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L'OSSERVAZIONE



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Osservazione significa restare senza alcuna verbalizzazione interiore.  Se solo riuscissi a restare con un fiore per tre minuti, in sua assoluta presenza, senza alcun movimento della mente, la realizzazione avrebbe… “il beneficio”. Comprenderesti. Ma noi non siamo affatto osservatori. Non siamo consapevoli, non siamo vigili, non possiamo prestare attenzione a nulla: continuiamo solo a saltare. Questo fa parte della nostra eredità scimmiesca. La nostra mente è solo lo sviluppo della mente scimmiesca, in questo modo la scimmia va avanti: continua a saltare di qua e di là. La scimmia non può star seduta ferma. Ecco la ragione per cui il Buddha insisté così tanto sullo stare semplicemente seduti senza alcun movimento, perché in questo modo non si permette alla mente scimmiesca di andare per la propria strada. In Giappone hanno un particolare tipo di meditazione che chiamano zazen: questa parola significa semplicemente stare seduti, senza fare nulla. Nessun movimento è permesso. Si sta semplicemente seduti come una statua, morti, senza muoversi assolutamente.
Ma non c’è bisogno di stare seduti come una statua per anni e anni. Allo stesso modo, se riesci a osservare il punto di svolta del tuo respiro, senza alcun
movimento della mente, entrerai in te stesso, in ciò che, dentro di te, esiste in quanto trascendente. Se arresti il respiro, la mente si ferma immediatamente. Se arresti il respiro, proprio adesso, all’improvviso la mente si fermerà, non può funzionare. Un arresto improvviso del respiro e la mente si ferma. Come mai? Perché quell’atto li separa. Solo un respiro in movimento è legato alla mente, al corpo; un respiro non in movimento ne è slegato. In quel caso sei “in folle”. La macchina è avviata, il motore funziona, la macchina sta facendo rumore, è pronta ad andare avanti, ma la marcia non è innestata. Il corpo e il meccanismo dell’automobile non sono quindi uniti: la macchina è divisa in due. E’ pronta a muoversi, ma il meccanismo del movimento non è congiunto con essa.

La terza tecnica relativa al respiro: “ogni volta che l’inspirazione e l’espirazione si fondono, in quell’istante tocca il centro privo di energia, traboccante di energia”. Noi siamo divisi in centro e periferia. Il corpo è la periferia; noi conosciamo il corpo, conosciamo la periferia, conosciamo la circonferenza, ma non sappiamo dove sia il centro. Quando l’espirazione si fonde con l’inspirazione, quando diventano tutt’uno, quando non sei in grado di dire se si tratta di un’espirazione o di un’inspirazione, quando è difficile demarcare e definire se il respiro stia entrando oppure uscendo, quando il respiro è penetrato e comincia a uscire, in quell’attimo esiste una fusione: il respiro non esce né entra, è statico. Entrando o uscendo, è dinamico; quando non entra né esce, in quell’attimo è silenzioso, non è in movimento, allora sei vicino al centro. Il punto di fusione tra il respiro che entra e quello che esce è il tuo centro.

Osho – Il Libro dei Segreti 

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