nove centri dinamici nel corpo; gli hindu parlano di sette chakra, sette centri dinamici nel corpo; i tibetani parlano di tredici centri nel corpo. Anche tu puoi trovare il tuo. Non c’è alcun bisogno di studiare questi. Qualunque punto nel corpo può essere fatto oggetto della centratura. Per esempio, il Tantra usa il centro sessuale e lavora per portarvi totalmente la tua consapevolezza. Il centro sessuale va bene. I taoisti hanno usato l’alluce come centro. Trasferisci la tua consapevolezza giù all’alluce; rimani lì, dimenticati dell’intero corpo. Lascia che la tua intera consapevolezza vada all’alluce. Anche quello va bene, perché in realtà ciò in cui ti centri è irrilevante; è fondamentale che ti centri. La cosa vera succede a causa della centratura, non per il centro, ricordatelo! Il centro non è importante. E’ importante la centratura. Perciò non essere perplesso se in così tanti metodi, in centododici metodi, verranno usati parecchi centri. Non diventare perplesso rispetto a quale sia più importante o quale sia reale: un centro qualunque va bene. Puoi scegliere ciò che preferisci. Se la tua mente è molto sessuale, è meglio che scegli il centro sessuale. Usalo, perché la tua consapevolezza fluisce naturalmente verso esso, quindi è meglio sceglierlo. Ma è diventato difficile scegliere il centro sessuale. Questo è uno dei centri più naturali: la tua consapevolezza ne è attratta biologicamente. Perché non usare questa forza biologica per la trasformazione interiore? Fanne il punto della tua centratura. Ma i condizionamento sociali, gli insegnamenti che tendono a reprimere il sesso, il moralismo, hanno fatto gravi danni. Sei separato dal tuo centro sessuale. In realtà la nostra autoimmagine esclude il centro sessuale. Immagina il tuo corpo: ometterai i tuoi organi sessuali; ecco perché molte persone sentono che i propri organi sessuali sono qualcosa di differente da loro, come se non fossero parte del loro organismo. Ecco perché ci si nasconde così tanto, si diventa tanto incoscienti. Se venisse qualcuno dallo spazio, da qualche altro pianeta, e ti dovesse vedere, non sarebbe in grado di concepire che tu abbia alcun centro sessuale. Se dovesse ascoltare le tue conversazioni, non sarebbe in grado di comprendere che esista alcunché di simile al sesso. Se si muovesse nella tua società, nel tuo mondo formale, non potrebbe accorgersi di qualcosa che assomigli al sesso. Abbiamo creato una divisione. C’è una barriera, e abbiamo tagliato via da noi stessi il centro sessuale. In verità, abbiamo diviso il corpo in due a causa del sesso. Nella nostra mente la parte superiore significa “più elevata” e quella inferiore significa proprio “inferiore”: è condannata. Perciò “inferiore” non è solo un’informazione sulla posizione della metà di sotto: è anche una valutazione. Per quanto ti riguarda, non devi pensare che la parte inferiore del corpo sei tu. Se qualcuno ti chiedesse: “Nel tuo corpo, tu dove sei?”, indicheresti la testa perché è la parte più alta. Ecco perché i bramani in India dicono: “Noi siamo la testa e i sudra, gli intoccabili, sono i piedi”. I piedi stanno più in basso della testa. Tu di fatto sei la testa, i piedi e le altre parti ti appartengono solamente: non sono te. Per operare questa divisione, abbiamo creato i vestiti in due parti: alcuni per la parte superiore del corpo e altri per la parte inferiore, solo per dividere il corpo in due: c’è una sottile divisione. La parte inferiore del corpo non fa parte di te. E’ aggrappata a te: quella è un’altra cosa. Ecco perché è difficile usare il centro sessuale per centrarsi. Ma se ci riesci, quello è il migliore, perché la tua energia fluisce biologicamente verso quel centro. Concentrati su di esso. Tutte le volte che senti un impulso sessuale, chiudi gli occhi e senti la tua energia che fluisce verso il centro sessuale. Fanne una meditazione, sentiti centrato nel centro sessuale. Allora, all’improvviso sentirai nell’energia un salto di qualità, la sessualità scomparirà e il centro sessuale s’illuminerà e diventerà pieno di energia, dinamico. Sentirai la vita al suo culmine, in questo centro. E se sei centrato, in quell’istante il sesso sarà veramente del tutto dimenticato. Sentirai l’energia fluire dal centro sessuale in tutto il tuo corpo, anzi persino trascendere il corpo e andare nel cosmo. Se sei totalmente centrato nel centro sessuale, all’improvviso verrai gettato alla tua radice fondamentale, nell’ombelico. Il Tantra ha usato il centro sessuale, e io penso che il Tantra sia stato uno degli approcci più scientifici alla trasformazione umana, perché usare il sesso è molto scientifico. Visto che la mente già fluisce verso di esso, perché non usare questo flusso naturale come veicolo? Questa è la differenza fondamentale tra il Tantra e i cosiddetti insegnamenti moralistici. Gli insegnamenti di morale non potrebbero mai usare il centro sessuale per una trasformazione: hanno paura. E chi ha paura dell’energia sessuale troverà veramente molto, molto difficile trasformare se stesso, o se stessa, perché lotta controcorrente, nuotando senza alcuna necessità in senso opposto al fiume. E’ facile fluire insieme al fiume, galleggi semplicemente! Se riesci a galleggiare senza conflitto, puoi usare questo centro per centrarti. Un centro qualunque va bene. Puoi crearti centri tuoi: non c’è bisogno di essere tradizionali. Tutti i centri sono espedienti: espedienti per centrarsi. Quando sei centrato, scenderai automaticamente al tuo ombelico. Una coscienza centrata ritorna alla fonte originaria. La seconda domanda: IL Buddha ispirò un gran numero di persone a diventare sannyasin – che mendicavano i loro pasti e vivevano lontani dalla società, dagli affari e dalla politica. Il Buddha stesso visse una vita ascetica. Questa vita monastica sembra essere l’opposto della vita mondana e non il sentiero di mezzo. Per favore spiegaci”. Sarà difficile capire perché non sei consapevole di che cosa sia l’altro estremo della vita mondana. L’altro estremo della vita è sempre la morte. Ci sono stati Maestri che hanno detto che il suicidio è l’unico sentiero. E non solo nel passato: persino oggi, nel presente, ci sono pensatori che dicono che la vita è assurda. Se la vita in quanto tale è senza senso, allora la morte ha un senso. Vita e morte sono gli estremi opposti, perciò la morte è l’opposto della vita. Cerca di capire. E ti sarà utile, molto utile per scoprire la via per te. Se la morte è l’estremo opposto della vita, la mente può passare alla morte molto facilmente, e accade. Quando qualcuno si suicida, hai mai osservato che il suicida era troppo attaccato alla vita? Solo coloro che sono troppo attaccati alla vita possono suicidarsi. Per esempio, tu sei troppo attaccato a tuo marito, o a tua moglie, e pensi che non potresti vivere senza di lui, o senza di lei. Poi il marito, o la moglie, muore e tu ti suicidi. La mente si è spostata all’altro estremo perché era troppo attaccata alla vita. Quando la vita è frustrante, la mente può spostarsi all’altro estremo. I suicidi sono di due tipi: il suicidio radicale e quello graduale. Puoi suicidarti gradualmente, ritraendoti dalla vita, appartandoti, tagliando i tuoi ormeggi un po’ alla vota, morendo lentamente, gradualmente. Ai tempi del Buddha c’erano scuole che predicavano il suicidio. Erano queste a essere all’estremo opposto alla vita, alla vita mondana. C’erano scuole che insegnavano che il suicidio è l’unica via d’uscita da questa assurdità che noi chiamiamo vita, l’unica via d’uscita da questo soffrire. “Se sei vivo dovrai soffrire” dicevano” e, finché si vive, non c’è alcuna via per andare al di l’à dell’infelicità. Perciò suicidati. Distruggi te stesso.” Questa sembra una veduta un po’ troppo estremista, ma cerca di capirla a fondo. Ha un senso. Sigmund Freud, dopo quarant’anni di lavoro costante con la mente umana, una delle più lunghe ricerche che un individuo possa condurre, giunse alla conclusione che l’uomo così com’è non può essere felice. Il modo stesso in cui la mente funziona crea infelicità, quindi al massimo la scelta può essere tra una minore infelicità e una maggiore. Non si può scegliere l’assenza di infelicità. Se adatti la tua mente, sarai meno infelice: questo è tutto, sembra che non ci sia speranza. Gli esistenzialisti – Sartre, Camus e altri – dicono che la vita non potrà mai essere colma di beatitudine. La natura stessa della vita è terrore, angoscia, sofferenza, perciò il massimo che si possa fare è affrontarla coraggiosamente, e questo è tutto, senza alcuna speranza. La situazione così com’è, è senza speranza. Camus si chiede: “Ebbene, se questa è la situazione, perché non suicidarsi? Se non c’è alcun modo per andare al di là finché si vive, perché non abbandonare questa vita?”. Un personaggio di Dostoevskij in uno dei più grandi romanzi che esistano al mondo, I fratelli Karamazov, dice: “Sto cercando di scoprire dove sia il tuo Dio, solo per restituirgli il biglietto d’ingresso, il biglietto d’ingresso alla vita. Non voglio essere qua. E se c’è un Dio, deve essere molto violento e crudele perché mi ha gettato nella vita senza chiedermelo. Non è mai stata una mia scelta. Perché sono vivo senza averlo scelto?” C’erano molte scuole al tempo del Buddha, uno dei periodi più intellettualmente dinamici della storia umana. C’era per esempio, Ajit Keshkambal. Forse il nome non l’hai mai udito, perché è difficile creare un seguito attorno a coloro che predicano il suicidio. Perciò non esiste alcuna setta intorno ad Ajit Keshkambal, ma per cinquant’anni disse che solo il suicidio è l’unica via. Si narra che qualcuno abbia chiesto ad Ajit: “Perché dunque finora non ti sei ancora suicidato?”. Lui rispose: “Solo per predicare, devo sopportare la vita. Ho un messaggio da dare al mondo. Se io mi suicido, chi predicherà? Chi insegnerà questo messaggio? Sono qui solo per dare questo messaggio. Altrimenti la vita non è degna d’essere vissuta”. Questo è l’estremo opposto alla vita, a questa cosiddetta vita che viviamo. Quella del Buddha era la via di mezzo. Il Buddha non disse né vita né morte. E’ questo il significato di sannyas: nessun attaccamento alla vita e neppure repulsione, ma semplicemente uno starsene nel mezzo. Perciò il Buddha dice che sannyas è essere proprio nel mezzo, non è la negazione della vita, piuttosto è la negazione di entrambi, vita e morte. Quando né la vita né la morte ti riguardano, diventi un sannyasin. Se riesci a vedere gli estremi opposti della vita e della morte, l’iniziazione del Buddha nel sannyas è solo un’iniziazione nella via di mezzo. Perciò un sannyasin non è veramente contro la vita. Se lo è, non è un sannyasin, in realtà è un nevrotico: è andato all’altro estremo. Un sannyasin ha una consapevolezza molto equilibrata, in equilibrio proprio nel mezzo. Se la vita è infelicità, la mente dice: “Allora spostati all’altro estremo”. Ma per i buddisti la vita è infelicità proprio perché sei agli estremi: questa è l’idea buddista. La vita è infelicità perché è a un estremo, e anche la morte sarà infelicità perché è un altro estremo. La beatitudine sta proprio nel mezzo; la beatitudine è equilibrio. Un sannyasin è un essere equilibrato, non si inclina verso destra e neppure verso sinistra: è proprio nel mezzo, silenzioso, immobile, non sceglie né questo né quello, sta nella non-scelta, rimane nel centro. Perciò non scegliere la morte: la scelta è infelicità. Se scegli la morte hai scelto la infelicità, se scegli la vita hai scelto la infelicità, perché vita e morte sono due estremi. E ricordati: sono due estremi di una sola cosa. Non sono veramente due, sono una cosa sola che ha due poli: vita e morte. Se ne scegli uno, dovrai andare contro l’altro. Questo crea infelicità perché la morte è implicata nella vita. Non puoi scegliere la vita senza scegliere la morte. Come potresti? Non appena scegli la vita, hai scelto anche la morte. Questo crea infelicità perché il risultato del tuo aver scelto la vita sarà la morte. Hai scelto la felicità: simultaneamente, senza saperlo, hai pure scelto l’infelicità, perché ne fa parte, Se hai scelto l’amore, allora hai scelto l’odio. L’altro polo è intrinseco in esso, vi è nascosto. E una persona che scelga l’amore soffrirà, perché odierà, e quando arriverà a odiare soffrirà. Non scegliere: stai nel mezzo. La verità è nel mezzo. A un estremo c’è la morte, all’altro c’è la vita, ma questa energia che si muove nel mezzo è la verità. Non scegliere, perché la scelta significa la scelta di una cosa contro un’altra. Stare nel mezzo significa non scegliere: in quel momento abbandonerai l’intero contesto. E quando non hai scelto, non puoi essere reso infelice. L’uomo si rende infelice con la scelta. Non scegliere. Sii! E’ difficile, sembra impossibile, ma provaci. Tutte le volte che hai di fronte due opposti, cerca di stare nel mezzo. Un po’ alla volta ne conoscerai il sentore, la sensazione, e quando conosci la sensazione di come stare nel mezzo – ed è una cosa delicata, molto delicata: la più delicata nella vita – una volta che ne hai la sensazione, nulla può turbarti, nulla può farti soffrire: esisti senza soffrire. Ecco cosa significa sannyas: esistere senza soffrire. Ma per esistere senza soffrire devi esistere senza scegliere, perciò stai nel mezzo. E per la prima volta il Buddha ha cercato in modo veramente consapevole di creare una via che consista nell’essere sempre nel mezzo. La terza domanda: “Illuminaci riguardo a un paio di punti pratici per aprire e sviluppare il centro del cuore”. Primo punto: cerca di essere senza testa. Visualizzati come se fossi senza testa, muoviti senza testa. Suona assurdo, ma è uno degli esercizi più importanti. Provaci, e poi lo saprai. Cammina, e senti come se non avessi la testa. All’inizio sarà solamente “come se”, sarà molto strano. Quando ti verrà la sensazione di non avere una testa, sarà molto strano e bizzarro. Ma, un po’ alla volta, ti acquieterai nel cuore. C’è una legge… Forse avrai notato che i ciechi hanno un udito più acuto, hanno orecchie più musicali. Sono più musicali; sentono la musica più profondamente. Perché? L’energia che normalmente si muove attraverso gli occhi ora non può più muoversi per loro tramite, per cui si sceglie un cammino diverso: si muove attraverso le orecchie. I ciechi hanno una sensibilità tattile più profonda. Se un cieco ti tocca, sentirai la differenza, perché di solito noi usiamo molto gli occhi: ci tocchiamo l’un l’altro con gli occhi. Un cieco non può toccare con gli occhi, perciò l’energia si muove attraverso le sue mani. Un cieco è più sensibile di chiunque veda. A volte può non essere così, ma in genere è proprio così. Se manca un centro, l’energia comincia a muoversi da un altro centro. Perciò prova questo esercizio di cui sto parlando – l’esercizio dell’essere senza testa – e all’improvviso sentirai una strana cosa: sarà come se per la prima volta fossi nel cuore. Cammina senza la testa. Siediti a meditare, chiudi gli occhi e semplicemente senti che la testa non c’è più. Senti: “La mia testa è scomparsa”. All’inizio sarà solo “come se”, ma poco a poco sentirai che la testa è scomparsa veramente e, quando sentirai che la tua testa è scomparsa, il tuo centro cadrà giù al cuore, immediatamente! Guarderai il mondo attraverso il cuore e non più attraverso la testa. Quando alcuni occidentali giunsero per la prima volta in Giappone, non riuscirono a credere che per tradizione il Giappone avesse creduto per secoli che si pensasse attraverso il ventre. Se chiedi a un bambino giapponese che non sia stato educato alla maniera occidentale: “Dov’è che pensi?”, indicherà il suo ventre. Sono passati secoli e secoli, e il Giappone è vissuto senza testa. E’ solo un concetto. Se ti chiedo: Dov’è che stai pensando? Tu indicherai la testa, ma un giapponese indicherà il ventre, e questa è una delle ragioni per le quali la mente giapponese è più calma, tranquilla e raccolta. Ora questo è cambiato perché l’Occidente si è esteso ovunque. Ora l’Oriente non esiste più. Esiste solo qua e là in alcuni individui, che sono come vere e proprie isole. Geograficamente l’Oriente è scomparso; ora l’intero mondo è occidentale. Prova a essere senza testa. Medita stando davanti allo specchio nel bagno. Scruta a fondo i tuoi occhi e senti che stai guardando dal cuore. Poco a poco il centro del cuore comincerà a funzionare, e quando il cuore funziona cambia la tua intera personalità, l’intera struttura, l’intero modello, perché il cuore ha la sua vita. Perciò, prima cosa: prova a essere senza testa. Seconda: ama di più, perché l’amore non può funzionare attraverso la testa. Ama di più! Questa è la ragione per la quale quando qualcuno s’innamora perde la testa. La gente dice che è impazzito. Se non sei pazzo e innamorato, allora non sei veramente innamorato. Si deve perdere la testa. Se la testa è presente, non ne viene toccata, se funziona in modo normale, l’amore non è possibile, perché per l’amore bisogna che funzioni il cuore, non la testa. E’ una funzione del cuore. Capita che quando una persona molto razionale si innamora, diventi stupida. Lei stessa sente quante stupidaggini sta facendo, quante sciocchezze. Che cosa sta facendo? Per cui divide la sua vita in due parti, crea una divisione: il cuore diventa un affare silenzioso e intimo. Quando esce di casa, esce anche il cuore. Nel mondo vive con la testa e scende giù nel cuore solamente quando ama. Ma è molto difficile e di solito non capita mai. Stavo a Calcutta in casa di un amico, un giudice della Corte suprema. Sua moglie mi disse: “Ho solo un problema di cui vorrei parlarti. Puoi aiutarmi?”. Chiesi: “Qual è il problema?”. Mi disse: “Mio marito è tuo amico. Ti ama e ti rispetta, perciò se tu gli dicessi qualcosa potrebbe essere d’aiuto”. Quindi le chiesi: “Che cosa devo dirgli? Dimmi, dunque”. Rispose: “Lui rimane un giudice della Corte suprema anche a letto. Io non ho conosciuto un amante, un amico o un marito. Lui è un giudice della Corte suprema ventiquattr’ore su ventiquattro”. E’ difficile: è difficile scendere del tuo piedistallo. Diventa un atteggiamento fisso. Se sei un uomo d’affari, rimarrai tale anche a letto. E’ difficile accomodare all’interno due persone, e non è facile cambiare il tuo modello completamente, tutte le volte che vuoi. E’ difficile, ma se sei innamorato devi scendere dalla testa. Perciò per questa meditazione cerca di amare sempre di più. E quando dico sii più colmo d’amore, intendo che devi cambiare la qualità della tua relazione: fai che sia fondata sull’amore, non solo con tua moglie, con tuo figlio o con il tuo amico, ma anche nei confronti della vita in quanto tale. Ecco perché Mahavira e il Buddha hanno parlato di non violenza: serviva solo a creare un atteggiamento d’amore verso l’esistenza. Quando Mahavira si muove, cammina, rimane sempre consapevole per non uccidere neppure una formica. Perché? In realtà, la formica non è la sua preoccupazione: egli sta scendendo dalla testa al cuore, sta creando un atteggiamento d’amore verso la vita in quanto tale. Quando più le tue relazioni sono basate sull’amore – tutte le relazioni – tanto più il tuo centro del cuore funzionerà. Comincerà a funzionare; guarderai il mondo con gli occhi diversi: perché il cuore ha il proprio modo di guardare il mondo. La mente non potrebbe mai guardare in quel modo: sarebbe impossibile. La mente può soltanto analizzare! Il cuore sintetizza; la mente può soltanto sezionare, dividere. E’ un divisore. Solo il cuore dà unità. Quando riesci a guardare attraverso il cuore, l’intero universo appare come un’unità. Quando ti avvicini con la mente, l’intero mondo diventa atomico. Non c’è unità: solamente atomi e atomi e ancora atomi. Il cuore dà un’esperienza unitaria. Unisce insieme e la sintesi suprema è Dio. Se riesci a guardarlo attraverso il cuore, l’intero universo appare come uno: questa unità è Dio. Questa è la ragione per la quale la scienza non potrà mai trovare Dio. E’ impossibile poiché il metodo impiegato non potrà mai giungere alla suprema unità. Il metodo stesso della scienza è la ragione, l’analisi, la divisione. Perciò la scienza giunge alle molecole, agli atomi, agli elettroni… e continuerà a dividere, ma non potrà mai giungere all’unità organica del Tutto. E’ impossibile guardare al Tutto con la testa. Perciò ama di più. Ricorda, la qualità dell’amore deve essere presente in qualsiasi cosa tu faccia: deve essere un pensiero costante. Stai camminando sull’erba: senti che quell’erba è viva. Ogni filo d’erba è altrettanto vivo quanto te. Il Mahatma Gandhi stava con Rabindranath Tagore a Shanti Niketan, e osserva che approcci differenti avevano! La non violenza di Gandhi era una questione mentale: ci ragionava sempre sopra, era razionale nei suoi confronti. Ci pensava, esaminava il pro e il contro, ponderava, contemplava e poi concludeva. Sperimentava, poi concludeva. Se hai letto la sua autobiografia ti ricorderai che intitolò il suo libro Esperimenti con la verità. La parola stessa “esperimenti” è scientifica, appartiene alla ragione, è un termine da laboratorio. Stava con il poeta Rabindranath, e insieme andarono a fare una passeggiata nei giardini, Il prato era verde, vivo, perciò Gandhi disse: “Vieni sul prato”. Rabindranath rispose: “Non posso. Non posso camminare sul prato. Ogni filo d’erba è altrettanto vivo quanto lo sono io. Non posso calpestare un fenomeno così vivo”. E Rabindranath non era per niente un predicatore della non violenza. Non parlò mai della non violenza, ma il suo approccio era attraverso il cuore: sentiva l’erba. Gandhi rifletté su quanto aveva detto e rispose: “Hai ragione”. Questo è un approccio mentale. Sii colmo d’amore. Sii colmo d’amore persino con le cose. Se sei seduto su una sedia, sii colmo d’amore. Percepisci la sedia; abbi un sentimento di gratitudine. La sedia ti sta facendo sentire a tuo agio; percepisci la sensazione tattile, amala, abbi un sentimento d’amore. La sedia in sé non è importante. Se stai mangiando, mangia con amore. Gli indiani dicono che il cibo è divino. Il senso è che quando lo mangi, il cibo va dà vita, energia, vitalità. Devi esserne grato; sii colmo d’amore verso di esso. In genere mangiamo il cibo con estrema violenza, come se stessimo uccidendo qualcosa. Non come se stessimo assorbendo: come se stessimo uccidendo. Oppure continui pieno d’indifferenza, a cacciare roba nel tuo stomaco, senza sentimento. Tocca il tuo cibo con amore, con gratitudine: è la tua vita. Ospitalo, gustalo, godilo. Non essere indifferente e violento. I nostri denti sono molto violenti a causa della nostra eredità animale. Gli animali non hanno nessun’altra arma: le unghie e i denti sono le loro uniche armi di offesa. I tuoi denti sono fondamentalmente un’arma, per cui la gente continua a uccidere con i propri denti: uccidono il loro cibo. Ecco perché quanto più sei violento, tanto maggiore sarà il tuo bisogno di cibo. Ma al cibo c’è un limite, perciò si continua fumare o si continua a masticare gomma: questa è violenza. Godi perché stai uccidendo qualcosa con i tuoi denti, macinando qualcosa con i denti, perciò si continua a masticare gomma o pan. Questo fa parte della violenza. Continua a fare qualunque cosa stai facendo, ma fallo con amore. Non essere indifferente. Allora il tuo centro del cuore comincerà a funzionare e tu scenderai in profondità in esso. Primo: prova a essere senza testa; secondo. Prova ad amare; terzo: sii sempre più estetico, sensibile alla bellezza, alla musica, a tutto quanto tocchi il cuore. Se questo mondo potesse venire più educato alla musica e meno alla matematica, avremmo un’umanità migliore; se potessimo educare la mente più alla poesia e meno alla filosofia ,avremmo un’unità migliore: perché finché ascolti o suoni musica la mente non è necessaria, cadi giù dalla mente. Sii più estetico, più poetico, più sensibile. Puoi non essere un gran musicista, un grande poeta o un grande pittore, ma puoi godere o creare qualcosa per conto tuo: non è necessario essere un Picasso. La tua casa te la puoi dipingere da te; puoi dipingere dei quadri. Non è necessario essere un Maestro, un Alauddin Khan: puoi suonare qualcosa a casa tua. Puoi suonare un flauto, non importa quanto dilettantisticamente. Ma fai qualcosa che riguarda il cuore. Canta, danza, fai qualcosa che riguarda il cuore. Sii più sensibile verso il mondo del cuore, e non è necessario granché per essere sensibili. Persino un uomo povero può essere sensibile: le ricchezze non sono necessarie. Puoi non avere un palazzo, ma se sei semplicemente sdraiato sulla spiaggia, è sufficiente per essere sensibile. Puoi essere sensibile alla sabbia, puoi essere sensibile al sole, puoi essere sensibile alle onde, al vento, agli alberi, al cielo. L’intero mondo è qui perché tu sia sensibile a esso. Cerca di essere più sensibile, più vivo, e cerca di essere sensibile in modo attivo, perché l’intero mondo è diventato passivo. Vai al cinema: qualcun altro sta facendo qualcosa e tu semplicemente ti siedi e guardi. Sullo schermo è qualcun altro ad amare e tu guardi: sei solamente un Voyeur, passivamente morto, che non fa nulla. Non sei un partecipante. A meno che tu non partecipi, il tuo centro del cuore non funzionerà. Perciò a volte è meglio danzare. Non sarai un grande danzatore, non è necessario. Per quanto goffamente, danza. Questo ti darà la sensazione del cuore. Mentre danzi il tuo centro sarà il cuore: non può mai essere nella mente. Salta, gioca come un bambino. A volte dimenticati del tutto il tuo nome, il tuo prestigio, la tua laurea. Dimentica ogni cosa; sii come un bambino. Non essere serio. A volte prendi la vita come un gioco e il cuore si svilupperà: Il cuore raccoglie energia. E quando avrai un cuore vivo, anche la qualità della tua mente cambierà. Potrai andare alla mente, potrai funzionare attraverso di essa, ma la mente diventerà solo uno strumento: potrai usarla. Non ne sarai ossessionato, e potrai allontanartene in qualsiasi istante tu voglia. Allora ne sarai padrone. Il cuore ti darà la sensazione di essere il padrone. E ancora un’altra cosa: giungerai a sapere che non sei né la testa né il cuore, perché potrai trasferirti dal cuore alla testa, dalla testa al cuore. Saprai di essere qualcos’altro, una X. Se rimani nella testa e non ti muovi mai di lì, tu identifichi con essa. Non sai di essere diverso. Questo movimento dal cuore alla testa e dalla testa al cuore ti darà la sensazione di essere totalmente diverso. A volte sei nel cuore e a volte sei nella testa, ma tu non sei né il cuore né la testa. Questo terzo punto di consapevolezza ti condurrà al terzo centro: all’ombelico. E l’ombelico non è veramente un centro. Lì, tu sei! Ecco perché non può essere sviluppato: può solamente essere scoperto. La terza domanda: “Hai detto che gli psicologi occidentali ora dicono che è meglio non evitare il litigio in una relazione amorosa, e che affrontarlo quando si presenta rende l’amore più intenso. Poi hai parlato del sentiero di mezzo del Buddha che esclude entrambi gli estremi. Per coloro che non hanno ancora trasceso nell’amore che è oltre i due poli, per degli amanti, secondo te qual è la via migliore?”. Alcuni punti fondamentali: primo, l’amore della mente è necessariamente un movimento tra due estremi opposti di odio e di amore. Con la mente, la dualità è inevitabile. Perciò se con la mente sei colmo d’amore per qualcuno, non puoi sfuggire l’altro estremo. Puoi nasconderlo, puoi reprimerlo, puoi dimenticartene: le cosiddette persone educate lo fanno di continuo, ma diventano istupidite, morte. Se non puoi litigare con il tuo amante, se non puoi arrabbiarti, si perde l’autenticità dell’amore. Se reprimi la tua rabbia, quella rabbia repressa diventerà parte di te stesso, e non ti permetterà un completo abbandono durante l’amore. Sarà sempre presente. La stai trattenendo, l’hai repressa. Se sono arrabbiato e mi sono represso, la rabbia repressa sarà presente allorché amo e renderà il mio amore morto. Se non sono stato autentico nella mia rabbia, non posso esserlo nel mio amore. Se sei autentico, lo sei in entrambe le cose. Se non lo sei in una, non puoi esserlo nell’altra. In tutto il mondo, i cosiddetti insegnamenti, la civiltà, la cultura hanno totalmente soffocato l’amore, ed è accaduto in nome dell’amore. Dicono che se ami qualcuno non devi arrabbiarti, se vai in collera il tuo amore è falso, quindi non litigare, non odiare. E’ ovvio che sembri logico. Come puoi odiare se sei innamorato? Perciò noi escludiamo la parte di odio. Ma con la parte dell’odio amputata l’amore diventa impotente. E’ come se avessi amputato una gamba a un uomo per poi dirgli: “Ora muoviti! Ora puoi correre: sei libero di correre”. Ma gli hai amputato una gamba, per cui l’uomo non può muoversi. Odio e amore sono due poli di un unico fenomeno. Se amputi l’odio, l’amore sarà morto e impotente. Ecco perché ogni famiglia è diventata impotente. E poi cominci ad avere paura di lasciarti andare. Quando sei innamorato non puoi lasciarti andare completamente perché hai paura: se lo facessi, la rabbia, la violenza, l’odio che sono nascosti e repressi potrebbero venir fuori. Quindi devi continuamente schiacciarli. Giù, nel profondo, devi continuamente combatterli. E combattendoli, non puoi essere naturale e spontaneo. Perciò ti atteggi solo come se amassi. Fai finta, e ognuno lo sa, lo sa tua moglie, che stai facendo finta, e tu sai che tua moglie sta facendo finta. Ognuno fa finta, dunque l’intera vita diventa falsa. Ci sono due cose da fare per andare oltre la mente: andare in meditazione e poi toccare il livello di nonmente dentro di te. In questo modo avrai un amore che non avrà alcun estremo opposto. Tuttavia in quell’amore non ci sarà eccitamento né passione: quell’amore sarà silenzioso, una pace profonda senza neppure un’increspatura. Anche un Buddha, un Gesù amano. Ma in quell’amore non c’è eccitamento, non c’è febbre proviene dall’estremo opposto; l’eccitamento proviene dall’estremo opposto. Due estremi opposti creano tensione. Ma l’amore del Buddha e di Gesù è un fenomeno silenzioso, perciò solo coloro che hanno raggiunto lo stato di nonmente possono comprenderlo. Gesù era in cammino nell’arsura del mezzogiorno. Era stanco, perciò si riposò sotto un albero. Non sapeva a che appartenesse l’albero. Apparteneva a Maria Maddalena, che era una prostituta. Lei guardò dalla sua finestra e vide quest’uomo bellissimo, uno dei più belli mai nati. Si sentì attratta, non solo: provò passione. Uscì e chiese a Gesù: “Vieni dentro in casa mia. Perché riposi qua? Sei il benvenuto”. Gesù vide la passione nei suoi occhi, l’amore – il cosiddetto amore – e disse: “ La prossima volta che passando di qui mi sentirò di nuovo stanco verrò a casa tua. Ma per ora il bisogno è stato soddisfatto. Sono pronto a ripartire, per cui ti ringrazio”. Maria si sentì insultata. Questo rea raro… in verità, non aveva mai invitato nessuno prima d’allora. La gente veniva da lontano solo per vederla. Da lei venivano persino i re, ed ecco che questo mendicante la rifiutava. Gesù era solo un mendicante, un vagabondo, un hippy, e la rifiutò. Perciò Maria disse a Gesù: “Ma non lo senti il mio amore? Questo è un invito d’amore. Vieni dunque! Non respingermi. Non hai alcun amore nel tuo cuore?”. In risposta Gesù le disse: “Anch’io ti amo e, in verità, tutti coloro che fingono di amarti non ti amano”. Disse: “Solo io posso amarti”. E aveva ragione. Ma quell’amore ha una qualità differente: non implica l’estremo opposto, il contrasto; per cui manca la tensione, manca l’eccitamento. Lui non è eccitato per amore, non è febbricitante, e per lui l’amore non è una relazione: è uno stato dell’essere. Vai oltre la mente e arriva a un livello di nonmente. Allora l’amore fiorisce, ma quell’amore non ha nulla che gli sia opposto. Al di là della mente non esistono opposti, al di là della mente tutto è uno. Dentro la mente, tutto è diviso in due. Ma, se sei dentro la mente, è meglio essere autentico piuttosto che falso. Perciò sii autentico quando senti rabbia nei confronti del tuo amante o della tua amata. Sii autentico mentre sei in collera e poi, senza che vi sia alcuna repressione, quando giungerà il momento dell’amore, quando la mente si muoverà all’estremo opposto, avrai uno slancio spontaneo. Perciò considera il litigio come una parte della mente. E’ il dinamismo stesso della mente che opera per estremi opposti. Perciò sii autentico nella tua rabbia, sii autentico nel tuo litigio, e lo sarai anche nel tuo amore. Quindi agli amanti mi piacerebbe dire di essere autentici. E se lo siete veramente accadrà un fenomeno unico. Vi stancherete dell’assurdità di muovervi agli estremi opposti. Ma siate autentici, altrimenti non vi stancherete mai. Una mente repressa non diventa mai realmente consapevole di essere stretta tra estremi opposti. Chi la possiede, non è mai veramente arrabbiato, non è mai veramente innamorato, perciò non ha alcuna vera esperienza della mente. Pertanto ti suggerisco di essere autentico. Non essere falso. Sii reale! E l’autenticità ha una sua bellezza. Il tuo amante, la tua amata ti capiranno quando sarai veramente arrabbiato, autenticamente arrabbiato. Solo una falsa rabbia o una falsa non-rabbia non possono essere perdonati. Solo un volto falso potrà non essere perdonato. Sii autentico, e lo sarai anche in amore. Questo amore autentico ti compenserà, e così vivendo autenticamente ti stancherai. Ti chiederai cosa stai facendo, perché sei solo un pendolo che si muove da un estremo all’altro. Ti annoierai, e solo allora potrai deciderti a muoverti oltre la mente e la polarità. Sii autentico. Non permettere che vi sia alcuna falsità; non fingere. Sii reale e soffri la realtà. Soffrire fa bene. La sofferenza è un’educazione, una disciplina. Soffrila! Soffri la rabbia, soffri l’amore e soffri l’odio. Ricorda una cosa sola: non essere mai falso. Se non provi amore, dì che non provi amore. Non fingere; non cercare di mostrarti pieno d’amore. Se sei arrabbiato, dillo e sii arrabbiato. Ci sarà molta sofferenza, ma soffrirla: in questo modo nascerà una nuova consapevolezza. Diventa consapevole dell’assurdità dell’odio e dell’amore. Odia la stessa persona e ama anche la stessa persona, e continua a muoverti in circolo. Quel circolo ti diventerà chiaro come il cristallo, e diventa chiaro come il cristallo solo attraverso la sofferenza. Non sfuggire la sofferenza. Hai bisogno di una sofferenza reale. E’ come un fuoco: ti brucerà. E tutto ciò che è falso arderà e tutto ciò che è reale rimarrà. Questo è ciò che gli esistenzialisti chiamano autenticità. Sii autentico, e non potrai più restare nella mente. Sii non-autentico e nella mente ci resterai per vite e vite. Ti stancherai della dualità. Ma come puoi stancarti della dualità a meno che tu non sia presente nella dualità, senza fingere? Allora saprai che il cosiddetto amore della mente non è altro che una malattia. Hai mai notato che un amante non riesce a dormire? Non è a suo agio: è febbricitante. Se lo esamini, presenterà molti sintomi di molte malattie. Questo amore, il cosiddetto amore della mente e del corpo, è in realtà una malattia, ma tiene occupati: questa è la sua funzione. Altrimenti ti sentiresti disoccupato, come se in questo mondo non facessi nulla. La tua intera vita sembra vuota, perciò l’amore va bene per riempirla. La mente stessa è la malattia, perciò qualunque cosa appartenga alla mente sarà una malattia. Solo oltre la mente, là dove non sei diviso in dualità, dove sei uno, solamente lì fiorisce un amore diverso. Gesù lo chiama amore, il Buddha lo chiama compassione, solo per fare una distinzione: non fa alcuna differenza come lo chiami. Esiste la possibilità di un amore al quale non ci sia nulla che si contrapponga, ma quell’amore può venire solamente quando tu sei andato al di là di questo amore, dell’amore che tu conosci. E per farlo ti consiglio di essere autentico: sii autentico nell’odio, nell’amore, nella rabbia, in ogni cosa; sii autentico, sii reale, senza fingere, perché solo una realtà può essere trascesa: non puoi trascendere cose irreali. Il libro dei segreti Osho


Per info sui Seminari (Laboratori di Tantra dell’Origine Livelli 1, 2, 3 e Teacher) e sugli stage Tantra: Lalita Kamala 346 3783856, oppure scrivimi su fb dopo avermi chiesto amicizia -> https://www.facebook.com/ornelladstefano.Location di MilanoPer entrare nel nuovo Gruppo Fb di Tantra dell'Origine : https://www.facebook.com/groups/514018152069947

Clicca <<<<QUI>>>> per scaricare gratuitamente il Primo Capitolo di Translife Revelation il libro che tratta della scoperta della double-matrix che cambia la storia dell'uomo liberandolo per sempre.


***