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IL MONDO DEL TANTRA
SUTRA
Devi chiede:
“O Shiva, qual è la tua realtà?
Che cos’è questo universo colmo di meraviglia?
Che cosa costituisce il seme?
Chi centra la ruota universale?
Che cos’è questa vita oltre la forma che compenetra le forme?
Come possiamo penetrarla pienamente,
al di sopra dello spazio e del tempo,
dei nomi e delle descrizioni?
Illumina i miei dubbi!”.
Alcuni punti introduttivi. Primo, il mondo del Vigyana Bhairava Tanta non è intellettuale,
non è filosofico. Per esso la dottrina non ha senso. Si occupa del metodo, della tecnica,
per niente dei principi. La parola “tantra” significa tecnica, il metodo,il sentiero, perciò non
è filosofico: ricordalo. Non si occupa di problemi e di indagini intellettuali. Non si occupa
del “perché” delle cose: si occupa del “come”, non di che cosa sia la verità ma come possa
essere raggiunta. Tantra significa tecnica, perciò questo trattato è scientifico. La scienza
non si occupa del perché, si occupa del come; questa è la differenza fondamentale tra
filosofia e scienza. La filosofia chiede: “Perché questa esistenza?”. La scienza si chiede:
“Come è questa esistenza?”. Nel momento in cui poni la domanda: “Come?”, il metodo, la
tecnica diventano importanti, le teorie perdono senso, l’esperienza diventa il centro. Tantra
è scienza, non è filosofia. E’ facile capire la filosofia perché richiede solo il tuo intelletto. Se
sei in grado di capire il linguaggio, se riesci ad afferrare il concetto, puoi capire la filosofia.
Non hai bisogno di cambiare, non hai bisogno di alcuna trasformazione: cosi’ come sei
puoi capire la filosofia, ma non il Tantra. Avrai bisogno di un cambiamento… anzi, di una
mutazione. A meno che tu non sia diverso, non potrai capire il Tantra, perché non è una
proporzione intellettuale, è un’esperienza. A meno che tu non sia pronto, ricettivo, aperto
all’esperienza, non ti accadrà. La filosofia si occupa della mente: la tua testa è sufficiente,
la tua totalità non è richiesta. Il Tantra ha bisogno di te nella tua totalità. E’ una sfida più
profonda: ti ci dovrai immergere totalmente, non è frammentario, e per riceverlo sono
necessari un approccio, un atteggiamento e una mente diversi. Per questo Devi
apparentemente fa domande filosofiche. Il Tantra comincia con le domande di Devi. Tutte
le domande possono essere affrontate da un punto di vista filosofico. In realtà qualsiasi
domanda può essere affrontata in due modi: da un punto di vista filosofico o totalmente,
da un punto di vista intellettuale o in modo esistenziale. Per esempio, se qualcuno chiede:
“Che cos’è l’amore?”, puoi affrontare la domanda da un punto di vista intellettuale, puoi
discutere, puoi sostenere un’ipotesi particolare, puoi creare un sistema, una dottrina ed è
possibile che tu non conosca l’amore per niente. Per creare una dottrina, l’esperienza non
è necessaria. In realtà, al contrario, meno sai meglio è, perché in questo caso puoi
proporre un sistema senza esitare. Solo un cieco può definire con facilità cosa sia la luce.
Quando non sai, sei sicuro. L’ignorante è sempre sicuro; chi sa esita. Più sai, più ti senti
mancare il terreno sotto i piedi. Più sai, più senti quanto sei ignorante, e coloro che sono
veramente saggi diventano ignoranti, diventano semplici come i bambini o come gli idioti.
Meno sai meglio è. Essere filosofici, essere dogmatici, essere dottrinali: questo è facile.
Affrontare un problema dal punto di vista intellettuale è molto facile, ma è difficile
affrontarlo in modo esistenziale, non solo riflettendoci su, ma vivendolo, passandoci
attraverso, permettendoti di essere trasformato per suo tramite. Ciò significa che, per
conoscere l’amore, una persona deve essere innamorata. Questo è pericoloso perché non
rimarrai lo stesso, l’esperienza ti cambierà. Nel momento in cui entri nell’amore, entri in
una persona diversa e, quando verrai fuori, non sarai più in grado di riconoscere il tuo
vecchio volto: non ti apparterrà più, sarà accaduta una discontinuità. Ora c’è una frattura:
l’uomo vecchio è morto e l’uomo nuovo è arrivato. Per rinascita s’intende questo: essere
nati due volte. Il Tantra è non – filosofico ed esistenziale. Perciò è naturale che Devi faccia
domande che sembrano filosofiche, ma Shiva non risponderà in quel modo. Pertanto è
meglio capirlo fin dall’inizio, altrimenti ti confonderai, perché Shiva non risponderà a una
sola domanda. Shiva non risponderà a nessuna delle domande che Devi pone. E tuttavia
risponde! E in realtà solo lui e nessuno altro ha risposto, ma a un livello diverso. Devi
chiede: “Qual è la tua realtà, mio Signore?. Lui non risponderà, al contrario offrirà una
tecnica, e se Devi la sperimenterà a fondo, saprà. La risposta è quindi indiretta, non è
immediata, Shiva non dirà chi è, ma darà una tecnica: sperimentala e saprai. Per il Tantra
fare è sapere, e non esiste altra conoscenza. A meno che tu non faccia qualcosa, a meno
che tu non cambi, a meno che non abbia una diversa prospettiva da cui guardare, con cui
guardare, a meno che non ti muova in una dimensione completamente diversa
dall’intelletto, non c’è alcuna risposta. Le risposte possono essere date, ma allora sono
tutte menzogne. Tutte le filosofie sono menzogne. Tu fai una domanda e la filosofia ti dà
una risposta che ti soddisfa o non ti soddisfa ti converti alla filosofia, ma rimani lo stesso;
se non ti soddisfa, continui ad andare in cerca di qualche altra filosofia a cui convertirti, ma
rimani uguale, non ne sei toccato per nulla, non sei cambiato. Perciò che tu sia hindu,
musulmano, cristiano o giainista non fa alcuna differenza. Dietro la facciata di un hindu, di
un musulmano o di un cristiano la persona reale è la stessa, sono diversi solo le parole o i
vestiti. L’uomo che va in chiesa, al tempio o alla moschea è lo stesso. Solo le facce sono
diverse e sono facce false: sono maschere. Dietro le maschere troverete lo stesso uomo,
la stessa rabbia, gli stessi atti d’aggressione la stessa violenza, la stessa avidità, la stessa
lussuria, tutto uguale. La sessualità musulmana è diversa da quella hindu? La violenza
cristiana è diversa da quella hindu? E’ uguale! La realtà rimane la stessa: solo gli abiti
cambiano. Il Tantra non si occupa dei tuoi vestiti, il Tantra si occupa di te. Se fai una
domanda, essa mostra dove sei. Mostra anche che ovunque tu sia non puoi vedere: ecco
perché c’è la domanda. Un cieco chiede: “Che cos’è la luce?” e la filosofia inizierà a
rispondere che cosa è la luce. Il Tantra saprà solo questo: se un uomo chiede: “Che cos’è
la luce? , questo mostra solo che è cieco. Il Tantra comincerà a lavorare sull’uomo, a
cambiarlo, in modo che possa vedere. Il Tantra non dirà che cosa è la luce, il Tantra dirà
come raggiungere l’intuizione, come conseguire la vista, come raggiungere la visione.
Quando ci sarà la visione, ci sarà la risposta. Il Tantra non vi darà la risposta, ma una
tecnica per ottenere la risposta. E questa risposta non sarà intellettuale. Se dici a un cieco
qualcosa sulla luce, questo è intellettuale; se il cieco acquista la capacità si vedere, questo
è esistenziale. Ecco cosa intendo quando dico che il Tantra è esistenziale. Perciò Shiva
non risponderà alle domande di Devi, e tuttavia risponderà: questa è la prima cosa. La
seconda cosa: questo è un tipo diverso di linguaggio e prima di addentrarci devi sapere
qualcosa. Tutti i trattati tantrici sono dialoghi tra Shiva e Devi: Devi domanda e Shiva
risponde; tutti i trattati tantrici cominciano in questo modo Perché? Perché questo metodo?
E’ molto significativo. Non è un dialogo tra Maestro e allievo, è un dialogo tra due amanti.
E in questo modo il Tantra indica una cosa molto importante: gli insegnamenti più profondi
non possono essere trasmessi se non esiste amore fra i due, tra il discepolo e il Maestro.
Il discepolo e il Maestro devono diventare amanti in modo profondo, solo allora può essere
espresso ciò che è superiore, il trascendente. E’ quindi un linguaggio d’amore: il discepolo
deve essere in amore, ma non solo, perché anche gli amici possono essere amanti. Il
Tantra dice che un discepolo deve essere ricettivo, quindi deve trovarsi in uno stato di
ricettività femminile, solo allora è possibile qualcosa. Non è necessario essere donna per
essere discepolo, ma occorre essere in un atteggiamento ricettivo femminile. Quando Devi
domanda, significa che è l’atteggiamento femminile a domandare. Perché questo accetto
sull’atteggiamento femminile? L’uomo e la donna non sono diversi solo a livello fisico, ma
anche a livello psicologico. Il sesso non è solo una differenza del corpo, è anche
differenza psicologica. Una mente femminile significa ricettività: ricettività totale,
abbandono, amore. Il discepolo ha bisogno di una psicologia femminile, altrimenti non
potrà imparare. Puoi fare domande, ma se non sei aperto sarà impossibile risponderti.
Puoi fare una domanda e tuttavia rimanere chiuso, in questo caso la risposta non può
penetrare in te: le tue porte sono chiuse,sei morto. Non sei aperto. Ricettività femminile
significa avere nel tuo essere più profondo una ricettività simile all’utero, cosi’ che tu possa
ricevere. Non solo, le implicazioni sono anche altre: la donna non riceve semplicemente
qualcosa; nel momento in cui lo riceve, questo qualcosa diventa parte del suo corpo. Un
bambino viene ricevuto, una donna concepisce; nel momento del concepimento, il
bambino è diventato parte del corpo femminile: non è estraneo, non è sconosciuto, è stato
assorbito. Ora il bambino non vivrà come un qualcosa di aggiunto alla madre, sarà
semplicemente una parte di lei, proprio come lei, e il bambino non è solo ricevuto: il corpo
femminile diventa creativo, il bambino comincia a crescere. Il discepolo ha bisogno di una
ricettività simile a quella dell’utero. Qualsiasi cosa viene ricevuta non deve essere raccolta
come un sapere morto: deve crescere dentro di te, deve diventare parte del tuo sangue e
delle tue ossa, adesso deve diventare parte di te; deve crescere! Questa crescita ti
cambierà, trasformerà te, colui che riceve. Ecco perché il Tantra usa questo espediente:
ogni trattato comincia con Devi che fa una domanda, e Shiva che risponde. Devi è la
consorte di Shiva, la sua parte femminile. Ancora una cosa… Oggi la psicologia moderna,
in particolare quella del profondo, dice che l’uomo è sia uomo sia donna: nessuno è solo
maschio e nessuno è solo femmina, ognuno di noi è bisessuale, perché ci sono entrambi i
sessi. In Occidente questa è una scoperta molto recente, ma per il Tantra questo è uno
dei concetti fondamentali da migliaia di anni. Avrai visto alcune raffigurazioni di Shiva
come ardhanarisvara: metà uomo, metà donna. Non esiste nessun altro concetto del
genere in tutta la storia dell’umanità. Shiva è raffigurato come metà uomo e metà donna.
Perciò Devi non è solo una consorte: è l’altra metà di Shiva. E, a meno che il discepolo
diventi l’altra metà del Maestro, è impossibile comunicare gli insegnamenti superiori, i
metodi esoterici. Quando diventi tutt’uno, non c’è più dubbio. Quando sei una cosa solo
con il Maestro, in modo cosi’ totale, cosi’ profondo, non c’è argomento, né logica, né
ragione. Assorbi semplicemente, diventi un utero, e l’insegnamento comincia a crescere in
te e a trasformarti. Ecco perché il Tantra è scritto in un linguaggio d’amore, ma anche sul
linguaggio d’amore bisogna capire qualcosa. Esistono due tipi di linguaggio: quello
d’amore e quello logico. Tra i due ci sono differenze fondamentali. Il linguaggio logico è
aggressivo, dialettico, violento. Se uso un linguaggio logico divento aggressivo nei
confronti della tua mente: cerco di convincerti, di convertirti, di farti diventare una
marionetta. Io ho “ragione” e tu hai “torto”. Il linguaggio logico è egocentrico: “Io ho ragione
e tu hai torto, perciò dovrò provare che io ho ragione e tu hai torto”. Non mi occupo di te,
mi occupo del mio ego; il mio ego ha sempre “ragione”. Il linguaggio d’amore è totalmente
diverso. Non mi occupo del mio ego, mi occupo di te. Non mi preoccupo di dimostrare
qualcosa,di rafforzare il mio ego, ma di aiutarti; è compassione per aiutarti a crescere, a
trasformarti, a rinascere. In secondo luogo la logica è sempre intellettuale: se i concetti e i
principi avranno significato anche gli argomenti lo avranno. Con il linguaggio d’amore ciò
che viene detto non è così significativo, lo è il modo in cui viene detto. Il contenitore, la
parola, non è importante. Il contenuto, il messaggio, è più importante: è un parlare da
cuore a cuore, non una discussione da mente a mente. Non è un dibattito, è una
comunione. Quindi questa è una cosa rara: Devi è seduta in grembo a Shiva e domanda,
e Shiva risponde. E’ un dialogo d’amore, senza conflitti, come se Shiva parlasse a se
stesso. Perché questa enfasi sull’amore, sul linguaggio d’amore? Perché se ami il tuo
Maestro l’intera Gestalt cambia: muta radicalmente. In questo caso non ascolti le sue
parole, lo bevi, in questo caso le parole non sono importanti. In realtà, il silenzio tra le
parole diventa più significativo. Ciò che dice può avere o non avere senso, ma lo hanno i
suoi occhi, i suoi movimenti, la sua compassione, il suo amore. Ecco perché il Tantra ha
un disegno fisso, una struttura. Ogni trattato inizia con Devi che domanda e con Shiva che
risponde. Non ci sarà nessuna discussione, nessuno spreco di parole; ci sono solo
esposizioni molto semplici di fatti, messaggi telegrafici, non volti alla persuasione, ma solo
alla comunicazione. Se affronti Shiva con una domanda e hai mente chiusa, non ti
risponderà subito: prima si dovrà spezzare la tua chiusura, per cui dovrà essere
aggressivo, in questo caso devono essere distrutti i tuoi pregiudizi, i tuoi preconcetti. Se
non ti ripulisci completamente del passato, nulla ti potrà essere dato. Ma non è così con la
sua consorte Devi: con Devi non c’è alcun passato. Ricorda: quando ami profondamente,
la tua mente cessa di esistere. Il passato non esiste, c’è solo il momento presente.
Quando ami il presente è l’unico tempo, l’”adesso” è tutto, nessun passato, nessun futuro.
Quindi Devi è semplicemente aperta. Non ci sono difese, nulla da chiarire, nulla da
distruggere. Il terreno è pronto, si deve solo lasciar cadere un seme. Il terreno non solo è
pronto, ma accogliente, ricettivo e chiede di essere fecondato. Perciò tutti questi detti che
discuteremo saranno telegrafici. Sono solo dei sutra, ma ogni sutra, ogni messaggio
telegrafico dato da Shiva, vale quanto un Veda, quanto una Bibbia, quanto un
Corano.Ogni singola frase può diventare il fondamento di una scrittura grandiosa. Le
scritture sono logiche: devi proporre, difendere, argomentare. Qui non c’è nessuna
disputa: solo semplici affermazioni d’amore. In terzo luogo le stesse parole Vigyana
Bhairava Tantra significano la tecnica per andare oltre la consapevolezza. Vigyana
significa consapevolezza, bhairava significa lo stato oltre la consapevolezza e Tantra
significa il metodo, metodo per andare oltre la consapevolezza. Questa è la dottrina
suprema, senza alcuna dottrina. Noi siamo inconsapevoli: perciò tutti gli insegnamenti
religiosi si preoccupano di come andare oltre lo stato di inconsapevolezza, di come essere
consapevoli. Per esempio, Krishnamurti, lo Zen, si occupano di creare più
consapevolezza, perché siamo inconsapevoli. Come essere quindi più consapevoli, più
vigili? Come muoversi dall’inconsapevolezza alla consapevolezza? Ma il Tantra dice che
questa è una dualità: inconscio e conscio. Se ti muovi dall’inconsapevolezza alla
consapevolezza ti stai muovendo da un lato della dualità all’altro. Muoviti oltre entrambe!
Se non vai oltre entrambe, non potrai mai raggiungere l’Assoluto, perciò non essere né
inconsapevole né consapevole, vai semplicemente oltre, semplicemente sii. Non essere
né consapevole né inconsapevole: semplicemente sii! Questo è andare oltre lo yoga, oltre
lo Zen, oltre tutti gli insegnamenti. Vigyana significa consapevolezza e bhairava è un
termine specifico, un termine tantrico per indicare colui che è andato oltre. Per questo
Shiva è conosciuto come bhairava e Devi è conosciuta come bhairavi: coloro che sono
andati oltre ogni dualità. Nella nostra esperienza solo l’amore può darcene un bagliore
fugace. Ecco perché l’amore diventa l’espediente fondamentale per insegnare la saggezza
tantrica. Nella nostra esperienza possiamo dire che solo l’amore è qualcosa che va oltre la
dualità. Quando due persone si amano, più vanno in profondità, sempre meno sono due e
sempre più sono un’unica entità, arrivano a un punto in cui raggiungono un culmine in cui
sono due solo in apparenza: all’interno sono una, la dualità è stata trascesa. Solo in
questo senso il detto di Gesù: “Dio è amore” diventa significativo, non altrimenti. Nella
nostra esperienza l’amore è lo stato più vicino a Dio, Non che Dio ami, come continuano a
interpretare i cristiani, che Dio ti ami in modo paterno. Sciocchezze! “Dio è amore” è
un’affermazione tantrica: significa che l’amore è l’unica realtà nella nostra esperienza che
arrivi vicinissima a Dio, al divino. Come mai? Perché nell’amore si sente l’unione. I corpi
rimangono due, ma qualcosa oltre i corpi si fonde e diventa uno. Ecco perché esiste tanta
brama per il sesso. Il desiderio reale è per l’unione, ma tale unione non è sessuale. Nel
sesso i due corpi provano una sensazione ingannevole di unione, ma non sono una cosa
sola: sono solo congiunti. Per un istante i due corpi si dimenticano di se stessi immersi
uno nell’altro e provano una particolare unione fisica. Questa brama non è negativa, ma
fermarsi a questo è pericoloso. Questa brama mostra il bisogno più profondo di sentire
l’unione. Nell’amore, a un livello superiore, l’interiorità si muove, si fonde nell’altro e c’è un
sentimento di unione: la dualità si dissolve. Solo in questo amore non duale possiamo
avere un bagliore fugace di ciò che è lo stato di un bhairava. Lo stato di un bhairava è
amore assoluto, senza ritorno, dalla vetta dell’amore non c’è ricaduta: si rimane sulla cima.
Abbiamo posto la dimora di Shiva sul monte Kailasa. Ciò è semplicemente simbolico: è la
vetta più sacra e l’abbiamo resa la dimora di Shiva. Possiamo andare lì, ma poi dovremo
tornare giù: non può essere la nostra dimora. Possiamo andarci in pellegrinaggio. E’ una
tirthayatra: un pellegrinaggio, un viaggio. Per un istante possiamo toccare la vetta più alta,
poi dovremo riscendere. Nell’amore questo pellegrinaggio sacro accade, ma non per tutti
perché quasi nessuno va oltre il sesso. Così continuiamo a vivere nella valle, nella valle
oscura. A volte qualcuno raggiunge la vetta dell’amore, ma poi ricade, perché è così
vertiginosa. E’ così alta e voi siete così bassi, ed è così difficile vivere lassù. Coloro che
hanno amato sanno quanto difficile sia essere costantemente innamorati: si deve
continuare a tornare indietro. E la dimora di Shiva: lui vive là, quella è la sua casa. Un
bhairava vive nell’amore, quella è la sua dimora. Ora, lui non è neppure consapevole
dell’amore, perché se vivi sul Kailasa non sarai consapevole che questo è il Kailasa, che è
una vetta. La vetta diventa una pianura. Shiva non è consapevole dell’amore; noi ne
siamo consapevoli perché viviamo nel non-amore e a causa di questo contrasto sentiamo
l’amore. Shiva è amore. Lo stato di un bhairava significa che la persona è diventata
amore, non amante: è diventata amore, vive sulla vetta. La vetta è diventata la sua
dimora. Come rendere accessibile questa vetta altissima? Oltre la dualità, oltre
l’incoscienza, oltre la consapevolezza, oltre il corpo e oltre l’anima, oltre il mondo e oltre il
cosiddetto moksha, la liberazione, come raggiungere questa vetta? La tecnica è il Tantra.
Ma il Tantra è tecnica pura, per cui sarà difficile capire.