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DALL'ATTENZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA

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Se io ti abbraccio, all’inizio diventerai consapevole del mio contatto con il tuo corpo, non del mio amore: il mio amore non è così grossolanamente materiale. E di solito non diventiamo mai consapevoli dell’amore. Siamo consapevoli solo del corpo in movimento. Conosciamo i movimenti che manifestano l’amore, conosciamo i movimenti che non manifestano l’amore, ma non abbiamo mai conosciuto l’amore in se stesso. Se io ti bacio, diventi consapevole del contatto, non del mio amore: quell’amore è una cosa veramente sottile. Se riesci a diventare consapevole del mio amore, solo allora puoi diventarlo di me, perché di nuovo quello è uno strato ancora più profondo. Il respiro entra: tu senti il contatto, non il respiro. Ma neanche di quel contatto sei consapevole. Lo senti solo se c’è qualcosa che non va, se hai qualche difficoltà nella respirazione, lo senti, altrimenti non sei consapevole, Il primo passo sarà diventare consapevoli del passaggio dove si sente il contatto con il respiro, allora la tua sensibilità crescerà. Allora, dice il Tantra, avrete conosciuto il prana, la vitalità. E solo in quel momento c’è l’intervallo in cui il respiro si ferma, in cui il respiro non si muove, o il centro in cui il respiro è in contatto, o il punto di fusione, o la svolta dove il respiro, il respiro che entra diventa quello che esce.
La tua mente funziona come una prigione. Divide e crea problemi; non solo, crea soluzioni che diventano problemi; non solo, crea soluzioni che diventano
problemi ancora più profondi, perché in effetti non ci sono problemi da risolvere. La realtà è assolutamente non problematica; non esiste alcun problema. Ma tu non riesci a vedere nulla senza problemi.
Ho parlato di questa tecnica del respiro; ora la mente dice: “Questo è troppo
semplice”. Come mai? Perché la mente dice che questo è troppo semplice? Quando per la prima volta fu annunciata l’invenzione del motore a vapore, nessuno ci credette. Sembrava troppo semplice, incredibile. Proprio lo stesso vapore che conosci nella tua cucina, nella tua pentola, fa andare un motore e trasporta centinaia e centinaia di passeggeri e un carico incredibile? Lo stesso vapore con cui hai così tanta familiarità?
Perciò all’inizio scegli un momento particolare al mattino, o alla sera, o in qualsiasi altro momento del giorno. Per un’ora fai solo l’esercizio, non fare nient’altro. Non fare nient’altro! Fai solo l’esercizio. Una volta che sarai entrato in sintonia con esso, non sarà più un problema. Potrai camminare per strada ed essere consapevole. C’è una differenza tra consapevolezza e attenzione. Quando presti attenzione a qualcosa, ciò è esclusivo; devi ritirare la tua attenzione da tutto il resto. Per questo, in realtà, è una tensione, ecco perché è chiamata attenzione. Tu fai attenzione a una cosa a spese di tutto il resto. Se presti attenzione al tuo respiro non la presti al tuo modo di camminare o di guidare. Attenzione implica esclusivamente una cosa.
La consapevolezza è inclusiva, l’attenzione è esclusiva. Ma all’inizio si tratterà di attenzione. Perciò prova prima in periodi stabiliti. Per un’ora sii attento solo al tuo respiro. Gradatamente riuscirai a trasformare la tua attenzione in consapevolezza. Quindi fa cose semplici, come camminare: cammina attentamente, con la piena consapevolezza di camminare e di respirare. Non creare alcuna opposizione tra le due azioni di camminare e di respirare. Sii un osservatore di entrambe. Scegli quindi brevi periodi di tempo. La mattina è ottima perché sei fresco, le energie sono vitali, ogni cosa sta sorgendo; al mattino sei più vivo. I fisiologi dicono che non solo sei più vivo, ma la tua statura è leggermente maggiore al mattino rispetto alla sera.  Non lasciare che la meditazione sia l’ultima voce nella lista delle cose da fare. Fa che sia la prima.
Quando poi senti che non è più uno sforzo, quando riesci a stare seduto per un’ora completamente immerso nella respirazione – consapevole, attento – solo quando sai di aver raggiunto l’attenzione del respiro senza alcuno sforzo, quando sei rilassato e ne gioisci senza alcuno sforzo, allora ti sei impadronito della tecnica. Allora aggiungi qualcos’altro, per esempio camminare. Ricordati di entrambi, poi continua ad aggiungere altre cose. Dopo un certo periodo sarai capace di essere continuamente consapevole del tuo respiro, anche durante il sonno.
Ricordati di cominciare nel modo giusto, perché un buon inizio significa metà dell’opera. Perciò, se cominci a porre attenzione al tuo respiro mentre fai qualcos’altro, non puoi riuscirci.

Osho – Il Libro dei Segreti


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