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TOTALE ACCETTAZIONE E NON DIVISIONE: IL SIGNIFICATO DELLA PUREZZA TANTRICA


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DOMANDA: Che cosa intende il Tantra per purezza? Una delle cose che sono state chieste è: “Che cosa intende il Tantra con purificazione della mente, purezza della mente, quale condizione fondamentale per un ulteriore progresso?”. Qualunque cosa s’intenda normalmente per purezza non è ciò che il Tantra intende. Di solito dividiamo ogni cosa in bene e male. La divisione può essere fatta per una ragione qualunque: igienicamente, moralmente o per qualsiasi altro motivo, in ogni caso noi dividiamo sempre la vita in due, bene e male. E, di solito quando parliamo di purezza intendiamo bontà. Le qualità “cattive” non dovrebbero essere permesse, mentre dovrebbero esserci le qualità “buone”. Ma per il Tantra questa divisione di buono e cattivo è senza senso. Il Tantra non guarda alla vita attraverso alcuna dicotomia, dualità o divisione. Quindi la domanda: “Che cosa si intende per ‘purezza’ nel Tantra?” è molto pertinente. Se lo chiedi a un santo, risponderà che la rabbia è male, il sesso è male, l’avidità è male. Se lo chiedi a Gurdjirff, dirà che la negatività è male, che qualsiasi emozione negativa è male e che essere positivi è bene. Se lo chiedi ai giainisti, ai buddisti, agli hindu, ai cristiani o ai musulmani, divergeranno nella loro definizione di bene e di male, ma hanno pur sempre delle definizioni. Chiamano certe cose buone e certe altre cattive e, per loro definire la purezza non è difficile. Qualsiasi cosa prendano per buona è pura, qualsiasi cosa prendano per cattiva è impura. Ma per il Tantra è un problema profondo. Il Tantra non fa alcuna divisione superficiale fra bene e male. Che cos’è allora la purezza? Il Tantra dice che dividere è impuro e vivere nella non divisione è purezza. Perciò purezza significa innocenza, innocenza indifferenziata. C’è un bambino: tu lo chiami puro. Si arrabbia, è avido, perché dunque lo chiami puro? Che cosa c’è di puro nell’infanzia? L’innocenza! Nella mente di un bambino non c’è divisione. Il bambino è inconsapevole della divisione in ciò che è bene e ciò che è male, e quella inconsapevolezza è l’innocenza. Anche se si arrabbia, non ha l’intenzione di arrabbiarsi: è un atto puro e semplice. Capita, e quando la rabbia se ne va, se ne va: non ne rimane più nulla. Il bambino è di nuovo lo stesso, come se la rabbia non ci fosse mai stata. La purezza non ne viene toccata. La purezza è la stessa. Perciò un bambino è puro perché è in uno stato di nonmente. Più la mente si sviluppa e più il bambino diventerà impuro: la rabbia non si manifesterà spontaneamente, ma come qualcosa di ponderato. Perciò qualche volta il bambino la reprimerà, se la situazione non la consente, e quando la rabbia è repressa, a volte si trasferirà anche in altre situazioni. Quando in realtà non ci sarà alcun bisogno di arrabbiarsi, lui si arrabbierà, perché la rabbia repressa avrà bisogno di sfogarsi e in quel caso ogni cosa diventerà impura perché interviene la mente. Ai nostri occhi un bambino può essere un ladro, ma un bambino di per se stesso non lo è mai perché nella sua mente non esiste il concetto di fondo in base al quale delle cose appartengono a delle persone. Se prende il tuo orologio, i tuoi soldi, o qualunque altra cosa, per lui non è un furto perché per lui non esiste la nozione stessa del possesso; il suo furto è puro, mentre persino il tuo non-furto non è puro: è presente la mente. Il Tantra dice che quando qualcuno ridiventa come un bambino, è puro. E’ ovvio che non è un bambino, è solo come un bambino. E’ diverso, ma è anche simile a un bambino: la somiglianza è l’innocenza riacquistata. Siamo di nuovo come bambini. Un bambino è in piedi nudo. Nessuno sente la sua nudità perché lui è ancora inconsapevole del corpo. La sua nudità ha una qualità differente dalla tua, tu sei consapevole del corpo. Il saggio deve riacquistare questa innocenza. Mahavira sta di nuovo in piedi nudo. Quella nudità ha di nuovo la stessa qualità dell’innocenza: si è dimenticato del suo corpo, non è più il corpo. Ma è presente anche una differenza, e la differenza è enorme. Il bambino è semplicemente ignorante: di qui l’innocenza. Ma il saggio è saggio: questa è la ragione della sua innocenza. Il bambino, un giorno, diventerà consapevole del suo corpo e sentirà la nudità, cercherà di nasconderla, se ne sentirà colpevole e sen ne vergognerà. Arriverà a essere consapevole. Perciò la sua è l’innocenza dell’ignoranza: la conoscenza la distruggerà. Questo è il significato della storia biblica di Adamo ed Eva cacciati dall’Eden. Erano nudi come bambini, non erano consapevoli del corpo, non erano consapevoli della rabbia, dell’avidità, della cupidigia, del sesso o di alcuna altra cosa. Non erano consapevoli: erano come bambini, innocenti. Ma Dio aveva proibito loro di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza. L’albero della conoscenza era proibito, ma loro ne mangiarono perché tutto ciò che è proibito diventa allettante. Qualsiasi cosa proibita diventa attraente! Vivevano in un grande giardino con un numero infinito di alberi, ma l’albero della conoscenza diventò il più importante perché era proibito. In verità quell’essere proibito divenne l’attrattiva, l’invito. Erano come magnetizzati, ipnotizzati dall’albero. Non potevano sfuggirlo, dovettero mangiare. Ma questa storia è bella proprio perché l’albero si chiama albero della conoscenza. Non appena mangiarono del frutto della conoscenza diventarono noninnocenti, diventarono consapevoli, arrivarono a rendersi conto che erano nudi. Immediatamente Eva cercò di nascondere il suo corpo. Con la consapevolezza del corpo divennero consapevoli di ogni cosa: rabbia, cupidigia, avidità, ogni cosa. Divennero adulti e quindi furono cacciati dal giardino. Perciò, nella Bibbia, la conoscenza è peccato. Furono buttati fuori dal giardino, furono puniti, a causa della conoscenza. A meno che non ridiventino come bambini – innocenti, privi di conoscenza – non possono entrare nel giardino. Possono entrare di nuovo nel regno di Dio solo se soddisfano la condizione di ritornare innocenti. L’intera storia non è altro che la storia dell’umanità: ogni bambino viene espulso dal giardino, non solo Adamo ed Eva. Ogni bambino vive la sua infanzia nell’innocenza, senza saper nulla. E’ puro, ma è la purezza dell’ignoranza: non può durare. A meno che non diventi una purezza di saggezza, non puoi fare affidamento su di essa. Dovrà andarsene, presto o tardi dovrà mangiare il frutto della conoscenza. Ogni bambino dovrà mangiare il frutto della conoscenza. Nel giardino dell’Eden era facile: c’era solo l’albero. In sostituzione dell’albero noi abbiamo scuole, collegi e università. Ogni bambino dovrà passarci, dovrà diventare non-innocente, dovrà perdere la sua innocenza. L’esistenza stessa ha bisogno della conoscenza. Il mondo stesso ha bisogno della conoscenza. Non puoi esistere in esso senza la conoscenza. Non appena arriva la conoscenza, inizia la divisione: cominci a separare ciò che è bene da ciò che è male. Quindi per il Tantra la divisione in bene e male è impurità. Prima di essa sei puro, dopo, sei puro, in essa sei impuro. Ma la conoscenza è un male necessario, non puoi evitarlo. Bisogna passarci attraverso; fa parte della vita. Ma non è necessario rimanerci per sempre: si può trascendere la conoscenza. Andare oltre ti fa tornare puro e innocente. Se le divisioni perdessero il loro significato, se la conoscenza che separa il bene dal male non ci fosse più, guarderesti di nuovo al mondo con un atteggiamento innocente. Gesù dice: “Se non diventate come bambini non potrete entrare nel regno di Dio”. Se non divenite come i Bambini… questa è la purezza del Tantra. Lao Tzu dice: “Un millimetro di divisione, e il cielo e l’inferno sono separati”. La mente del saggio è non-divisione, non-divisione assoluta! Un saggio non sa che cosa sia bene o che cosa sia male. E’ come i bambini, ma anche diverso da loro, perché ha conosciuto questa divisione. E’ passato attraverso questa divisione e l’ha trascesa, è andato oltre. Ha conosciuto l’oscurità e la luce, ma ora ne è andato oltre. Ora vede l’oscurità come parte della luce e la luce come parte dell’oscurità, ora non c’è divisione. La luce e l’oscurità sono entrambe diventate una cosa sola, gradazioni di un solo fenomeno. Ora vede ogni cosa come gradazioni di una cosa sola Per quanto siano estremi opposti, non sono due cose distinte. Vita e morte, amore e odio, bene e male, ogni cosa fa parte di un solo fenomeno, di una sola energia: è solo una differenza di gradazioni, e non possono mai essere separati. Non si può porre un limite per cui “da questo punto” c’è una divisione. Non c’è divisione. Che cos’è il bene? Che cos’è il male? A partire da dove puoi definirli e delimitarli in quanto separati? Sono sempre una cosa sola. Sono solamente gradazioni diverse della stessa cosa. Una volta che lo sai e lo senti, la tua mente ritorna pura. Questo è ciò che il Tantra intende per purezza. Perciò definirò la purezza tantrica come innocenza, non come bontà. Ma l’innocenza può essere ignorante, allora non serve a niente. Deve essere persa, devi esserne gettato fuori, altrimenti non puoi maturare. Abbandonare e andare oltre la conoscenza fanno entrambi parte della maturazione, dell’essere veramente adulti. Perciò attraversali, ma non fermarti in essi. Muoviti! Continua a muoverti! Verrà il giorno in cui sarai al di là. Questa è la ragione per cui la purezza tantrica è difficile da comprendere e può essere fraintesa. E’ sottile! Per questo è virtualmente impossibile riconoscere un saggio tantrico. Di solito i santi e i saggi sono riconoscibili perché ti seguono, seguono i tuoi standard, le tue definizioni, la tua moralità. Un saggio tantrico è persino difficile da riconoscere perché trascende tutte le divisioni. Perciò in realtà, nell’intera storia dell’evoluzione umana non si sa nulla dei saggi tantrici. Di loro non si dice né è stato tramandato nulla, perché è estremamente difficile riconoscerli. Confucio andò da Lao Tzu. La mente di Lao Tzu è quella di un individuo risvegliato tantricamente. Non conobbe mai la parola “Tantra”: la parola è priva di significato per lui. Non conobbe mai nulla del Tantra, ma tutto quello che disse è Tantra. Confucio è un esempio tipico della nostra mente, è l’esempio tipico per antonomasia. Pensa continuamente in termini di bene e di male, di quel che dovrebbe essere fatto e di quello che non dovrebbe essere fatto. E’ un legalista, il più grande legalista mai nato. Andò a trovare Lao Tzu e gli chiese: “Che cosa è bene? Che cosa si dovrebbe fare? Che cosa è male? Definiscili chiaramente”. Lao Tzu rispose: “Le definizioni creano confusioni creano confusioni perché definire significa dividere: questo è questo, e quello è quello”. Tu dividi e dici che A è A e B è B… hai diviso. Tu dici che A non può essere B: hai creato una divisione, una dicotomia, mentre l’esistenza è una sola. A diventa continuamente B, A si trasforma continuamente in B. la vita si trasforma continuamente in morte, la morte in vita, perciò come si fa a definire? L’infanzia si trasforma in giovinezza e la giovinezza in vecchiaia, la salute in malattia e la malattia in salute, perciò dove si può porre la linea di separazione? La vita è un solo movimento e, non appena definisci, crei confusione, perché le definizioni saranno morte mentre l’esistenza è un movimento vivo. Perciò le definizioni sono sempre false. Lao Tzu disse: “Definire crea la non-verità, perciò non definire. Non dire che cosa è bene e che cosa è male”. Al che Confucio replicò: “Che cosa stai dicendo? Allora, come possono le persone essere condotte e guidate? Come si può insegnare loro? Come si può renderli morali e buone?”. Lao Tzu disse: “Quando qualcuno cerca di rendere qualcun altro buono, ai miei occhi questo è un peccato. Chi sei tu per condurre? Chi sei tu per guidare? E quante più guide vi sono, tanto maggiore è la confusione. Lascia ognuno a se stesso. Chi sei tu?”. Questo tipo di atteggiamento sembra pericoloso. Lo è! La società non si può fondare su atteggiamenti simili. Confucio continua a chiedere, mentre Lao Tzu dice semplicemente: “Basta la natura, non è necessaria alcuna moralità. La natura è spontanea. E’ sufficiente la natura, le leggi e le discipline imposte non sono necessarie. L’innocenza è sufficiente. Non è necessaria alcuna moralità. La natura è spontanea, basta la natura, Le leggi e le discipline imposte non sono necessarie. Basta l’innocenza. Il sapere non è necessario”. Confucio ritornò molto turbato. Non riuscì a dormire per diverse notti, e i suoi discepoli gli chiesero: Raccontaci qualcosa di quell’incontro. Che cosa è successo?”. Confucio rispose: Non è un uomo, è un pericolo, un dragone. Non è un uomo. Non andate da lui. Ovunque sentiate parlare di Lao Tzu, fuggite da quel posto. Stravolgerà completamente la vostra mente”. Ed è giusto, perché l’intero Tantra si occupa di come trascendere la mente, è inevitabile che la distrugga. La mente vive di definizioni, leggi e discipline, la mente ‘ è un ordine. Ma, ricorda, il Tantra non è disordine, e questo è un punto molto sottile da comprendere. Confucio non poté comprendere Lao Tzu. Quando Confucio se ne andò. Lao Tzu rise e i suoi discepoli gli chiesero: “Perché ridi tanto? Che cos’è successo?” Si narra che Lao Tzu abbia detto: “La mente è una tale barriera per la comprensione! Persino la mente di Confucio è una barriera. Non poteva assolutamente comprendermi, qualsiasi cosa dirà di me, sarà un fraintendimento. Lui pensa a creare un ordine nel mondo. Non si può creare un ordine nel mondo. L’ordine è implicito: c’è sempre. Quando cerchi di fare ordine, crei disordine”. Lao Tzu concluse: “Penserà che io stia creando disordine mentre, in realtà, è lui che lo sta creando. Io sono contrario a tutti gli ordini imposti perché credo in una disciplina spontanea che viene e cresce automaticamente. Non è necessario imporla”. Il Tantra guarda alle cose in questo modo. Per il Tantra l’innocenza è la spontaneità, sahajata, essere se stessi senza alcuna imposizione, essere semplicemente se stessi, crescere come un albero: non l’albero del tuo giardino, ma quello della tua foresta che cresce spontaneamente; non guidato, perché ogni guida è una guida fuorviante (per il Tantra, ogni guida è una guida fuorviante); non guidato, non protetto, non indirizzato, non stimolato, ma semplicemente in crescita. La legge interiore è sufficiente; non è necessaria altra legge. E se hai bisogno di qualche altra legge, ciò dimostra solo che non conosci la legge interiore, hai perso il contatto con essa. Perciò la cosa realmente importante non è imporre qualcosa, è riacquistare l’equilibrio, ritornare di nuovo nel centro, ritornare di nuovo a casa, in modo tale da raggiungere la vera legge interiore. Ma per la moralità, per le religioni – le cosiddette religioni – l’ordine deve essere imposto, la bontà deve essere imposta dall’altro, dall’esterno. Le religioni, gli insegnamenti morali, i preti, i papi, ognuno di loro ti considera cattivo in modo connaturato, ricordalo: loro non credono nella bontà dell’uomo, non credono in alcuna bontà interiore. Credono che tu sia malvagio, che tu non possa essere buono, a meno che non ti venga insegnato, che non ci sia alcuna possibilità che la bontà provenga dall’interiorità, a meno che non ti venga imposta dall’esterno. Perciò per i preti, per la gente religiosa, per i moralisti, tu sei naturalmente cattivo. La bontà sarà una disciplina imposta dall’esterno. Tu sei un caos e l’ordine deve essere instaurato da loro; saranno loro a portare l’ordine. E hanno fatto del mondo intero un pasticcio, una confusione, un manicomio, perché hanno continuato a fare ordine per secoli e secoli, a disciplinare per secoli e secoli. Hanno insegnato così tanto che coloro cui è stato insegnato sono impazziti. Il Tantra crede nella tua bontà interiore: ricordati questa differenza. Il Tantra dice che ognuno è nato buono, che la bontà è la tua natura. E’ una condizione di fatto! Sei già buono! Hai bisogno di una crescita naturale, non hai bisogno di alcuna impostazione. Ecco perché nulla è considerato come cattivo. Se c’è rabbia, se c’è sesso, se c’è avidità, il Tantra dice che anch’essi sono bene. L’unica cosa che manca è che tu non sei centrato in te stesso; questa è la ragione per la quale non puoi usarli. La rabbia non è un male. In realtà il problema è che tu non sei nella tua interiorità, ecco perché la rabbia crea scompiglio. Se sei presente nell’interiorità, la rabbia diventa un’energia salutare, diventa salute. La rabbia viene trasformata in energia, diventa buona. Tutto quello che esiste è buono. Il Tantra crede nella bontà intrinseca a ogni cosa. Ogni cosa è santa, nulla è profano e nulla è male. Per il Tantra il diavolo non esiste, c’è solo esistenza divina. Le religioni non possono esistere senza il diavolo. Hanno bisogno di un Dio e hanno bisogno anche di un diavolo. Perciò non essere sviato se nei loro templi vedi solo un Dio: proprio dietro quel Dio si nasconde il diavolo, perché nessuna religione può esistere senza diavolo. Qualcosa deve essere condannato, qualcosa deve essere combattuto, qualcosa deve essere distrutto. Il tutto non è accettato, solamente la parte. Questo è assolutamente fondamentale. Nessuna religione ti accetta totalmente, vieni accettato solo parzialmente. Dicono: “Accettiamo il tuo amore, ma non il tuo odio. Distruggi l’odio”. E questo è un problema molto profondo, perché quando distruggi l’odio completamente, anche l’amore viene distrutto, perché non sono due cose separate. Dicono: “Accettiamo il tuo silenzio, ma non accettiamo la tua rabbia”. Distruggi la rabbia e la tua vitalità viene annientata. Sarai silenzioso, ma non un uomo vivo; sarai solo un uomo morto. Quel silenzio non è vita, è solo morte. Le religioni ti dividono sempre in due: il malvagio e il divino. Accettano il divino e sono contro il malvagio; il malvagio deve essere distrutto. Se qualcuno le seguisse veramente, arriverebbe a concludere che, non appena distruggi il diavolo, anche Dio è distrutto. Ma nessuno le segue veramente, nessuno può seguirle perché l’insegnamento in sé è assurdo. Perciò cos’è che fanno tutti? Semplicemente imbrogliano. Ecco perché c’è così tanta ipocrisia. Questa ipocrisia è stata creata dalla religione. Non puoi fare tutto ciò che ti insegnano, perciò diventi un ipocrita. Se segui i preti, morirai; se non li segui, ti sentirai colpevole di essere irreligioso. Dunque, che fare? La mente astuta fa un compromesso. Continua a renderlo un servizio nominale dicendo: “Io vi seguo”, ma continua a fare tutto quello che le pare. Continui con la tua rabbia, con il tuo sesso, con la tua avidità, ma continui a dire che l’avidità è male, la rabbia è male, il sesso è male, sono un peccato. Questa è ipocrisia. Il mondo intero è diventato ipocrita, nessuno uomo è onesto. A meno che non scompaiono queste religioni che dividono, nessun uomo potrà essere onesto. Sembrerà contraddittorio perché tutte le religioni insegnano a essere onesti, ma sono le pietre angolari di ogni disonestà. Ti rendono disonesto: siccome ti dicono di fare cose impossibili, che non puoi fare, diventi ipocrita. Il Tantra ti accetta nella tua totalità, nella tua interezza, poiché dice di accettare interamente o di rifiutare interamente: non c’è via di mezzo. L’uomo è un tutto, un tutto organico. Non puoi dividerlo. Non puoi dire: “Questo non ho intenzione di accettarlo”, perché ciò che rifiuti è organicamente congiunto con ciò che accetti. E’ così… C’è il mio corpo. Qualcuno viene e dice:”Accettiamo la tua circolazione sanguigna, ma non accettiamo il rumore del cuore. Questo battito continuo del tuo cuore non lo accettiamo. Accettiamo la tua circolazione sanguigna. Quella va bene: è silenziosa”. Ma la mia circolazione sanguigna avviene tramite il cuore, e il battito è fondamentale connesso con la circolazione sanguigna, avviene a causa sua. Quindi, che cosa devo fare? Il mio cuore o il mio sangue sono un’unità organica. Non sono due cose, sono una cosa sola. Perciò, accettami totalmente o rifiutami totalmente, ma non cercare di dividermi perché creeresti una disonestà, una profonda disonestà. Se continui a condannare il mio battito cardiaco, comincerò anch’io a farlo. Ma il sangue non sarà in grado di circolare e io non posso vivere senza. Perciò che fare? Continui a essere così come sei e continui a sostenere qualcos’altro che non sei, che non puoi essere. Non è difficile vedere come il cuore e la circolazione sanguigna siano correlati, ma è difficile capire in che modo l’amore e l’odio siano in relazione. Sono una cosa sola. Quando ami qualcuno, che cosa fai? E’ un solo movimento, come il respiro che esce. Quando ami qualcuno, che cosa fai? Esci per incontrarlo, è un respiro che esce. Quando odi qualcuno, è un respiro che torna indietro. Quando ami, sei attratto da qualcuno; quando odi ne sei respinto. Attrazione e repulsione sono due onde di un solo movimento. L’attrazione e la repulsione non sono due cose separate, non puoi dividerle. Non puoi dire: “Puoi inspirare ma non puoi espirare, o puoi espirare ma non inspirare. Ti è permessa una cosa sola. O continui a espirare oppure continui a inspirare, non fare entrambe le cose”. Come puoi inspirare se non ti è permesso espirare? E se non ti viene permesso odiare non puoi amare. Il Tantra dice: “Noi accettiamo l’uomo intero perché l’uomo è un’unità organica”. L’uomo è un’unità profonda, non puoi scartare alcunché. Ed è così che dovrebbe essere, perché se l’uomo non fosse un’unità organica, nulla in quest’universo potrebbe essere un’unità organica. L’uomo è il vertice della totalità organica. Il sasso che giace per strada è un’unità. L’albero è un’unità. Il fiore e l’uccello sono unità. Ogni cosa è unità. Perché quindi non l’uomo? E l’uomo è il vertice: una grande unità, un tutto organico assai complesso. In realtà, tu non puoi negare nulla. Il Tantra dice: “Ti accettiamo così come sei. Questo non significa che non ci sia la necessità di cambiare, che ora devi smettere di crescere. Anzi, al contrario, ciò significa che accettiamo la base della crescita”. Ora puoi crescere, ma questa crescita non sarà una scelta. Questa crescita sarà un crescita priva di scelta. Guarda! Per esempio, quando Buddha si illumina, possiamo chiederci: “Dov’è andata la sua rabbia, dov’è? Aveva la rabbia, aveva il sesso, dov’è andato quindi il suo sesso? Dov’è andata la sua rabbia? Dov’è la sua avidità?”. Ora non possiamo riconoscere in lui nessuna rabbia. Quando è illuminato, in lui non possiamo riconoscere alcuna rabbia. Puoi forse riconoscere il fango nel loto? Il loto nasce dal fango. Se non avessi mai visto un loto crescere dal fango e te ne portassero un fiore, potresti pensare che quel bellissimo fiore sia sorto dal comune fango di uno stagno? Questo fiore meraviglioso che proviene dal fango laido! Puoi forse riconoscere in esso del fango? C’è, ma trasformato. La sua fragranza, il colore roseo dei petali, vengono da quello stesso fango laido. Se nascondi questo fiore di loto nel fango, in pochi giorni scomparirà di nuovo in sua madre, e di nuovo non sarai in grado di riconoscere dove sia andato a finire quel loto. Dove? Dov’è la fragranza? Dove sono quei petali bellissimi? Tu non puoi riconoscere te stesso nel Buddha, ma tu sei lì, naturalmente su un piano più grande e più elevato, trasformato. C’è il sesso, c’è la rabbia, c’è l’odio. Tutto quanto appartiene all’uomo è presente. Il Buddha è un uomo, ma è giunto al limite della sua crescita è diventato un fiore di loto. Tu non puoi riconoscere il fango, ma ciò non significa che il fango non ci sia. C’è, ma non sotto forma di fango. E’ un’unità più elevata. Ecco perché nel Buddha non puoi sentire né odio né amore: è ancora più difficile da capire perché il Buddha appare interamente colmo d’amore, non odia mai, è sempre silenzioso, non è mai in collera, ma questo silenzio è differente dal tuo. Non può essere lo stesso. Che cos’è il tuo silenzio? Einstein ha detto che la nostra pace non è altro che una preparazione alla guerra. Tra due guerre c’è un intervallo di pace, ma quella pace non è veramente la pace. E’ solamente l’intervallo tra due guerre, e quindi diventa una guerra fredda. Così abbiamo due tipi di guerra: calda e fredda. Dopo la seconda guerra mondiale la Russia e l’America cominciarono una guerra fredda. Non erano in pace, stavano solo preparandosi a una nuova guerra. Ogni guerra sconvolge, distrugge. Ci si deve preparare di nuovo, perciò è necessario un intervallo, una pausa. Ma se le guerre scomparissero veramente del tutto dal mondo, scomparirebbe anche questo tipo di pace che significa guerra fredda, perché si verifica sempre tra due conflitti. Se la guerra scomparisse del tutto, la guerra fredda che noi chiamiamo pace non potrebbe continuare. Che cos’è il tuo silenzio? E’ solamente una preparazione tra un momento di rabbia e l’altro. Quando sembri a tuo agio, che cosa accade? Sei realmente rilassato, a tuo agio, o ti stai solo preparando per un altro scoppio, per un’altra esplosione? La rabbia è uno spreco di energia, perciò ti occorre anche un po’ di tempo. Non puoi arrabbiarti di nuovo subito dopo essere andato in collera. Non puoi consumare un nuovo amplesso subito dopo averne consumato uno: avrai bisogno di un po’ di tempo, avrai quindi bisogno di un periodo di brahmacharya, di castità, per almeno due o tre giorni. Dipenderà dalla tua età. Questa castità non è realmente tale: ti stai solo preparando di nuovo. Tra due amplessi non ci può essere brahmacharya, Continui a chiamare digiuno il periodo tra due pasti. Questa è la ragione per la quale al mattino dici: “Breakfast” [composto di to break, “rompere” e fast, “digiuno”. N.d.T.], ma il digiuno dov’è? Ti stai solo preparando. Non puoi andare avanti continuamente a cacciarti cibo in pancia, ti occorre un intervallo, ma quell’intervallo non è un digiuno. In realtà è solo la preparazione per un altro pasto, non è un digiuno. Perciò quando siamo silenziosi, lo siamo sempre tra due momenti di rabbia. Quando ci sentiamo a nostro agio, lo siamo sempre tra due picchi di tensione. Quando siamo casti, lo siamo solamente tra due amplessi. Quando amiamo, ciò accade sempre tra due momenti d’odio, ricordalo! Perciò quando il Buddha è in silenzio, non pensare che questo sia il tuo silenzio. Quando la tua rabbia è scomparsa, è scomparso anche il tuo silenzio: esistono entrambi insieme, non possono venire separati. Perciò quando il Buddha è un brahmachari – castonon pensare che questa sia la tua castità. Quando il sesso è scomparso, anche il brahmacharya è scomparso: erano entrambi parte di una cosa sola, perciò sono scomparsi entrambi. Il Buddha è un essere del tutto diverso, che non puoi neppure concepire. L’unica cosa che puoi concepire è la dicotomia che già conosci. Non puoi concepire che tipo di uomo sia questo, che cosa gli sia accaduto. L’intera energia è giunta a un livello differente, a un piano esistenziale diverso. Il fango è diventato un loto, ma c’è ancora. Il fango non è stato eliminato dal loto: è stato trasformato. Perciò il Tantra accetta tutte le energie presenti dentro di te. Il Tantra tende a non scartare nulla, bensì a trasformare, e dice che il primo passo consiste nell’accettare. Il primo passo è molto difficile: accettare. Puoi arrabbiarti molte volte al giorno, ma per te è molto difficile accettare la tua rabbia. Arrabbiarsi è molto facile; accettare la propria rabbia è molto difficile. Perché? Se non avverti una grossa difficoltà nell’arrabbiarti, perché la senti nell’accettarlo? Sembra che andare in collera non sia tanto grave quanto accettarlo. Ognuno pensa di essere una persona per bene e che la rabbia sia solo momentanea, una cosa che va e viene. Non distrugge la tua autoimmagine: continui a restare buono, dici: “Sono cose che capitano”. Non è distruttivo per il tuo ego. Perciò le persone scaltre si pentiranno immediatamente: si arrabbieranno e se ne pentiranno, chiederanno perdono. Queste sono le persone scaltre. Perché le chiamo scaltre? Perché la loro rabbia dà uno scossone alla loro autoimmagine. Cominciano a sentirsi a disagio, a sentire: “Arrabbiarmi io? Io sarei così cattivo da arrabbiarmi?”. Quindi la loro immagine di uomini per bene vacilla e devono cercare di renderla nuovamente salda. Subito dicono: “E’ stato cattivo da parte mia. Non lo farò mai più. Perdonami”. Chiedono perdono la loro autoimmagine si riconsolida. Ora stanno bene, sono tornate al loro stato precedente nel quale la rabbia non c’era. Hanno cancellato la loro collera chiedendo perdono. Si sono definite cattive solo per rimanere buone. Ecco perché puoi continuare per intere vite a essere arrabbiato, a essere sessuale, a essere possessivo, a essere questo e quello, ma senza accettarlo mai. Questo è un trucco della mente. Qualunque cosa tu faccia accade solo alla periferia: nel centro rimani buono. Se accetti di essere in collera, diventi cattivo nel centro. Non è più solo una questione di arrabbiarsi, non è più una cosa momentanea: al contrario, la rabbia fa parte della tua costituzione. Non accade più che qualcuno ti fa arrabbiare irritandoti: la rabbia c’è anche se sei solo. La rabbia rimane anche quando non ti arrabbi, perché la rabbia è la tua energia, è parte di te. Non è che talvolta s’infiamma e poi si spegne, no! Non potrebbe infiammarsi se non fosse sempre presente. Puoi accendere questa luce o puoi spegnerla, ma la corrente deve esserci in continuazione. Se non c’è, non puoi accendere e spegnere la luce. La corrente, la corrente di rabbia c’è sempre, la corrente di sesso c’è sempre, la corrente di avidità c’è sempre. Puoi accenderla o spegnerla. Cambi a seconda delle situazioni, ma interiormente rimani lo stesso. Accettazione significa accettare che la rabbia non è un atto, ma che tu sei rabbia. Il sesso non è solamente un atto: tu sei il sesso. L’avidità non è solamente un atto: tu sei avidità. Accettare significa gettare via la propria autoimmagine. E tutti noi ci siamo costruiti delle autoimmagini meravigliose, veramente meravigliose. Qualunque cosa tu faccia, non tocchi mai la tua autoimmagine, continui a proteggerla e, se è protetta, ti senti buono. Per questo puoi arrabbiarti, puoi diventare sessuale, e non ne sei turbato. Ma se accetti e dici: “Io sono sesso, io sono rabbia, io sono avidità”, la tua autoimmagine crolla immediatamente. Il Tantra dice che accettare tutto quello che sei è il primo passo, e anche il più difficile. Talvolta cerchiamo di accettarlo, ma quando l’accettiamo di nuovo lo facciamo in modo assai calcolato. La nostra scaltrezza è profonda e sottile, e la mente ha modi molto sottili per ingannare. A volte accetti e dici: “Sì, sono arrabbiato”. Ma lo accetti solo quando pensi a come trascendere la rabbia. Allora l’accetti e dici: “Va bene, sono arrabbiato. Ora dimmi come andare al di là della rabbia”. Accetti il sesso solo per non essere sessuale. Sei capace di accettare solo quando stai cercando di essere qualcos’altro, perché in questo modo la tua autoimmagine viene ancora preservata dal futuro. Sei violento e ti stai sforzando di essere non-violento, perciò lo accetti e dici: “Va bene, sono violento. Oggi sono violento, ma comunque domani non lo sarò”. Com’è che diventerai non violento? Proietti nel futuro questa immagine di te. Non pensi a te stesso nel presente. Pensi sempre in termini di ideale, di non violenza, di amore e di compassione. Quindi sei nel futuro. Questo presente esiste solo per diventare un passato, il tuo sé reale è nel futuro, perciò continui a identificarti con degli ideali, che sono anch’essi modi per non accettare la realtà. Tu sei violento: è un dato di fatto. E il presente è l’unica cosa che sia esistenziale; il futuro non lo è. I tuoi ideali sono solamente sogni, sono trucchi per proiettare la mente, per focalizzarla da qualche altra parte. Sei violento: è un dato di fatto, perciò accettalo. E non cercare di essere non-violento. Una mente violenta non può diventare non-violenta. Com’è possibile? Scruta la cosa fino in fondo: sei violento, quindi come puoi non esserlo? Qualunque cosa tu faccia sarà fatta dalla mente violenta, qualunque cosa! Anche mentre ti sforzi di non essere violento, lo sforzo verrà fatto dalla mente violenta. Sei violento perciò, cercando di non esserlo, sarai violento. Sforzandoti di non essere violento, proverai ogni tipo di violenza. Ecco perché vai da coloro che si sforzano di non essere violenti: forse non saranno violenti con gli altri, ma lo sono con se stessi. Sono estremamente violenti con se stessi, si assassinano. E più diventano pazzi contro se stessi, più vengono elogiati. Quando diventano completamente pazzi, suicidi, la società dice: “Costoro sono i saggi”. Ma hanno solo cambiato l’oggetto della violenza, nient’altro. Erano violenti con gli altri, ora lo sono con se stessi, ma la violenza c’è. E quando sei violento con gli altri, la legge può proteggerli, il tribunale può aiutarli, la società ti condannerà. Ma quando sei violento contro te stesso, non c’è alcuna legge: nessuna legge può proteggerti da te stesso. Quando l’uomo è violento contro se stesso non c’è protezione, non si può fare nulla. E non importa a nessuno perché sono affari tuoi. Nessun altro ne viene coinvolto: sono affari tuoi. I cosiddetti monaci, i cosiddetti santi, sono violenti contro se stessi, e la cosa non interessa a nessuno. La gente dice: “Va bene! Continua pure. Sono affari tuoi”. Se la tua mente è avida, come fai a non essere avido? La mente avida rimarrà tale. Qualunque cosa faccia per andare oltre l’avidità non sarà di alcuna utilità. Naturalmente possiamo creare nuove avidità. Chiedi a una mente avida: “Che cosa stai facendo, stai solo accumulando ricchezze? Morirai e non potrai portarle con te”. Questa è la logica dei cosiddetti predicatori religiosi: non puoi portare con te le tue ricchezze. Ma se qualcuno potesse farlo, l’intera logica verrebbe meno. Naturalmente l’uomo avido è sensibile a questa logica. Chiede: “Come posso portare con me le ricchezze?”. Tuttavia in realtà vuole portarle con sé. Ecco perché il prete diventa influente: mostra quanto sia insensato accumulare cose che non possono essere portate al di là della morte. Dice: “Ti insegnerò come accumulare cose che possono essere portate al di l’à. Si può portare la virtù, punya – il merito- la bontà, ma non le ricchezze. Perciò dona le ricchezze” Ma questo è fare appello all’avidità, è come dire: “Ora ti daremo delle cose migliori che possono essere portate al di là della morte”. Questo appello ottiene risultati. L’uomo avido sente: “Hai ragione. La morte c’è e non ci si può fare nulla per evitarla, perciò devo fare qualcosa che possa essere portata al di là. Devo crearmi una sorta di conto in banca anche nell’altro mondo. Questo mondo, questo conto in banca, non può accompagnarmi per sempre”. Si continua a parlare in questi termini. Dai un scorsa alle scritture… fanno appello alla tua avidità. Dicono: “Perché mai ti metti a perdere il tuo tempo con piaceri effimeri?”. L’accento è su “effimeri”. Perciò ricerca piaceri eterni; allora va bene. Non sono contrari ai piaceri. Sono contrari solo al loro essere “effimeri”. Guarda che avidità! A volte può capitarti di trovare un uomo non avido che gode di piaceri effimeri, ma tra i tuoi santi non puoi trovare un uomo che non chieda, che non pretenda piaceri eterni. In essi l’avidità è ancora maggiore. Puoi trovare un uomo non avido tra la gente comune, ma non tra i tuoi cosiddetti santi. Anch’essi vogliono i piaceri, ma sono più avidi di te. Tu sei soddisfatto da piaceri effimeri, mentre i tuoi santi non lo sono: la loro avidità è più grande, può essere soddisfatta solo da piaceri eterni. Un’avidità infinita richiede piaceri infiniti, ricordalo, Un’avidità finita è soddisfatta da piaceri finiti: Ti chiederanno: “Che cosa ci ricavi amando una donna? Non è altro che ossa e sangue. Scruta a fondo la donna che ami. Che cosa è?”. Non sono contrari alla donna. Sono contrari alle ossa, al sangue, al corpo. Se la donna fosse d’oro, andrebbe tutto bene. Chiedono una donna d’oro. Non sono in questo modo, perciò si creano un altro mondo. Dicono: “In paradiso ci sono delle damigelle d’oro – le apsara – che sono bellissime e non invecchiano mai”. Nel paradiso hindu le apsara, le ragazze celesti, rimangono sempre all’età di sedici anni: non invecchiano mai, hanno sempre sedici anni, mai di meno, mai di più. Perciò, perché ti metti a perdere tempo con queste donne comuni? Pensa al paradiso. Non sono contrari al piacere. In realtà sono contrari al piacere effimero. Se, per un capriccio, Dio concedesse a questo mondo il piacere eterno, il vostro edificio della religione crollerebbe immediatamente; l’intera attrattiva verrebbe a mancare. Se in qualche modo i conti in banca potessero essere portati al di là della morte, nessun sarebbe interessato a creare conti in banca nell’altro mondo. Perciò la morte è di grande aiuto ai preti. Un uomo avido è sempre attratto da altra avidità. Se gli dici e lo convinci che la sua avidità è la causa della sua miseria e che se abbandonasse l’avidità conseguirebbe una condizione beata, potrebbe anche provarci, perché ora non sei veramente contrario alla sua avidità: le stai dando nuovi pascoli. Può trasferirsi in nuove dimensioni d’avidità. Perciò il Tantra dice che una mente avida non può diventare non avida, una mente violenta non può diventare non violenta: ma questo sembra veramente senza speranza. Se le cose stanno così, non ci si può fare nulla. Allora il Tantra che cosa ci sta a fare? Se una mente avida non può diventare non avida, e una mente violenta non può diventare non violenta, e una mente ossessionata dal sesso non può essere trasformata oltre il sesso, se non ci si può fare nulla, a cosa serve il Tantra? Il Tantra non dice che non ci si può fare niente. Qualcosa può essere fatto, ma la dimensione è completamente diversa. Una mente avida deve comprendere di essere avida e accettarlo, non deve cercare di non essere avida. La mente avida deve scendere profondamente in se stessa per rendersi conto della profondità della propria avidità, non deve fuggirla, ma rimanere con essa; non deve trasferirsi in ideali, in ideali contradditori, in ideali opposti, ma deve rimanere nel presente, penetrare nell’avidità, conoscerla, comprenderla, e non cercare in alcun modo di fuggire da essa. Se riesci a rimanere con la tua avidità, accadranno molte cose. Se riesci a rimanere con la tua avidità, il tuo sesso, la tua rabbia, il tuo ego si dissolverà. Questa sarà la prima cosa – e che grande miracolo è! Molta gente viene da me e continua a domandare come si fa a essere senza ego. Non puoi essere senza ego a meno che, per trovarlo, non guardi alle sua fondamenta. Sei avido e pensi di non esserlo: questo è l’ego. Se sei avido, lo sai e accettati totalmente di esserlo, allora come puoi permettere al tuo ego di sussistere? Se sei arrabbiato e dici di esserlo, non lo dici agli altri, ma lo senti in profondità, senti la disperazione, allora la tua rabbia come può sussistere? Se sei sessuale, accettalo. Accetta tutto quello che c’è. La non accettazione della tua natura crea l’ego, la non accettazione della tua essenza, della tua tatuata, di ciò che sei. Se accetti, l’ego sparirà. Se non l’accetti, se la rifiuti, se le crei contro degli ideali, ci sarà l’ego: gli ideali sono la sostanza della quale è fatto l’ego. Accetta te stesso. Ma allora sembrerai un animale, non sembrerai un uomo perché il tuo concetto di uomo è nei tuoi ideali. Ecco perché continuiamo a insegnare agli altri a non essere come animali, mentre ognuno è un animale. Che cosa puoi farci? Tu sei un animale. Accetta la tua animalità. Non appena lo farai, avrai compiuto il primo passo per andare oltre gli animali – perché nessun animale sa di esserlo: solo l’uomo può saperlo. Questo è andare oltre. Non puoi farlo rinnegandolo questo stato. Accetta! Quando ogni cosa viene accettata all’improvviso sentirai di avere trasceso. Chi accetta? Chi accetta il Tutto? Colui che accetta è andato oltre. Se rifiuti, rimani sullo stesso piano. Se accetti, vai oltre. L’accettazione è trascendenza. E se accetti te stesso totalmente, all’improvviso sarai catapultato nel tuo centro. Allora non potrai andartene da nessuna parte: non potrai muoverti dalla tua essenza, dalla tua natura, e perciò sarai catapultato nel tuo centro. Tutte queste tecniche tantriche che stiamo discutendo e cercando di comprendere sono modi differenti per catapultarti nel tuo centro, per gettarti lontano dalla periferia. E tu cerchi di fuggire dal centro in molti modi: gli ideali sono delle buone evasioni. Gli idealisti sono i più sottili tra gli egoisti. Capitano molte cose… Sei violento e crei un ideale di non violenza. In questo momento non hai più bisogno di penetrare in te stesso, nella tua violenza; non è più necessario. In quel momento l’unica necessità è questa: continuare a pensare alla non violenza, leggere libri sulla non violenza, e cercare di praticare la non violenza. Tu dici a te stesso: “Astieniti dalla violenza”, e sei violento. In questo modo puoi evadere da te stesso. Puoi andare alla periferia, ma non arriverai mai al centro. Questa è una cosa. La seconda cosa è che, quando crei l’ideale della non violenza, puoi condannare gli altri. Ora diventa molto facile. Hai l’ideale per giudicare, e puoi dire a chiunque: “Tu sei violento”. L’india ha creato molti ideali, ecco perché continua incessantemente a condannare il mondo intero. L’intera mente dell’India è giudicante: continua a condannare il mondo intero. Tutti gli altri sono violenti, solo l’India non lo è. Qui nessuno sembra non violento, ma l’ideale va bene per condannare gli altri. Non ti cambia mai, ma tu puoi condannare gli altri perché possiedi l’ideale, il criterio. E, quando sei violento, puoi razionalizzarlo: la tua violenza è completamente diversa. In questi ultimi venticinque anni molte volte siamo stati violenti, ma non abbiamo mai condannato la nostra violenza. L’abbiamo sempre difesa e razionalizzata con belle parole. Se siamo violenti in Bengala, in Bangladesh, diciamo che è per aiutare la popolazione del luogo a ottenere la libertà. Se siamo violenti in Kashmir, è per aiutare la popolazione del luogo. Ma si sa che tutti i guerrafondai dicono la stessa cosa. Se l’America è violenta in Vietnam, è per aiutare “quella povera gente”. Nessuno è violento per se stesso, nessuno lo è mai stato: siamo violenti sempre per aiutare qualcuno. Persino se ti uccido è per il tuo bene, è per aiutarti, e anche se sei assassinato, anche se ti ammazzo, osserva la mia compressione. Posso ucciderti persino per il tuo stesso bene. Perciò si continua a condannare il mondo intero. Quando l’India attaccò Goa, quando dichiarò guerra alla Cina, Bertrand Russel criticò Nehru, dicendo:”Dov’è ora la vostra non violenza? Siete tutti seguaci di Ghandi. Dov’è ora la vostra non violenza?”. Nehru rispose proibendo il libro di Bertrand Russel in India. Il libro che Russel aveva scritto fu proibito. Questa è la nostra mente non violenta. Questa era una buona analisi. Lo si sarebbe dovuto distribuire gratis, perché Russel vi argomentava magnificamente. Diceva: “Voi siete un popolo violento. La vostra non violenza è solamente politica. Il vostro Gandhi non era un saggio, era solamente una mente diplomatica. E voi tutti parlate di non violenza, ma quando arriva il vostro momento, diventate violenti. Quando sono gli altri a combattere, vi ergete sul vostro pulpito e condannate l’intero mondo in quanto violento”. Questo capita agli individui, alle società, alle culture, alle nazioni. Se hai degli ideali, non c’è bisogno che ti trasformi. Puoi sempre sperare di essere trasformato nel futuro dagli ideali stessi, e puoi condannare gli altri molto facilmente. Il Tantra dice rimanere con se stessi. Accetta qualunque cosa tu sia. Non condannarti, non condannare gli altri: la condanna è inutile, le energie non ne vengono cambiate. Il primo passo è accettare. Rimani legato al fatto – questo è molto scientifico – rimani al fatto della rabbia, dell’avidità e del sesso. E conosci il fatto nella sua totale fattività. Non toccarlo semplicemente dall’alto, dalla superficie. Conosci il fatto nella sua totalità, nella sua totale evidenza. Penetralo fino alle radici e, ricorda, ogni qualvolta riesci a penetrare fino alle radici di qualcosa, lo trascendi. Se riesci a conoscere il tuo sesso fino alle sue stesse radici, ne diventi padrone. Se riesci a conoscere la tua rabbia fino alle sue stesse radici, ne diventi il padrone. Allora la rabbia diventa solo strumentale – puoi usarla. Ricordo molte cose di Gurdjieff. Gurdjieff insegnò ai suoi discepoli a essere “rettamente arrabbiati”. Noi abbiamo sentito delle parole del Buddha. Retta meditazione, retta risoluzione e retta contemplazione. Abbiamo sentito dell’insegnamento di Mahavira di retta visione e retta conoscenza. Gurdjieff insegnò la retta rabbia e la retta avidità, e l’insegnamento era influenzato dall’antica tradizione del Tantra. Gurdjieff venne condannato moltissimo in Occidente, perché in Occidente era un simbolo vivente del Tantra. Insegnava la retta rabbia, ti insegnava a essere totalmente in collera. Se eri arrabbiato ti diceva: “Continua pure. Non reprimerla, lasciala venire fuori nella sua totalità. Penetrala. Diventa rabbia. Non trattenerla, non starne a fianco. Fai un profondo salto in essa. Lascia che il tuo corpo diventi una fiammata, un fuoco”. Non sei mai penetrato così profondamente e non hai visto mai nessuno far così, perché tutti sono più o meno istruiti. Nessuno è originale; chi più chi meno, tutti imitano. Nessuno è originale! Se riesci a penetrare totalmente nella rabbia diventai solo fuoco, un ardere. Il fuoco sarà così profondo, le fiamme saranno così profonde che il passato e il futuro cesseranno immediatamente. Diventerai solamente una fiamma presente. E quando ogni tua cellula arde, e ogni parte del corpo divampa e tu sei diventato solo rabbia – non arrabbiato -, allora Gurdjieff dirà: “Ora sii consapevole. Non reprimere. Ora sii consapevole. Ora improvvisamente sii consapevole di ciò che sei diventato, di che cos’è la rabbia”. In questo istante di totale presenza puoi diventare consapevole all’improvviso, e puoi cominciare a ridere dell’assurdità dell’intera situazione, della balordaggine, della stupidità dell’intera cosa. Ma questa non è repressione, questo è risata. Puoi ridere di te stesso perché hai trasceso te stesso. La rabbia mai più sarà capace di dominarti. Hai conosciuto la rabbia nella sua totalità, e nonostante ciò puoi riderne e andarci oltre. Una volta che sei andato oltre la rabbia, la conosci. Una volta che l’hai vista nella sua totalità sai cos’è. E ora sai che, anche se tutta l’energia si trasformasse in rabbia, ancora potresti rimanere un osservatore, un testimone. Perciò non c’è paura. Ricordati di questo: l’ignoto fa sempre paura, ciò che è buio fa sempre paura. Tu hai paura della tua stessa rabbia. Perciò si continua a dire che reprimiamo la rabbia perché non sta bene essere arrabbiati: si potrebbe fare del male agli altri. Ma non è questa la causa reale. La causa reale è che la gente ha paura della propria rabbia. Se si arrabbiasse veramente non sa che cosa potrebbe accadere. Ha paura di se stessa. Non ha mai conosciuto la rabbia. E’ una cosa terrificante, nascosta dentro, perciò ne ha paura. Questa è la ragione per la quale si conforma alla società, alla cultura, all’educazione, e dice: “Non dobbiamo arrabbiarci. La rabbia è un male. Fa del male agli altri”. Hai paura della tua rabbia, hai paura del tuo sesso. Non sei mai stato nel sesso totalmente, così totalmente da poterti dimenticare di te stesso. Tu c’eri sempre; la tua mente c’èra sempre. E se nell’amplesso c’è la mente, l’atto è solo falso, simulato. La mente deve dissolversi, devi diventare solo il corpo. Non ci deve essere alcun pensare. Se c’è il pensare, sei diviso e l’amplesso si riduce a una liberazione dell’energia in eccesso: è un rilascio, null’altro. Ma tu hai paura di essere totalmente nel sesso: ecco perché ti conformi, perché ti conformi con la società nel dire che il sesso è un male. Hai paura! Perché hai paura? Perché se ti trasferisci totalmente nel sesso, non sai che cosa potresti fare, non sai che cosa potrebbe succedere, non sai quale forza animale potrebbe venire a galla, non sai dove il tuo inconscio potrebbe farti andare a finire. Non lo sai! Allora non ne sarai più il padrone, perderai il controllo. La tua autoimmagine potrebbe essere distrutta. Quindi controlli l’amplesso, e lo fai rimanendo nella mente. Lascia che l’amplesso ci sia, ma che sia locale. Cerca di capire questi termini: “locale” e “generale”. Il Tantra dice che un amplesso è locale quando solo il tuo centro sessuale ne è interessato. E’ locale : è una scarica locale. Il centro sessuale continua ad accumulare energia e, quando eccede, devi scaricarla, altrimenti creerà tensioni, pesantezza. La scarichi, ma è un rilascio locale. Il tuo intero corpo, il tuo intero Sé non sono coinvolti. Un coinvolgimento non locale, totale, implica che ogni fibra del corpo, ogni cellula del corpo, tutto quello che sei, vi partecipa. Il tuo intero essere è diventato sessuale. Non solo il tuo centro sessuale: il tuo intero essere è diventato sessuale. Ma in quel caso hai paura, perché tutto è possibile. E non sai che cosa potrebbe accadere perché non hai mai conosciuto la totalità. Potresti fare cose che neppure puoi concepire. Il tuo inconscio esploderà. Non solo diventerai un animale, ma molti animali, perché sei passato attraverso molte vite attraverso molti corpo animali. Potresti cominciare a ululare, a urlare, a ruggire come un leone. Non lo sai. Tutto è possibile: questo fa paura. Hai bisogno di essere sotto controllo, in modo tale da non perderti in nulla di ciò che vivi. Ecco perché non conosci mai nulla. E, a meno che tu non conosca, non puoi trascendere. Accetta, scendi in profondità, vai alle radici stesse. Questo è il Tantra implica esperienze profonde. Qualunque cosa sia stata oggetto di esperienza può essere trascesa; qualunque cosa venga repressa non potrà mai essere trascesa. Basta per oggi.


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