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Quando
l’uomo nasce, è radicato in un punto particolare, in un particolare chakra, o
centro, che è l’ombelico. I giapponesi lo chiamano hara da cui termine
hara-kiri. Harakiri significa suicidio. Letteralmente l’espressione significa
uccidere lo hara, la spina dorsale, il centro. Hara è il centro: il significato
di harakiri è distruggere il centro. Ma in un certo senso tutti noi abbiamo
compiuto harakiri. Non abbiamo ucciso il centro, ma l’abbiamo dimenticato. Oppure
non ce ne siamo mai ricordati. E’ lì che aspetta, e noi siamo andati alla
deriva sempre più lontani da esso.
Quando
nasce un bambino, è radicato nell’ombelico, nello hara, vive attraverso lo hara.
Osserva un bambino quando respira: il suo ombelico va su e giù. Respira con il
ventre, vive con il ventre, non con la testa, non con il cuore. Ma a poco a
poco dovrà andarsene lontano, alla deriva. Dapprima svilupperà un altro centro,
cioè il cuore, il centro dell’emozione. Imparerà l’amore, sarà amato, e un altro
centro si svilupperà. Questo centro non è il vero centro, è un surrogato. Ecco
perché gli psicologi dicono che se un bambino non è amato non sarà mai capace d’amare.
Se un bambino cresce in un ambiente anaffettivo – un ambiente freddo, senza nessuno
che lo ami e gli dia calore – nella vita non sarà capace di amare nessuno
perché il centro stesso non si svilupperà. L’amore della madre, l’amore del
padre, la famiglia, la società: questo aiuta un centro a svilupparsi. Questo
centro è un surrogato: non ce l’hai
dalla
nascita. Perciò, se non è aiutato a crescere, non crescerà. A moltissime
persone manca il centro dell’amore.
Più
la società diventa civilizzata e più impone un terzo centro, che è l’intelletto,
l’ombelico è il centro originario: un bambino ce l’ha dalla nascita, non è un
surrogato. Il secondo centro è un surrogato. Se riceve amore, il bambino risponde.
Rispondendo, cresce in lui un centro: questo è il centro del cuore. Il terzo
centro è la ragione, l’intelletto, la testa. L’educazione, la logica e l’esercizio
creano un terzo centro: anche questo è un surrogato. Ma noi viviamo nel terzo
centro. Il secondo è quasi assente o, anche se è presente, non funziona o,
anche se talvolta funziona, funziona irregolarmente. Ma il terzo centro, la
testa, diventa la forza fondamentale nella vita perché l’intera vita ne
dipende. E’ utilitaristico. Ne hai bisogno per la ragione, la logica, il
pensiero. Perciò, presto o tardi, ognuno diventa orientato nella testa:
comincia a vivere nella testa.
La
testa, il cuore, l’ombelico: questi sono i tre centri. L’ombelico è il centro
che ci viene dato, quello originario. Il cuore può venire sviluppato, ed è bene
farlo per molte ragioni. E’ necessario sviluppare anche la ragione, ma non a
spese del cuore, perché allora ti verrà a mancare il collegamento e non potrai
ritornare all’ombelico. Lo sviluppo va dalla ragione all’esistenza, all’essere:
cerchiamo di capirlo in questo modo. Il centro dell’ombelico è nell’essere, il
centro del cuore è nel sentire, il centro della testa è nel conoscere.
Conoscere
è il più remoto dall’essere, il sentire è il più vicino. Se ti manca il centro
del sentire è molto difficile creare un ponte tra la ragione e l’essere,
veramente molto difficile.
Ecco
perché una persona che ama può diventare consapevole del suo “essere a casa”
nel mondo più facilmente che non una persona che vive attraverso l’intelletto.
La cultura occidentale ha fondamentalmente posto l’accento sul centro della
testa. Ecco perché in Occidente si sente per l’uomo un’ansia profonda. E l’ansia
profonda è per il suo essere senza casa, vuoto, sradicato. Simone Weil scrisse
un libro intitolato La prima radice. L’uomo occidentale si sente sradicato,
come se non avesse radici. La ragione è che solo la testa è diventata il
centro. Il cuore non è stato esercitato, manca.
Il
battito del cuore non è il tuo cuore, è solo una funzione fisiologica. Perciò,
se ne senti il battito, non cadere nell’errore di pensare che hai un cuore. Il
cuore è qualcos’altro. Cuore significa la capacità di sentire, testa significa
la capacità di conoscere. Cuore significa la capacità di sentire, ed essere
significa la capacità di essere uno, uno con qualcosa…
La
religione riguarda l’essere, la poesia riguarda il cuore, la filosofia e la
scienza riguardano la testa. Questi due centri, il cuore e la testa, sono
centri periferici, non sono reali solo falsi centri. Il centro reale è l’ombelico,
lo hara.
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