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Una delle cose fondamentali, che non solo tu, ma tutti devono ricordare è
questa: qualsiasi cosa tu incontri nel tuo viaggio
interiore, tu non sei quella cosa.
Tu sei colui che ne è testimone: può essere il nulla, può essere la
beatitudine, può essere il silenzio. Ma una cosa va
ricordata: per quanto bello e ammaliante possa essere ciò che incontri,
tu non sei quell'esperienza.
Tu sei colui che sperimenta, e se prosegui senza fermarti mai, il culmine
del tuo viaggio sarà il punto in cui non ci sarà
esperienza alcuna: né il silenzio, né la beatitudine, né il nulla. Non
esiste nulla in quanto oggetto di fronte a te, solo la tua
soggettività.
Lo specchio è vuoto. Non riflette più nulla. Sei tu.
Perfino i più grandi viaggiatori del mondo interiore sono rimasti
intrappolati in esperienze meravigliose, e si sono
identificati con esse pensando: "Ho trovato me stesso". Si sono fermati
prima di arrivare allo stadio finale, là dove ogni
esperienza scompare.
L'illuminazione non è un'esperienza. È uno stato dell'essere in cui tu
sei lasciato assolutamente solo, senza nulla da
conoscere. Nessun oggetto, per quanto bello, è presente. Solo in quel
momento la tua consapevolezza, non più impedita da
alcun oggetto, opera una svolta e torna alla fonte.
Diventa un'autorealizzazione. Diventa illuminazione.
Devo ricordarvi qualcosa sulla parola "oggetto". Ogni oggetto presuppone
un ostacolo. Il significato della parola stessa è:
ciò che ostruisce, che si para davanti.
Quindi, l'oggetto può essere altro da te, nel mondo materiale; oppure
dentro di te, nel tuo mondo psicologico. Vi possono
essere oggetti nel cuore, nei sentimenti, nelle emozioni, nelle
sensazioni, negli stati d'animo. E gli oggetti possono esistere
per sino nella sfera spirituale. E sono così estatici da renderti
inconcepibile la possibilità che esista qualcos'altro.
Molti mistici si sono arrestati di fronte all'estasi. E una dimensione
splendida, offre un panorama magnifico, ma non si è
arrivati a casa.
Quando arrivi al punto in cui ogni esperienza è assente, in cui non
esiste più oggetto alcuno, allora la consapevolezza, libera
da ostacoli, si muove in un cerchio — nell'esistenza tutto si muove in
circolo, se non ha impedimenti — essa proviene dalla
stessa fonte del tuo essere, e si muove.
Non trovando ostacolo alcuno — nessuna esperienza, nessun oggetto — torna
indietro. E il soggetto in quanto tale diventa
l'oggetto.
E ciò che J. Krishnamurti ha continuato a dire per tutta la vita: quando
l'osservatore diventa la cosa osservata, sappi che sei
arrivato.
Prima di allora, esistono mille cose lungo il sentiero. Il corpo ti da le
sue esperienze, divenute note come le esperienze dei
centri della kundalini; i sette centri diventano i sette fiori di loto.
Ognuno è più grande dell'altro ed è più elevato del precedente, e quella
fragranza inebria.
La mente ti fornisce uno spazio immenso, sconfinato, infinito. Ma ricorda
la massima fondamentale: ancora la casa non è
giunta.
Goditi il viaggio e tutti i panorami che esso ti porta a conoscere: gli
alberi, le montagne, i fiori, i fiumi, il sole e la luna e le
stelle, ma non fermarti da nessuna parte, se non quando la tua stessa
soggettività è divenuta l'oggetto di se stessa.
Quando l'osservatore è la cosa osservata, quando colui che conosce è la
cosa conosciuta, quando colui che vede è la cosa
vista, è giunto a casa.
Questa casa è il tempio reale che noi abbiamo cercato per vite intere, ma
da cui siamo sempre vissuti lontani,
accontentandoci di esperienze meravigliose.
Un ricercatore coraggioso deve abbandonare tutte quelle esperienze
meravigliose dietro di sé e continuare a camminare.
Quando tutte le esperienze vengono esaurite e resta solo il proprio sé
nella sua solitudine... non si ha estasi più grande, nulla
è più beato, nessuna verità è più vera. Allora entri in ciò che chiamo
essenza divina, diventi una divinità.
Un vecchio andò dal suo dottore. «Ho un problema: vado male al
gabinetto», si lamentò. «Vediamo: urina bene?» «Ogni
mattina alle sette, come un bambino». «Bene, e come va di corpo?» «Alle
otto esatte, sembro un orologio!» «Ma allora non
vedo il problema...?», commentò il dottore.
«Vede, prima delle nove non riesco a svegliarmi}»
Tu dormi, ed è ora di svegliarsi. Tutte queste esperienze riguardano una
mente addormentata. Una mente risvegliata non ha
esperienza alcuna.