Espressione
e repressione sono due facce della stessa medaglia. Sono contraddittorie, ma di
base non sono diverse. Sia nell’espressione sia nella repressione il centro è
l’altro.
Sono
arrabbiato: reprimo la rabbia. Ero sul punto di esprimere la mia rabbia contro
di te, ora la reprimo, ma la rabbia continua a essere proiettata su di te, che
sia espressa oppure no. Non proiettare gli stati d’animo sull’altro: tu ne sei
la fonte. Che tu la esprima o la reprima, tu sei la fonte. L’enfasi non è né
sull’espressione né sulla repressione, è sul sapere da dove sorge questa
rabbia. Devi muoverti verso il centro, verso la fonte dalla quale sorgono la
rabbia, l’odio e l’amore.
Quando
reprimi non ti muovi verso il centro: stai lottando con l’espressione. In me è emersa
della collera. In genere posso fare due cose: esprimerla oppure reprimerla. Ma
in entrambi i casi mi preoccupo dell’altro e dell’energia di rabbia che è
venuta alla superficie, non della sua fonte. Osserva semplicemente la tua
energia che sorge, penetra all’interno e scende in profondità e trovane la
fonte; non appena l’hai trovata, rimani centrato in essa. Non fare niente con
la rabbia, ricordatene. Se la esprimi o se la reprimi fai qualcosa con la
collera. Non fare nulla con la rabbia, non toccarla, usala solo come un sentiero.
Penetra profondamente in essa per sapere da dove sia sorta e, non appena hai
trovato la fonte, sarà molto facile centrarsi lì. In realtà la rabbia deve essere
usata come un sentiero per trovarne la fonte. Può venire usata qualunque
emozione
Reprimendola
non ne troverai la fonte: lotterai solo con l’energia che è venuta a galla e che
vuole essere espressa. Puoi reprimerla, ma presto o tardi verrà espressa perché
non sei in grado di lottare con l’energia che è affiorata: deve essere
espressa. Quindi se non la esprimi su A, lo farai su B o C. Quando troverai
qualcuno più debole di te, darai un’espressione a quell’energia. Se non la
esprimi ti sentirai oppresso, teso, pesante e a disagio. Sei in collera con il
tuo capo; non puoi esprimere la tua rabbia: non è “economico”. Devi ingoiarla,
per cui aspetti di poterla riversare su tua moglie, su tuo figlio o da qualche
altra parte, su un tuo servo… E la esprimerai non appena arriverai a casa. Ne
troverai delle cause, naturalmente, giacché l’uomo è un animale che
razionalizza. Razionalizzerai; troverai qualcosa, qualsiasi banalità: ora
diventerà molto importante perché hai qualcosa da esprimere.
La
repressione non è altro che un rimandare.
Puoi
rimandare per mesi, per anni, e i saggi dicono che puoi rimandare anche per vite
intere, ma tutto dovrà essere espresso.
Gurdjieff
era solito creare situazioni nelle quali induceva la rabbia, o l’odio, o
qualunque altro stato d’animo, e quello era un fenomeno provocato. Tu non ne
eri consapevole. Gurdjieff è seduto con i suoi discepoli e tu entri. Non sei
consapevole di ciò che sta per accadere, ma loro sono pronti a creare in te
della rabbia: si comporteranno di conseguenza. Qualcuno dirà qualcosa, e l’intero
gruppo si comporterà in modo talmente insultante che diventerai furioso.
All’improvviso affiorerà la rabbia; sei infiammato. E quando Gurdjieff vede che
sei giunto a un punto da cui puoi scendere in profondità o puoi uscire da te
stesso, quando dentro di te sei giunto al culmine e sei sul punto di esplodere,
allora dice: “Chiudi gli occhi e sii consapevole della tua rabbia e torna
indietro”. Solo in quel momento ti accorgerai che la situazione era stata provocata.
Nessuno ha interesse nell’insultarti: era solo un dramma, uno psicodramma, ma
la rabbia è emersa. E anche se arrivi a sapere che era solo un dramma, l’energia
non può sbollire d’un tratto: avrà bisogno di un po’ di tempo. Questa energia
ti sarà utile solo per scendere fino al punto da cui è venuta; ora puoi unirti
alla fonte originaria. E questo è uno dei metodi di meditazione che hanno più
successo. Provoca uno stato d’animo qualsiasi… ma non ce n’è neanche bisogno
perché tutto il giorno emergono stati d’animo diversi. Per meditare usa
qualsiasi stato d’animo. In quel momento ti sarai completamente dimenticato
dell’altro, e non reprimerai nulla: scenderai solo verso la fonte con l’energia
che è affiorata.
Ogni
energia proviene dalla fonte, perciò in questo istante il sentiero è caldo e tu
puoi imboccarlo per ritornare indietro. E non appena raggiungi la fonte originaria,
l’energia calerà inghiottita da quella. Non si tratta di repressione: l’energia
è ritornata alla fonte originaria. E quando acquisti la capacità di riunire la
tua energia con la tua fonte originaria, diventi il padrone del tuo corpo,
della tua mente, della tua energia. Sei diventato il padrone! Ora non
disperderai più la tua energia. Allorché arrivi a comprendere come l’energia si
ritira con te fino al centro, non c’è più bisogno di alcuna repressione né di espressione.
Ricorda:
l’energia non è né rabbia né amore né odio. L’energia è semplicemente energia, neutra.
La stessa energia diventa rabbia, la stessa energia diventa sesso, la stessa energia
diventa amore, la stessa energia diventa odio. Queste sono tutte forme della stessa
energia. Tu dai la forma, la tua mente dà la forma, e l’energia la sostanzia.
Perciò, ricorda, se ami profondamente non ti rimarrà molta energia per
arrabbiarti; ne avrai molta a disposizione se non ami affatto, e continuerai a
trovare situazioni nelle quali arrabbiarti.
Se la
tua energia viene espressa attraverso il sesso, sarai meno violento: ecco
perché i militari non permettono mai ai soldati di avere relazioni sessuali.
Se
venissero permesse i militari diventerebbero assolutamente impotenti per
combattere. E’ per questo che quando una civiltà giunge al suo culmine non può
combattere. In questo modo le società più evolute e più civilizzate vengono
sempre calpestate e sconfitte da civiltà minori, sempre, perché una civiltà più
evoluta cura i bisogni di ogni suo individuo incluso il sesso. Perciò quando
una società è veramente strutturata, è opulenta, i bisogni sessuali di tutti
vengono soddisfatti, ma quando lo sono non puoi combattere. Puoi farlo molto
facilmente solo se i bisogni sessuali non sono soddisfatti.
Se
quindi vuoi un mondo di pace, sarà necessaria una maggiore libertà sessuale. Se
vuoi un mondo di guerre, di lotte, allora rinnega il sesso, reprimilo, crea
atteggiamenti anti-sessuali. Questa è una cosa alquanto paradossale: i
cosiddetti santi e i saggi continuano a parlare di pace, ma continuano anche a
parlare contro il sesso. Continuano a creare un’atmosfera anti-sesso, e allo
stesso tempo ripetono che al mondo è necessaria la pace, non la guerra. Questo
è assurdo. Hanno più ragione gli hippy, il loro motto è giusto: “Fate l’amore,
non fate la guerra”. E’ giusto. Se riesci a fare di più l’amore, in realtà non
riuscirai a fare la guerra. Ecco perché i cosiddetti sannyasin che hanno
represso il sesso saranno sempre violenti, arrabbiati, arrabbiati per nulla:
solo arrabbiati, solo violenti, ribollono al punto di esplodere. La loro intera
energia si muove inespressa. A meno che l’energia non ritorni alla sua fonte
nessun brahmacharia, nessuna vera castità sarà possibile. Puoi reprimere il
sesso: allora diventerà violenza. Se l’energia sessuale si muove fino a raggiungere
il centro, tu sarai proprio come un bambino. Il bambino possiede energia sessuale,
più di quanta ne abbia tu, ma è ancora alla sua fonte. Non è ancora in
circolazione nel corpo. Perché un bambino appare così innocente? L’energia è
alla sua fonte, non si è ancora mossa. La stessa cosa accade di nuovo quando un
individuo si illumina: l’intera energia si sposta alla fonte, e quella persona
diventa simile a un bambino. E’ questo che Gesù intende quando dice:
“Solo
coloro che sono come bambini entreranno nel regno di Dio”. Che cosa intende? Scientificamente
significa che tutta la tua energia è ritornata alla sua fonte. Se l’esprimi, è fuoriuscita.
E quando viene espressa, tu abitui l’energia a fuoriuscire, a trapelare. Se la reprimi,
l’energia non ritorna alla sua fonte, e neppure è uscita: è sospesa. E un’energia
sospesa è un peso. E’ per questo che se veramente esprimi la rabbia ti senti
alleviato. E anche dopo un atto sessuale ti senti sollevato. Se distruggi qualcosa
il tuo odio si libera e tu ti senti sollevato
Alla sua
fonte l’energia è senza forma. Questa elettricità, per esempio, è senza forma. Quando
va a finire in un ventilatore assume una certa forma. Quando va a finire in una
lampadina assume una forma diversa. Puoi usarla in mille modi: l’energia è la
stessa. La forma è data dal meccanismo attraverso il quale si muove. La rabbia
è un meccanismo, il sesso è un meccanismo, l’amore è un meccanismo, l’odio è un
meccanismo. Quando l’energia va a finire nel canale dell’odio, diventa odio e
se va a finire nell’amore, diventa amore. E quando ritorna alla sua fonte è
energia senza forma, pura energia. Non è né odio né amore né rabbia né sesso: è
semplicemente energia. In quel caso è innocente, poiché l’assenza di forma è
innocenza assoluta. E’ per questo che il Buddha appare così innocente, così
simile a un bambino: l’energia è ritornata alla sua fonte.
Non
esprimerti, perché stai sprecando la tua energia è stai aiutando l’altro a sprecare
anche la sua. Non reprimerti, perché crei energia sospesa che dovrà essere liberata.
Che fare dunque? Ritorna semplicemente alla fonte dalla quale proviene lo stato
d’animo. E mentre lo stato d’animo è caldo, il sentiero interiore è chiaro,
visibile, puoi imboccarlo. Usa gli stati d’animo per meditare. Il risultato
sarà miracoloso, incredibile. E una volta che avrai trovato la chiave che ti
mostra come riversare l’energia nella sua fonte, avrai una qualità diversa della
personalità. Allora non dissiperai più nulla, ti sembrerà stupido. Il Budda ha
detto che quando sei arrabbiato con qualcuno ti stai punendo per l’azione dell’altro.
Ti ha insultato questa è la sua azione. E tu ti autopunisci arrabbiandoti: stai
dissipando la tua energia. Questo è stupido, ma allora, dando ascolto al
Buddha, a Mahavira, a Gesù, noi cominciamo a reprimerci; cominciamo a reprimere
la nostra energia; pensiamo che non va bene, che è stupido essere arrabbiati.
Che cosa fare dunque? Reprimi la rabbia, non arrabbiarti, ritirati in te
stesso, chiuditi. Combatti la tua rabbia e reprimila. Ma in quel caso sarai
seduto su qualcosa che esploderà da un momento all’altro. Sei seduto su un vulcano:
esploderà da un momento all’altro. Tu continui ad accumulare la rabbia dell’intera
giornata, viene accumulata; la rabbia dell’intero mese viene accumulata; la
rabbia dell’intero anno, e la rabbia della tua intera vita, e poi quella di
molte vite precedenti. E’ lì, può esplodere da un momento all’altro. A quel
punto cominci ad aver paura persino di vivere, perché a ogni istante può
insorgere una qualsiasi cosa per cui tu esplodi. Cominci ad avere paura. A ogni
istante c’è una lotta interiore. Gli psicologi sostengono che è meglio
esprimersi che reprimersi, ma la religione questo non lo può dire. La religione
afferma che entrambe le cose sono stupide. Con l’espressione fai del male all’altro
oltre che a te stesso. Reprimendoti fai del male a te stesso, e un giorno farai
del male anche a qualcun altro. Raggiungi la fonte così che l’energia si ritiri
e divenga senza forma: in quel momento ti sentirai molto potente senza però
arrabbiarti. Sentirai l’energia, l’energia vitale: sarai vivo, avrai un’intensa
vita senza forma. Chiunque verrà impressionato anche solo dalla tua presenza.
Non avrai bisogno di dominare alcuno: basta la tua presenza, e tutti sentiranno
che è arrivata un fonte di forza sconosciuta. Quando qualcuno va da un Buddha o
un Krishna, improvvisamente la sua energia sente un cambiamento di atmosfera a
causa di una sorgente incredibilmente potente. Non appena ti avvicini, vieni magnetizzato.
Nessuno ti sta magnetizzando, nessuno sta cercando di far nulla. E’ solo la presenza.
Quando
la tua energia si ritrae nella fonte originaria, tu diventi un centro
magnetico.
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