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LA BEATITUDINE ACCADE PERCHE' NON ESISTE POSSESSO


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La sesta tecnica per la centratura:
“Guarda con amore un oggetto qualsiasi. Non passare a un altro oggetto. Qui, nel mezzo dell’oggetto, la beatitudine’’.

Il corpo umano è un meccanismo misterioso: il suo funzionamento è bidimensionale. Per venire all’esterno, la tua consapevolezza passa attraverso i sensi per incontrare il mondo, per incontrare la materia. Ma questa è solo una dimensione delle funzioni del tuo corpo; ne esiste anche un’altra: ti conduce all’interno. Se la consapevolezza va all’esterno, tutto ciò che conosci è materia, se va all’interno, tutto ciò che conosci è non-materia. In realtà non c’è alcuna divisione: materia e non-materia sono una cosa sola. Ma questa realtà X se viene guardata con gli occhi, con i sensi, appare come materia. Questa stessa realtà, quella X, se viene guardata dall’interno – non attraverso i sensi, ma attraverso la centratura – appare come non-materia. La realtà è una sola, ma poi guardarla in due modi: attraverso i sensi, oppure non attraverso i sensi. Tutte queste tecniche di centratura in realtà servono a condurti a un punto in te stesso dove i sensi non funzionano, dove vai al di là dei sensi.
Ci sono tre cose che devono essere comprese, prima di penetrare le tecniche. Innanzitutto quando vedi attraverso gli occhi, non sono gli occhi a vedere: essi sono solo delle aperture per vedere. Colui che vede per loro tramite non è gli occhi, colui che vede sta dietro agli occhi. Ecco perché puoi chiuderli e tuttavia vedere sogni, visioni, immagini. Colui che vede sta dietro ai sensi; attraverso i sensi si muove nel mondo. Ma se chiudi i sensi, colui che vede rimane all’interno. Se colui che vede, questa consapevolezza, è centrato, all’improvviso diventa consapevole di se stesso. E quando sei consapevole di te stesso, sei consapevole di tutta l’esistenza, perché tu e l’esistenza non siete due cose distinte.
Sembra difficile restare all’interno, perché persino il pensiero stesso per la nostra mente diventa un andare fuori. Cominciamo a pensare: il “come” comincia a pensare. I pensieri sono come le nuvole. Sono venuti a te, ma non ti appartengono. Ogni pensiero viene dall’esterno, dal di fuori. Nell’interiorità non puoi produrne neppure uno. Ogni pensiero viene dall’esterno; non c’è possibilità di creare un pensiero nell’interiorità. La beatitudine è una conseguenza: non puoi impadronirtene direttamente. E’ un fenomeno così delicato che dovrai avvicinarti solo in modo indiretto. Fai un’altra cosa ed ecco che accade. Non puoi farlo direttamente. Tutto quanto è bello, tutto quanto è eterno, è così delicato che se cerchi di impadronirtene direttamente, viene distrutto.
Queste tecniche continuano a dirti di fare qualcosa: non è importante ciò che fai, ma il risultato. Ma la tua mente si deve preoccupare del fare, della tecnica, non del risultato. Il risultato accade: necessariamente, ma sempre in modo indiretto. Devi essere totalmente nell’atto. Quando più sei totale nell’atto, tanto prima si verifica il risultato.
“Con amore” è la chiave. Hai mai osservato un oggetto con amore? Puoi dire di sì solo perché non sai che cosa significhi: puoi aver guardato un oggetto con bramosia, questa è un’altra cosa, del tutto diversa – diametralmente opposta. Perciò come prima cosa cerca di percepire la differenza. Bramosia significa come usare qualcosa per la tua felicità; amore significa che non è nulla che riguardi la tua felicità. In realtà, bramosia significa come ottenere qualcosa da un oggetto e amore significa come dare qualcosa. Sono due cose diametralmente opposte. In amore l’importante è l’altro; nella bramosia l’importante sei tu. Nella bramosia pensi a come rendere l’altro il tuo strumento; in amore a come diventare uno strumento. Nella bramosia sacrificherai l’altro.
Amore significa dare; bramosia significa ottenere. L’amore è un abbandono; la bramosia è un’aggressione.
“Guarda con amore un oggetto qualsiasi”. In realtà anche se guardi con amore qualcosa di materiale, di inanimato, quell’oggetto diventerà una persona. Se lo guardi con amore, il tuo amore è la chiave per trasformare qualunque cosa in persona. Se guardi un albero con amore, diventa una persona. Ogni volta che guardi con bramosia una persona, quella persona diventa un oggetto, una cosa. Ecco perché gli occhi pieni di bramosia sono odiosi: non piace a nessuno diventare una cosa.
L’amore rende unica qualunque cosa. Ecco perché senza amore non ti senti mai una persona.
Se c’è una relazione d’amore, ogni cosa diventa una persona.
Per guardare con amore, come prima cosa dimenticati di te stesso completamente. Guarda un fiore e lascia che sia presente. Tu diventa completamente assente: senti il fiore, e un amore profondo fluirà dalla tua consapevolezza verso il fiore. E fai sì che la tua consapevolezza sia ricolma di un solo pensiero: come aiutare questo fiore a fiorire di più, a diventare più bello, e più gioioso. Che cosa posso fare? Non importa che tu possa fare qualcosa, oppure no. Ciò che importa è la sensazione di cosa puoi fare. Fa in modo che questo pensiero si riverberi in tutto il tuo essere, che ogni fibra del tuo corpo e della tua mente lo senta, e verrai trafitto da un’estasi: il fiore diventerà una persona. “Non passare a un altro oggetto…”. Se sei una relazione d’amore, non puoi andartene. Se amo qualcuno, ti dimentichi dell’intera folla; affiora un unico volto, non vedi nessun altro: gli altri visi sono presenti sullo sfondo, alla periferia della tua consapevolezza. Non esistono. Sono solo delle ombre. Rimane un unico volto.
Rimani lì amando, fluendo, con un unico cuore, con un unico pensiero. In quel modo, tu sarai assente, non ti preoccuperai più per te stesso, non sarai più egoista, non penserai più in termini di piacere personale, di gratificazione. Ti sarai completamente dimenticato di te stesso, e penserai solo all’altro. L’altro è diventato il centro del tuo amore; la tua consapevolezza fluirà verso di lui.
Con profonda compassione, con un profondo sentimento di amore, pensi: “Che cosa posso fare per rendere felice l’amato?”. In questo stato, all’improvviso, qui, “nel mezzo dell’oggetto, la beatitudine”, come una conseguenza, verrai raggiunto da un’improvvisa beatitudine. All’improvviso sarai nel centro del tuo essere. Sembra paradossale perché questo sutra dice di dimenticarti completamente di te stesso, di non essere centrato in te stesso, di muoverti completamente verso l’altro.
Quando ami qualcuno, ti senti totalmente impotente. Questa è l’agonia dell’amore: non riuscire a sentire cosa fare. Si vorrebbe fare tutto, si vorrebbe dare l’intero universo all’amante o all’amata – ma che cosa si può fare? Se pensi di poter fare questo o quello, non sei ancora in una relazione d’amore. L’amore è del tutto impotente, assolutamente impotente, e in questa impotenza risiede la sua bellezza, perché in quella condizione di impotenza ti arrendi. Ama qualcuno e ti sentirai impotente; odia qualcuno e sentirai che puoi fare qualche cosa. In questa condizione di impotenza, accade la resa. Sei vuoto. Per questa ragione l’amore diventa una profonda meditazione. In realtà, se ami qualcuno, non è necessaria nessun’altra meditazione. Ma poiché nessuno ama, sono necessari centododici metodi, e persino questi possono non bastare. Ma in realtà i metodi sono necessari perché manca il metodo fondamentale: se riesci ad amare non è necessario alcun metodo. L’amore in sé è il metodo più grande, ma l’amore è difficile, in un certo senso impossibile.
Amore significa porre te stesso al di fuori della tua consapevolezza e mettere qualcun altro nello stesso posto in cui esisteva il tuo ego. Amore significa sostituire te stesso con qualcun altro, come se ora tu non fossi e ci fosse solo l’altro. Ogni marito e ogni moglie si creano a vicenda un inferno, perché ciascuno cerca di possedere l’altro. Il possesso è possibile solo con le cose, mai con le persone.
Se ami qualcuno ti senti beato non a causa di lui o di lei, ma a causa dell’amore.
Perciò pensi: “Devo possedere A perché, senza la sua presenza, potrei non essere capace di ottenere di nuovo questa beatitudine”. Diventi geloso. Se qualcun altro possedesse A, lui sarebbe beato e tu ti sentiresti infelice, perciò vuoi togliere ad A ogni possibilità di essere posseduto da qualcun altro. A dovrebbe essere posseduto solo da te perché, grazie a lui, hai potuto gettare un’occhiata in un mondo diverso; ma, non appena cerchi di possedere, distruggerai tutta la bellezza dell’intero fenomeno.
Quando l’amore viene posseduto, l’amore se n’è andato. Allora l’amante è solo una cosa. Puoi usarlo, ma la beatitudine non ritornerà, perché quella beatitudine veniva quando l’altro era una persona.  “Un giorno mi è accaduta la beatitudine, perciò mi deve accadere ogni giorno. Quindi devo possedere”. Ma la beatitudine accade perché non esiste possesso. E di fatto, la beatitudine non accade a causa dell’altro, ma a causa tua. Accade perché sei totalmente assorbito nell’altro. Può capitare con una rosa, con una roccia, con gli alberi, con qualunque cosa. Una volta che conoscerai il modo in cui si verifica, può capitare ovunque. Se sai che tu non sei e, con amore profondo, la tua consapevolezza si muove verso l’altro, verso gli alberi, il cielo, le stelle, chiunque; quando tutta la tua consapevolezza è indirizzata verso l’altro, ti lascia, si allontana da te; in quell’assenza dell’io risiede la beatitudine.

Osho – Il Libro dei Segreti 

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