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LA CENTRATURA E' SOLO IL PASSAGGIO




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La centratura è solo il raccoglierti totalmente in un unico punto, una volta cristallizzato in un solo punto, quel punto, esplode automaticamente. Allora non c’è più alcun centro, oppure il centro è ovunque. Perciò la centratura è un mezzo per esplodere.
Perché la centratura diventa il metodo? Se non sei centrato la tua energia non è focalizzata, è dispersa, non può esplodere. Un’esplosione ha bisogno di una grande energia. Esplosione significa che tu ora non sei disperso: sei in un punto solo. Di quell’esplosione non si parla perché non è possibile, perciò viene dato solo il metodo. Del risultato non si parla: non è possibile. Se metti in pratica il metodo, il risultato seguirà, e non c’è modo di esprimerlo. Si può conoscere, ma non comunicare: è un’esperienza talmente infinita che il linguaggio diventa inutile. La vastità è tale che nessuna parola è in grado di esprimerla. Perciò viene dato solo il metodo. L’esperienza è personale; il metodo è impersonale. IL metodo è scientifico, impersonale; l’esperienza è sempre personale e poetica. Il metodo è scientifico. Se riesci a metterlo in pratica, la centratura ne sarà il risultato inevitabile. Se la centratura non si realizza, sappi che da qualche parte hai mancato un punto essenziale, hai sbagliato il metodo, non lo hai seguito. Il metodo è scientifico, la centratura è scientifica, ma quando arriva l’esplosione, quest’ultima è poetica. Con poetica intendo che ognuno di voi ne farà esperienza in un modo diverso. Perciò quando qualcosa viene comunicato, ciò non dipende da colui che la comunica, dipende da te. Se riesci a riceverlo con profondo amore e riverenza, qualcosa ti raggiunge. Ma se ne sei critico, non ti giungerà nulla. Innanzitutto il messaggio è difficile da esprimere e, se sei critico persino quando viene espresso, diventa impossibile, e non ci sarà comunicazione. La comunicazione è molto delicata.
Ciò che non può essere espresso è meglio che non sia espresso, perché altrimenti verrà frainteso. Perciò Shiva tace: parla sempre di metodi, di tecniche, di come farlo. Ma la centratura non è il fine: è solo il cammino.
E come mai la centratura accade, si sviluppa e cresce in un’esplosione? Perché  se molta energia è concentrata in un solo punto, il punto esploderà. Il punto è così piccolo e l’energia è così intensa che il punto non può contenerla; da ciò l’esplosione. Quanto più sei centrato, tanto maggiore è l’energia nel tuo centro. Non appena ci sarà un’energia maggiore, il centro non sarà più in grado di contenerla: esploderà. Dunque è scientifico, è solo una legge scientifica. E se il centro non esplode, questo significa che non sei ancora centrato, hai ancora molti centri, sei ancora diviso, la tua energia è ancora dispersa, l’energia sta ancora movendosi verso l’esterno. Quando l’energia fuoriesce vieni solo svuotato, disperso. Alla fine diventerai impotente.
Quando la morte arriva, in realtà sei già morto: sei solo una cellula morta. Hai continuato a scaricare energia all’esterno, perciò, qualunque sia la quantità di energia, diventerai vuoto entro un certo periodo di tempo. L’energia che fuoriesce significa morte. Tu stai morendo in ciascun istante: ti stai svuotando della tua energia; stai gettando via la tua energia, la stai dissipando.
Solo l’uomo è capace di trasformare e di cambiare la direzione dell’energia. Ogni cosa muore. Solo l’uomo è capace di conoscere l’immortale, ciò che non muore. Perciò puoi condensare tutto questo in una legge. Se l’energia esce verso l’esterno ne conseguirà la morte e tu non saprai il significato della vita: potrai conoscere solo un lento morire, ma non sentirai mai l’intensità di essere vivo. Se l’energia esce, la morte ne è l’automatica conseguenza, e ciò vale per qualunque cosa, senza eccezioni. Se riesci a cambiare la direzione dell’energia, a far sì che non si muova verso l’esterno, ma verso l’interno, accade una trasformazione, un cambiamento. Questa energia che rientra all’interno si centra in te in un punto solo. Quel punto è proprio vicino all’ombelico perché in realtà sei nato come ombelico. Sei connesso a tua madre attraverso l’ombelico: la sua energia vitale si riserva in te attraverso l’ombelico e, una vota che il cordone ombelicale è tagliato, quando vieni separato dalla madre, diventi un individuo. Prima non lo eri, eri solo una parte di tua madre. Perciò la tua vera nascita ha luogo quando il cordone ombelicale è tagliato. In quel momento il bambino comincia la propria vita, diventa il proprio centro. Quel centro si trova necessariamente a livello dell’ombelico, perché è attraverso l’ombelico che l’energia giunge al bambino. Era l’anello di connessione. E, che tu ne sia consapevole o meno, l’ombelico rimane ancora il centro. Se l’energia comincia a riversarsi all’interno, se cambi la direzione dell’energia in modo tale che entri, finirà nell’ombelico. Continuerà a entrare e si centrerà nell’ombelico. Quando ce n’è così tanta che l’ombelico non riesce più a contenerla, il centro esplode. In quell’esplosione tu, di nuovo, non sei più un individuo. Non eri un individuo quando eri unito a tua madre; di nuovo non sarai più un individuo. Ha avuto luogo una nuova nascita: sei diventato una cosa sola con il cosmo.
La religione, tutto ciò che si intende per ricerca religiosa si occupa dell’energia che rientra all’interno. Come smuovere l’energia, come creare una totale inversione di direzione? Questi metodi sono d’aiuto. Perciò ricorda, la centratura non è il samadhi, non è l’esperienza, è la soglia che conduce all’esperienza. E quando l’esperienza accade non c’è alcuna centratura. La centratura è soltanto un passaggio. Ora tu non sei centrato, in realtà hai centri molteplici. Questa è la ragione per la quale io dico che ora non sei centrato. Quando divieni centrato, c’è un centro solo, e l’energia che andava agli altri centri ritorna; è un tornare a casa. Allora sei nel tuo centro; poi… l’esplosione. Di nuovo il centro non c’è più, ma tu non hai più centri molteplici: non c’è affatto alcun centro e sei diventato una cosa sola con il cosmo. Allora tu e l’esistenza significante la stessa e unica cosa.
Per esempio, un iceberg galleggia in mare. L’iceberg ha un suo centro, ha un’individualità separata, è separato dall’oceano. In fondo in fondo non è separato perché non è nient’altro che acqua a una certa temperatura. La differenza tra l’acqua dell’oceano e l’iceberg non è nella sostanza, sostanzialmente sono la stessa cosa. La differenza è solo di temperatura. Poi sorge il sole, l’atmosfera si surriscalda e l’iceberg comincia a sciogliersi: scompare, si scioglie; alla fine non lo vedi più perché in esso non c’è alcuna individualità, alcun centro. E’ diventato tutt’uno con l’oceano. Tu e il Buddha, coloro che stavano crocifiggendo Gesù, e Gesù stesso, Krishna e Arjuna siete uguali.
La centratura è soltanto il passaggio, il punto di trasformazione a partire dal quale l’iceberg non esisterà più. Prima di esso non c’era alcun oceano, solo un iceberg. Dopo non ci sarà più alcun iceberg, solo l’oceano. La sensazione oceanica è il samadhi: sentirsi una cosa sola con il Tutto. Ma io non sto dicendo di pensarti una cosa sola con il Tutto. Puoi pensarlo, ma il pensare viene prima della centratura. Questo non è realizzazione. Tu non sai: hai solo sentito dire, hai letto, Speri che un giorno possa accadere anche a te, ma non lo hai realizzato. Prima di centrarti puoi continuare a pensare, ma non serve a niente.

L’amore non ti permetterà di essere saggio, questa è la sensazione. Ci sono altri che possono sentire diversamente. Coloro che sono veramente saggi taceranno di fronte all’amore. Non diranno nulla, perché il sentimento dell’amore è così infinito, così profondo, che il linguaggio lo tradirebbe inevitabilmente. E, se viene espresso, ci si sente colpevoli perché non si riesce mai a rendere giustizia al sentimento dell’infinito. Perciò si rimane in silenzio: quanto più profonda è l’esperienza, tanto minore è la possibilità di espressione. Il metodo necessita di sforzo; un lungo sforzo che talvolta è noioso, a volte pericoloso. E’ necessario uno sforzo lungo e sostenuto. Perciò ci dimentichiamo del metodo. Ci ricordiamo del risultato e continuiamo a immaginarci, a sperare, a desiderare il risultato. E si può ingannare se stessi molto facilmente. Ci si può immaginare di aver già conseguito il risultato.
E’ difficile ricordarsi che cosa sia sapere e che cosa sia esperienza. Si confondono, si mescolano e si fondono. Ed è molto facile sentire che il proprio sapere è diventato la propria esperienza. La mente umana è così ingannatrice, così astuta, che può accadere.
Essere spontanei… Sembra assurdo e contraddittorio perché hai bisogno di molti metodi per essere spontaneo, per purificarti, per renderti innocente, altrimenti non puoi essere spontaneo in nulla.

Per te il metodo è necessario! Arriva un momento in cui non è più necessario alcun metodo, ma per te quel momento non è ancora giunto. E prima di quel momento è pericoloso sapere qualcosa su ciò che dovrà seguire. Una volta che un bambino conosce la risposta è molto difficile per lui imparare il metodo, perché sembra che non sia necessario. Visto che sa già la risposta non ce n’è bisogno. In realtà farà tutto con ordine inverso: arriverà alla risposta attraverso qualunque falso, pseudo-metodo. Conosce l’essenziale, conosce la risposta, perciò può arrivarci semplicemente creando un falso metodo. E lo stesso capita nella religione: sembra che anche nella religione ognuno faccia proprio come i bambini. La risposta non ti fa bene. C’è la domanda, c’è il metodo, e tu devi arrivare alla risposta.

Osho – Il Libro dei Segreti
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