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La terza tecnica sulla centratura: “Chiudendo le sette aperture della testa con le mani, uno spazio tra gli occhi diventa onnicomprensivo”.
Questa
è una delle tecniche più antiche; usata moltissimo, ed è anche una delle più semplici:
chiudi le aperture della testa – occhi, orecchie, naso, bocca – in questo modo,
allorché tutte le aperture sono chiuse, la tua consapevolezza, che fluisce
continuamente verso l’esterno, all’improvviso si arresta: non si può più
spostare. Forse non l’hai osservato, ma anche se interrompi per un attimo la
respirazione, la tua mente si fermerà all’improvviso, perché la mente si muove
con il respiro. Questo è un condizionamento della mente. La mente è un condizionamento. Quindi, se
interrompi qualcosa nel condizionamento, si fermerà anche ogni altra cosa
associata. Per esempio, non hai mai pensato senza respirare. Il pensiero è sempre
stato presente insieme al respiro. Non sei cosciente del respiro, ma il respiro
c’è, continuamente, giorno e notte.
Ogni
pensiero, ogni processo di pensiero è associato con il respiro. Se all’improvviso
interrompi il respiro, s’interromperà anche il pensiero. E se tutti e sette i
buchi – le sette apertura della testa – vengono chiusi, all’improvviso la tua
consapevolezza non potrà spostarsi verso l’esterno, rimarrà nell’interiorità, e
questo creerà uno spazio tra i tuoi occhi. Quello spazio è conosciuto come il
terzo occhio. Questo spazio “diventa onnicomprensivo”: questo sutra dice che in
questo spazio è inclusa ogni cosa. L’intera esistenza vi è compresa. Se riesci
a percepire questo spazio, avrai percepito ogni cosa; allorché sarai riuscito a
percepire, all’interno, questo spazio tra i due occhi, avrai conosciuto l’intera
esistenza, la sua totalità, perché quello spazio interno è onnicomprensivo.
Nulla ne è lasciato fuori. Le Upanishad dicono: “Conoscendo l’Uno si conosce
tutto”.
I due
occhi possono vedere solo il finito. Il terzo occhio vede l’infinito. Questi
due occhi possono vedere solo il mondo materiale. Il terzo occhio vede il mondo
immateriale, lo spirituale. Con questi due occhi non potrai mai sentire l’energia:
puoi vedere solo la materia. Ma con il terzo occhio si vede l’energia in quanto
tale.
Questa
chiusura delle aperture è un modo per centrarsi, perché quando il flusso della consapevolezza
non può fuoriuscire, rimane alla sua fonte. Questa fonte è il terzo occhio.
Se
sei centrato nel terzo occhio, accadono molte cose. La prima è che scoprirai
che l’intero mondo è in te. Quando vedi che ogni cosa è dentro di te, diventi l’universo.
Il terzo occhio non fa parte del tuo corpo fisico. Lo spazio tra i nostri due
occhi non è uno spazio delimitato nel tuo corpo. E’ lo spazio infinito che è
penetrato in te. Una volta che questo spazio è conosciuto, non sarai mai più la
stessa persona. Non appena conoscerai questo spazio interiore, hai conosciuto l’immortalità.
Allora non c’è più alcuna morte. Allorché conosci questo spazio, per la prima volta
la tua vita sarà autentica, intensa, per la prima volta sarà veramente viva. A
quel punto non avrai più bisogno di alcuna sicurezza, non potrai più avere
paura, non potrai più essere ucciso, nulla ti potrà più essere sottratto,
perché ora l’intero universo ti appartiene: tu sei l’universo.
Questo
sutra dice: “Chiudendo le sette aperture della testa con le mani, uno spazio tra
gli occhi diventa onnicomprensivo”. Il tuo spazio interiore diventa tutto lo
spazio.
Questa
tecnica e’ utile solo se fatta improvvisamente: solo se la pratichi all’improvviso
risulta efficace. Mentre sei sdraiato a letto, chiudi all’improvviso tutte le
tue aperture per qualche secondo, e vedi che cosa ti accade. Se ti senti
soffocare, persisti, a meno che non diventi assolutamente insopportabile visto
che non potresti respirare. Ma se fosse assolutamente insopportabile, non
riusciresti a tener chiusi quegli orifizi: la forza interna li spalancherebbe,
dunque non preoccuparti e persisti per quanto ti è possibile.
Il
momento del soffocamento, di fatto, è il momento cruciale, perché spezzerà le
vecchie associazioni. Se riesci a persistere per alcuni istanti ancora, è
meglio. Sarà difficile, sentirai che stai per morire, ma non aver paura, perché
non puoi morire. Non puoi morire solo chiudendo le aperture… ma quando senti
che stai veramente per morire, quello è il momento. Se persisti in quel
momento, all’improvviso ogni cosa si illuminerà: sentirai lo spazio interiore
che continua a dilatarsi, e il Tutto ne viene compreso. A quel punto apri gli
orifizi. Ma poi riprovaci, ogni volta che puoi farlo, provaci; ma non renderla
una pratica: è necessario uno spasmo improvviso, se ne fai una pratica, sarà
inutile. In quello spasmo, il flusso nei tuoi vecchi canali di consapevolezza
si arresta, e diventa possibile qualcosa di nuovo.
Se ne
fai pratica, non accadrà nulla. Se all’improvviso ti butto fuori da questa
stanza,
i tuoi pensieri si fermeranno, ma se ne fai una pratica quotidiana non accadrà nulla,
diventerà un’abitudine meccanica. Perciò non renderla una pratica.
Semplicemente provaci quando ti è possibile, e piano piano diverrai consapevole
di uno spazio interiore: quello spazio interiore affiora nella tua
consapevolezza solo quando sei sull’orlo della morte.
Non
avere paura. Non puoi morire, esiste una sicurezza implicita. Prima della morte
si diventa incoscienti. Se sei cosciente e senti che stai per morire, non avere
paura. Sei ancora cosciente, perciò non puoi morire. E se diventi incosciente,
ricomincerai a respirare; non potrai impedirlo. Le mani non sono necessarie.
Puoi usare dei tamponi per le orecchie, una mascherina per gli occhi, ma non usare
alcuno tampone per il naso o per la bocca, perché può diventare fatale. Almeno
il naso dovrebbe rimanere aperto. Chiudilo con le mani. Quando starai
effettivamente cadendo nell’incoscienza, le mani molleranno la presa e il
respiro entrerà. Perciò c’è un sicurezza implicita. Questo metodo può essere
usato da molti.
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